lunedì 12 dicembre 2011

PROFONDO RAI Minzo sbattuto fuori il Caimano no



Maccari ad interim ma solo per un mese
B. scatenato per tenere le mani sul Tg1

C’è sempre nebbia sul Tg1. Non si capisce mai la notizia. No, non è la rimozione coatta di Augusto Minzolini, rinviato a giudizio per peculato. No, non è il successore scelto, il grigio Alberto Maccari (quota Pdl), ex vicedirettore vicario di Clemente Mimun. La notizia è un ritorno atteso: il Tg1 è ancora telecomandato dal Cavaliere. È ancora affare suo, di Silvio Berlusconi.

I vertici Rai cedono al ricatto del centrodestra: il sacrificio di Minzolini, attore protagonista, vale la nomina di una comparsa affidabile. E dunque, preoccupata di perdere la poltrona, il dg Lorenza Lei propone un interim di 50 giorni per Alberto Maccari, già direttore dei telegiornali regionali, in pensione dal prossimo 4 gennaio. Sempre attenta a leggi, commi e regole , il direttore generale ignora una delibera di pochi mesi fa: è vietato prorogare il servizio ai pensionati. La promozione di Maccari, soluzione per prendere e perdere tempo, riesce a sedare i bollenti spiriti dei berlusconiani. Troppo forti per un direttore generale debole e peraltro in scadenza di mandato a marzo. Le frenetiche riunioni di venerdì, fra consiglieri di destra e sinistra, e la benedizione del presidente Garimberti, avevano estratto una terna di nomi che piaceva al centrosinistra Pier Ferdinando Casini compreso: Massimo Franco (Corriere della Sera), Mario Orfeo (Messaggero), Marcello Sorgi (La Stampa). Come avrà reagito il Cavaliere? Non s'è nemmeno infilato in lunghe e laboriose trattative, anzi. Ha ordinato ai suoi di avvisare il direttore generale: o arriva Maccari, per il momento, o resta Minzolini. A quel punto, visto che di politica si vive e si muore, il direttore generale ha pensato di fermarsi per accontentare Berlusconi, e pazienza per la figuraccia con il governo di Mario Monti.

Garimberti e Lorenza Lei avevano promesso al professore tre cosettine, ovviamente sobrie e condivise: l'uscita di Minzolini, un sostituito neutrale, un trionfo in Cda più che un voto unanime. E invece, contando i consiglieri incazzati e scontenti, la nomina di Maccari rischia di passare con quattro sì del centrodestra più Garimberti.

Il direttore generale e il presidente, però, giocano duro: vogliono obbligare i consiglieri a votare un solo documento, in cui cacciano Minzolini e abbracciano Maccari. Un giornalista furbo, equilibrista, bravo a comporre il telegiornale di Mimun perfettamente allineato al governo di Berlusconi (2002/2006).

E nel giorno in cui si scoprì impotente, Minzolini si sfoga con Tgcom24 di Mediaset: “Queste cose qui non le so, nessuno mi ha messo al corrente. Se fosse vero potrei definirla una porcata. Non parlo di complotto, ma ci sono meccanismi in questo Paese che sono paradossali. Senza ancora un primo grado di giudizio non si può fare nulla. É un meccanismo perverso”. Anche se Vittorio Feltri, Fabrizio Cicchitto, Emilio Fede (“Pure io cacciato per motivi politici”) soccorrono il direttorissimo scaricato, l'attenzione si sposta su Maccari. E il Partito democratico si agita: “Sostituire Minzolini era un atto dovuto. Sostituirlo con Maccari sarebbe l’ennesima prova di una Rai debole e subalterna”, dice l'ex ministro Paolo Gentiloni. L'Italia dei Valori sceglie parole più sapide: “Il direttore generale della Rai ha fatto l'ennesima proposta indecente: per sostituire Minzolini, megafono del governo Berlusconi, avanza la candidatura di Maccari, da sempre in quota Pdl, secondo la solita, insana lottizzazione. Dalla padella alla brace”, spiega Felice Bellisario.

Il consigliere Nino Rizzo Nervo indica il pasticcio: “L'individuazione di un interim per oltre 40 giorni, peraltro attraverso la violazione della normativa Rai che vieta la proroga in servizio dei dipendenti che hanno maturato il pensionamento, contraddice qualsiasi principio di buona amministrazione aziendale e rischia di essere una confessione di impotenza. Se così fosse invito il consiglio di amministrazione e il direttore generale a prenderne responsabilmente atto”. Paolo Garimberti si difende come può: “Il cambio di Minzolini era dovuto come dicono, ma per niente scontato. Per qualcosa di definitivo bisogna aspettare, l'interim è valido e dà ampie garanzie professionali”. Guarda un po', anche Berlusconi è d'accordo.

Car.Tec.

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