venerdì 11 novembre 2011

Monti, appello di Bersani a Di Pietro L'ex pm: "Vedremo punto per punto"


"Ognuno si deve prendere le sue responsabilità: spero che Di Pietro possa ripensarci perchè prima viene l'Italia poi le alleanze e la politica". Pier Luigi Bersani, si rivolge così al leader dell'Idv fermamente convinto a non sostenere un prossimo governo di responsabilità nazionale a guida Mario Monti . Per il segretario del Pd, l'esecutivo che potrebbe sostituire quello guidato dal premier dovrà avere "un forte profilo tecnico". Frutto di una politica che deve escludere "egoismi di parte, di persone. Se la politica non fa questo vuol dire che non ha capito quello che sta succedendo".

"Noi proponiamo totale discontinuità - sostiene Bersani - e non abbiamo esigenze particolari. Soprattutto è inutile indebolire questa esperienza che potrebbe nascere, per tutelare questo o quello. Noi cerchiamo di proporre dei criteri, a partire dalla discontinuità, e nella sua autonomia il premier dovrà dar vita a una squadra compatta, fresca e nuova". Sulla possibilità che il Pd proponga o meno suoi ministri il segretario del Pd non si sbilancia: "Io credo che debba essere un governo con un suo forte profilo tecnico, senza escludere la politica, che può anche partecipare all'esecutivo ma con un profilo di novità, di servizio, di esperienza e di rapporti con la società civile".

La replica dell'ex pm pare essere più possibilista del secco no pronunciato poche ore prima : "Valuteremo la possibilità di un governo tecnico, ma a tempo. Vogliamo sapere qual è la squadra, il programma, la coalizione. E' anomalo il contrario, ossia dare fiducia al buio. Mi riservo di decidere provvedimento per provvedimento". Parole che, in serata, Bersani apprezza: "Sono contento che Di Pietro rifletta". Per poi ribadire: "Non stiamo parlando di grandi coalizioni, nè di unità nazionale ma di un governo di emergenza e di transizione, su indicazione del capo dello stato, rispetto al quale ciascuno si deve assumere la sua responsabilità".

Toni più nervosi, invece, arrivano da Leoluca Orlando. "Non replichiamo, per senso di responsabilità, a quanti nel Pd rivolgono attacchi nei nostri riguardi, segno soltanto d'imbarazzo nei confronti di una scelta che, se dovesse essere quella che temiamo, sarà difficile spiegare agli elettori. Per diciotto mesi, infatti, si realizzerà una sospensione della politica e si assisterà al giuramento, al Quirinale, di ministri del Pd e di ministri del governo Berlusconi. Chiamare tecnico o d'emergenza un tale governo è un'offesa all'intelligenza delle persone" attacca il portavoce dell'Idv.

Il ragionamento dipeitrista, però, non convince Massimo D'Alema. Che, da un lato, sposa l'appello di Bersani, dall'altro definisce la polemica dell'ex pm "infondata". E spiega: "Noi non andiamo al governo con Berlusconi. E' necessario rendersi conto che siamo in una fase di emergenza. Proprio per questo ognuno deve mettere da parte le proprie esigenze di partito e cercare di dare un sostegno al tentativo di portare il paese fuori da questa condizione drammatica".

"Bersani- conclude il presidente del Copasir - ha perseguito con molta determinazione e con grandissimo senso di responsabilità questa prospettiva. D'altra parte i sondaggi dicono che se si votasse domani le elezioni le vincerebbe il Pd. Il fatto che il Pd e Bersani rinuncino, nell'interesse del paese, a questa prospettiva è un segno molto importante di responsabilità".

(11 novembre 2011)

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