domenica 25 dicembre 2011

IL FINTO TECNICO CRESCIUTO NELLA POLITICA. CHE NON SA MAI DI CHE PARLA




di Luca Telese
   Che meraviglia l’ultimo tecnico approdato alla gloria del piccolo schermo e alla vanità della sobria esternazione neo-governativa. Che spettacolo la neolingua io-non-centrista del neo sottosegretario all’economia Gianfranco Polillo, quel sublime dire e non dire, una risorsa per il paese. Vedendolo martedì sera esternare sul nulla a Ballarò, il sottosegretario Polillo, si veniva presi da un moto di irresistibile nostalgia per i vecchi politiconi democristiani, che almeno erano esperti di tutto e di niente, ma che sapevano sempre di cosa parlavano (e quindi anche di cosa non dovevano parlare, che non è poco).
   VEDENDO la sfumatura alta e argentea del sottosegretario, ascoltando il suo vocione romafono, e il suo splendido eloquio da bar sport ti veniva un forte senso di rimpianto per quei campioni della prima repubblica che ci mettevano sempre la faccia (anche quando non era bella), e si beccavano sempre gli insulti (anche quando non erano meritati), perché quelle erano le regole del gioco e loro sapevano stare al mondo. Mentre invece, quando si assiste allo spettacolo nullista del sottosegretario Polillo, viene da pensare che al confronto lo sfuggente Arnaldo Forlani era un filosofo zen, colto, eruditico ed essenziale, conciso solo di fronte all’indicibile.
   STA DI FATTO che a Ballarò il sottosegretario Polillo è stato davvero spettacolare, nelle sue gincane per dribblare qualsiasi domanda. Le gare sulle frequenze televisive? “Ehhh, ci sono dei vincoli…”. E il suo sfidante, Antonio Di Pietro: “Non la fate perché c’è il veto del Pdl”. E Polillo: “Scusi, scusi, scusi…”. E quello: “Lo stai amettendo !”. E lui: “Scusi…”. E ancora: “Ma perché non l’avete fatta la gara?”. E il sottosegretario: “Non l’abbiamo fatta perché abbiamo fatto una scelta diversa!”. Elementare Watson. Anzi, di più, il sottosegretario ci ripensa e raddoppia: “Ci sono dei vincoli! Ci sono dei vincoli, come per tutte le maggioranze”. E Di Pietro, trionfante: “Appunto! Non fate la gara perché sennò il Pdl non vi vota”.
   ANCHE perché, quando poi è in difficoltà, il supertecnico si arrabbia e ricorre all’eloquio forbito: “Di Pietro, a Roma si dice: ‘Non la vorrei buttare in caciara!’”. Oppure. “Di Pietro, non essere populista!”. E il leader dell’Italia dei valori, sempre più arrabbiato: “Ma come, io ti faccio le domande e tu mi dici sempre che la butto in caciara e mi dici che sono populista!?”. E l’Ici sui beni della Chiesa va pagata o no? “Ehhh...... è un problema…”. E le tasse sui capitali scudati? “Ehhh..... Forse non si possono imporre…”. Fantastico. Ancora più bello il duello in due fasi con Di Pietro. Fase uno: il supertecnico attacca il leader dell’Italia dei valori con motivazioni squisitamente politiche: “Non ha perso la forma mentis del magistrato!” (come se parlasse di un ex ufficiale delle SS). Oppure, lanciandosi in una citazione cinematografica: “E’ come il dottor Stranamore che gli sfugge il braccio e gli parte il saluto”. Gli chiedono se la manovra sia equa, e di nuovo il sottosegretario tecnico con vocazione per l’invettiva politica torna subito vago. Allora Di Pietro gli fa: “Per me l’evasione è un reato punto”. E Polillo scuote la testa, come dire: vedete, è un manettaro. Si parla poi di trasporti e di ferrovie, cioè della materia di Polillo al ministero, e – soprattutto - del tema della puntata: “Diamo un sacco di soldi alle ferrovie, adesso non mi ricordo quanti gliene davamo esattamente”. Allora in studio chiedono: “Quanti?”. Polillo, molto tecnicamente non ricorda. E allora a chi si rivolge? Nientemeno che a quello con la forma mentis da magistrato: “Ma forse Di Pietro che è preparato sa quanti sono esattamente”. Meravigliosa la perfidia dell’ex ministro delle Infrastrutture, che a quel punto inalbera il suo sorriso da Aristogatto e si sottrae alla richiesta di soccorso del Sottosegretario: “Parla, parla… che io ti ascolto”. Il sindaco di Tombolo gli chiede se lo Stato si impegna a ripianare i buchi di bilancio che ci creano con l’Imu. Il sottosegretario Polillo, eroicamente, non risponde nemmeno questa volta. Altra domanda: “Il governo si impegna ad aprire un tavolo con le ferrovie? Il sottosegretario Polillo tira fuori la giustificazione per non essere pronto all’interrogazione. “Siamo stati chiamati all’improvviso….”. E allora Di Pietro, come il gatto che acchiappa il topo maramaldeggia : “Ma tu ci sei sempre stato al governo…Eh eh…”.
   E ALLORA ti viene voglia di scoprire quanto sia tecnico Polillo. Intanto bisogna ricordare che il sottosegretario, ex funzionario della Camera, è stato l’uomo del “buco”. Ovvero l’inventore della meravigliosa campagna contro il presunto deficit del governo Prodi (non ci sono notizie di suoi studi sul baratro del governo Berlusconi). Ex consulente di Giulio Tremonti, quindi molto tecnico, grande giocatore di tennis al circolo Montecitorio, quindi molto tecnico (soprattutto sul rovescio) già membro della fondazione Free ispirata da Renato Brunetta, quindi molto, molto tecnico, diciamo. Quindi uomo ovunque di Stefano Caldoro ai tempi in cui era ministro, quindi molto tecnico, tecnico di famiglia socialista. Ed ex guru di Fabrizio Cicchitto, secondo qualcuno l’ispiratore – nei panni del ghost writer dei suoi discorsi più ispirati. Quindi molto, molto, decisamente super-tecnico. Dopo aver svolazzato nel sottobosco di tutti i ministeri di centrodestra, dunque, il nostro mitico Polillo, scende ora nell’agone della politica e nell’epifania del governo Monti. Nulla di male. Ma se vuole fare il tecnico, la prossima volta, assuma qualche lato positivo della forma mentis da magistrato. E perlomeno si prepari.

Nessun commento: