martedì 22 novembre 2011

L’uomo di La Russa e il sostegno alla kermesse Pdl



C’erano Augusto Minzolini e Gianluigi Paragone, Vittorio Feltri e Nicola Porro. Il Pdl aveva ancora il vento in poppa e per salire sul palco della Festa della libertà in quelle giornate del 2010 le firme della destra non si facevano pregare. All’apertura della convention il coordinatore dell’epoca del partito, Ignazio La Russa prendeva la parola per sottolineare: “Questa è una festa senza sponsor, abbiamo deciso di farla con le sole risorse del Popolo della libertà. Una piccola scelta di etica”. Con un simile plotone di giornalisti pronti a prenderlo in castagna sull’etica, non c’è dubbio che saranno stati i militanti a pagare Ornella Vanoni, Patty Pravo, Giusy Ferrero e Nek, il cabaret e lo spettacolo Si canta, condotto da Pupo e pure l’allestimento della mostra fotografica sulle missioni internazionali del premier Berlusconi. Anche se a leggere le carte dell’indagine Enav-Finmeccanica un dubbio viene.

Si scopre infatti che pochi giorni prima della convention, il capo della segreteria di Ignazio La Russa, Filippo Milone, in passato presidente della Grassetto di Ligresti, uomo chiave del potere siculo-milanese sull’asse Ligresti-La Russa, implorava Finmeccanica di versare soldi. La circostanza (senza citare però i nomi, a parte Borgogni) è citata nella richiesta di custodia cautelare contro Lorenzo Borgogni, rigettata dal Gip Anna Maria Fattori perché questa vicenda non c’entrava nulla con quella per la quale il pm Paolo Ielo aveva chiesto l’arresto del direttore centrale Finmeccanica, auto-sospeso con stipendio garantito dopo l’articolo di domenica del Fatto sui suoi 5,6 milioni incassati da società legate a Finmeccanica e scudati. Per il pm Paolo Ielo “vi è una conversazione intercettata dalla quale si evince con solare evidenza come il ruolo di Borgogni dentro Finmeccanica fosse anche quello di occuparsi di contribuzioni illecite ai partiti. In particolare il 21 settembre 2010...” e Ielo a questo punto riporta la telefonata tra Marco Forlani, direttore affari internazionali Finmeccanica e Lorenzo Borgogni.

Borgogni (B): ciao Marco. Marco Forlani (M): c'hai un secondo Lorenzo?

B: sì.

M: mi ha chiamato Filippo... che dice su, su quel discorso che facciamo ogni anno della loro offerta di partito a Milano eccetera...

B: di partito? M: sì. B: del ministero! M: parti... eh... bè del Pd... credo sia una cosa del Pdl, no? dice che te ne ha parlato a te pure? B: no! M: su Milano... su che di, lui mi ha anche detto che gli hai indicato che non volevi comparire come Finmeccanica, ma con una società esterna B: sì. M: eh. B: vabbè, ma se ne parla quando torni dai? M: e no, questo sì, ok. No, perché lui dice scusami sto all'ultimo con l'acqua alla gola eccetera, perché lui deve parlare con qualcuno dei nostri tra oggi e domani. B: dai Marco, maremma puttana Marco. M: eh lo so! lui mi ha chiamato ora... lo so, lo so. B: eh? M: se me lo diceva, lo dicevo a Pigiani (altro dirigente Fin-meccanica, ndr) piuttosto che... che ne so! Eh? Capito B: ci sentiamo...

Scrive il Gip Fattori, “Se, invero , si tratta di conversazioni su contribuzioni ai partiti che pur provenendo dalla Finmeccanica sarebbero dovuti apparire – cosi disvelando l'illiceità dei moventi – come provenienti da altra società, tuttavia non solo non contengono alcun elemento atto a ricondurre l'oggetto alla illecita contribuzione all'operazione di acquisto della barca del Milanese, ma presentano un dato temporale che a siffatta ipotesi contrasta”. Insomma la telefonata è sospetta, ma non c’entra con Milanese e “per tali ragioni la domanda cautelare formulata nei confronti di Borgogni non può essere accolta”.

Secondo i Carabinieri del Ros “il successivo scambio di sms tra i predetti non lasciava dubbi circa la preoccupazione di Borgogni nell'affrontare tali argomenti per telefono: alle 17:28 Forlani invia il seguente sms a Borgogni: "Ma non ho capito, te la sei presa con me? Forse perché ti parlavo al telefono?". Pronta era la risposta di Borgogni alle 17 e 29: "Certo..."; alle 17:37 Marco concludeva: "Scusa allora, ma non era nulla di delicato, sto sempre attento, son fuori da giovedì e non ti ho mai chiamato su nulla infatti. Mi dispiace".

Marco Forlani è un dirigente stimato per la sua serietà e, alla luce dello scambio di sms, è in buona fede, anzi pecca di ingenuità agli occhi dello scafato Borgogni. Comunque di tutti i protagonisti contattati dal Fatto, Forlani è l’unico a ricordare bene: “Era semplicemente una sponsorizzazione. Me la ricordo perché è la prima e l’unica volta in cui mi sono occupato di una cosa simile. Il Filippo di cui si parla era Filippo Milone, capo della segreteria dell’allora ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Con lui mi sentivo spesso per ragioni di ufficio e aveva chiesto a me perché non trovava Borgogni. Durante un incontro per ragioni istituzionali mi disse di ricordare questa sponsorizzazione e lo feci. Quando tornai a Roma, Borgogni mi disse di lasciar perdere perché se ne occupava lui”.

Fonti di Finmeccanica confermano: “Era una richiesta di un contributo per la festa del Pdl a Milano che si teneva in quei giorni”. Sentito dal Fatto Quotidiano l’ex capo segreteria di La Russa, Filippo Milone non ricorda nulla: “Non ho memoria e comunque penso che un domani magari potrei essere chiamato a parlarne con un magistrato”. Anche Borgogni non ricorda: “Di solito evitiamo di sponsorizzare le feste di partito. Dissi a Forlani di non parlarne al telefono perché era un brutto periodo per me. Non so poi se il contributo è stato dato”.

L’ex ministro La Russa invece al Fatto replica: “Mi sto provando un abito, non ho tempo per voi”.

m.l.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

"Absit iniuria verbis", ma di figli di p. arroganti e violenti ce n'è in abbondanza da noi.