giovedì 1 dicembre 2011

I sindacati chiedono incontro con Monti Fornero: "Sì al reddito minimo garantito"

Elsa Fornero
Raffaele Bonanni

All'indomani della secca bocciatura della riforma delle pensioni, i sindacati tornano alla carica e chiedono al premier Mario Monti un incontro per trovare una soluzione. Ma il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, rassicura che il governo è disponibile al dialogo con le parti sociali prima del 5 dicembre: "Una delle misure" che sarà presentata lunedì al Cdm "sarà l'introduzione del metodo contributivo pro rata basato sull'uniformità di trattamento" e ha aggiunto che ci sarà "forse l'accelerazione di alcuni sentieri di adeguamento, per esempio dell'età pensionabile delle donne, che erano già stati adottati dal governo precedente". Sì, poi, al reddito minimo garantito, ha detto ancora la Fornero a margine del consiglio Affari sociali, precisando come quella del reddito minimo sia "una direzione verso la quale il governo lavorerà", inserendola in un pacchetto più ampio ancora da congegnare.

DOSSIER

Sindacati di nuovo all'attacco. Intervenire su pensioni e lavoro, sostiene il segretario generale della Cgil,
Susanna Camusso, senza un eventuale incontro sarebbe un errore: "Non abbiamo informazioni. Immaginiamo che il governo

sappia che ci sono materie, come le pensioni e il lavoro, su cui agire per decreto sarebbe molto complicato". "È molto grave che non ci sia alcun confronto" sugli interventi che il governo intende adottare sulle pensioni, dice il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. "A noi - aggiunge chiedendo la convocazione - interessa trovare delle soluzioni". Poi, riferendosi alla dichiarazione di ieri della Camusso sul fatto che la soglia dei 40 anni fosse 'intoccabile', ha detto: "Ma che è un problema di Cabala? Spero invece che la Cgil si ponga l'obiettivo di avere un tavolo, come fa la Cisl". Di misura "palesemente ingiusta" in merito al superamento dei 40 anni di contributi per le pensioni di anzianità parla Luigi Angeletti, segretario della Uil: "I sindacati non possono essere d'accordo". Parole che ricordano quelle di Susanna Camusso, leader Cgil, secondo la quale "40 è un numero magico, che non può essere toccato".

Bonanni (Cisl): "Garanzie per chi non ne ha mai avute". Trovare soluzioni eque e, soprattutto, offrire garanzie a chi non ne ha mai avute. E queste, secondo Raffaele Bonanni, si possono trovare solo con un confronto tra parti sociali e governo: "Occorre trovare soluzioni che garantiscano coloro che non hanno mai avuto garanzie" e che "facciano distinzione fra lavoratori e lavoratori", sostiene Bonanni, anche perché, in seguito alle riforme precedenti, "non si è mai avuto il tempo di riequilibrare le pensioni". Per il segretario della Cisl è "bizzarro" il fatto che qualcuno dica che l'incontro non si può fare perché c'è fretta: assicura che, nel caso che comunque non si arrivi ad una 'faccia faccia' tra sindacati ed esecutivo, "noi faremo di tutto per dimostrare che anche questo governo si mette in scia di chi non vuole affatto trovare soluzioni che distinguano le persone".

Angeletti (Uil): "Superare 40 anni significa pagare a vuoto"
. Assolutamente contrario all'ipotesi dei contributi dopo i 40 anni si dichiara Luigi Angeletti: "I sindacati non possono essere d'accordo se si preannuncia il fatto che le persone che continuassero a lavorare dopo 40 anni di lavoro verserebbero contributi che non hanno alcun effetto sulla loro pensione, cioè praticamente pagherebbero contributi 'a vuoto', e non pochi perché in alcuni casi corrispondono ad un terzo del loro stipendio". "Quindi - avverte - come si fa a dire che questa soluzione è accettabile? È palesemente ingiusta". Per Angeletti bisogna, invece, ridurre le tasse sul lavoro: "Questa è la cosa più importante, che può consentire di aiutare la competititività delle imprese, aumentare i consumi ed evitare l'aumento della disoccupazione. Perché la cosa più equa - conclude - è quella di evitare che aumentino i disoccupati".

Fornero: "Riforma entro pochi giorni".
"Sulla spesa pensionistica, il governo ha in preparazione, e verosimilmente sarà annunciata entro pochi giorni, una riforma incisiva, ma che rispetta il principio dell'equità tra le generazioni", ha detto il ministro del Lavoro. "So che c'è molta attesa sul governo italiano e sulle azioni che prenderà, voglio assicurare che l'Italia aderisce convintamente agli obiettivi ambiziosi della strategia 2020 e che il governo considera lo spirito di partnership e la cooperazione con la Ue essenziali", ha aggiunto il ministro. L'Italia, ha spiegato, "è particolarmente impegnata nella riduzione del disavanzo e nella riduzione graduale ma credibile tra debito e pil e per raggiungere questo obiettivo il governo intende fare leva su rigore, crescita ed equità". Il rigore, ha precisato, "non fa riferimento solo ad una dimensione quantitativa, ma anche a una diversa cultura del rapporto tra individui e spesa pubblica, mentre l'equità prevede che le misure siano calibrate con l'attenzione all'equilibrio tra le generazioni". Il governo, poi, "si propone anche di correggere i difetti strutturali che hanno danneggiato la crescita del Paese". Ma "nell'immediato darà piena attuazione alle manovre dell'estate, completandole con gli interventi contenuti nella lettera Ue".

Camusso: "Da Confindustria atteggiamento più laico". Le imprese chiedono una riforma delle pensioni che ritardi l'uscita dalle aziende, ma poi vogliono liberarsi dei lavoratori meno giovani, ha sottolineato il segretario generale della Cgil in replica a Emma Marcegaglia : "Sulle pensioni dico a Confindustria che dovrebbe avere un atteggiamento più laico. Il problema che abbiamo- prosegue- sono i lavoratori che vengono cacciati dalle imprese dopo i 50 anni. Più che fare censure si impegnino loro a non aprire processi di mobilità".

(01 dicembre 2011)

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