giovedì 29 maggio 2008

IL CLAVICEMBALO BEN TEMPERATO - PELUDIO N. 1

(Pablo Picasso, Ritratto di Ambroise Vollard, 1910, Museo Pushkin, Mosca)
Luigi Morsello


Ho cercato a lungo una descrizione-trattazione dell’opera ed ho trovato questa in un blog, al seguente URL:



http://lemievaligie.splinder.com/

Il blog titola “Le mie valigie” ed appartiene ad Elena 66, non ci sono altri dati.

Ecco come scrive “Lo zotico”, pseudonimo di chi sa chi.

Il Clavicembalo ben Temperato. Ma di cosa si tratta in realtà? Conoscendo il contenuto dei due libri, devo dire che Bach, in quanto ad assegnare titoli alle proprie opere, non era il massimo. Infatti, leggendo questo titolo mi vien da pensare ad un clavicembalo in acciaio raddolcito; oppure ad un clavicembalo che suona particolarmente bene in un clima mediterraneo; o forse ad un clavicembalo dai tasti acuminati; forse è uno strumento il cui suono viene ben attutito? Niente di tutto questo!
Innanzitutto si tratta di due libri scritti in due momenti differenti della vita del "Vecchio" Bach: il primo libro riporta la data del 1722, mentre il secondo è del 1744. Tutta l'opera, con diversi obiettivi, segue un'architettura ben determinata.
Consta di due libri. Ciascun libro riporta 12 coppie di preludi e fughe. Ogni coppia di composizioni è in rapporto dialettico secondo principi tecnici diversi (o almeno questo come prima idea):




  • Il Preludio, più basato sullo sviluppo degli accordi;

  • La Fuga, maggiormente basata sul rapporto delle linee melodiche.


Ciascuna coppia di preludio e fuga è scritta sia nella Tonalità Maggiore che nella Tonalità Minore. Con questa struttura l'opera segue tutta la scala cromatica fino al suo completamento.
Cerchiamo di capire che aria tirava nella casa di Johann Sebastian. Egli faceva musica all'organo in chiesa, con il cembalo la faceva a casa, provava con cantori e strumentisti, componeva per tutti gli strumenti e dava lezioni private di musica. In questo ambiente è chiaro che anche i figli divennero inclini alla musica. Proprio per loro nacque in Bach l'idea primordiale del Clavicembalo Ben Temperato, ovvero per esercitarli a suonare in tutte le tonalità.

Ora però dobbiamo tenere presente l'evoluzione che gli strumenti a tastiera stanno avendo all'epoca e, con essa, il problema dell'accordatura. Un problema che si poneva perché essa non era così immediatamente "aggiustabile" come negli strumenti ad arco o a fiato. Che vuol dire questo? Sommariamente posso accennare solo al fatto che nel nostro sistema musicale, per questioni legate ai rapporti tra le frequenze, due “stessi” suoni (esempio DO# e REb) in realtà non coincidono. Ora il problema oggi ci sembra di poco conto, ma all'epoca di Bach, quando i suoni si trascinavano questa differenza, a seconda della tonalità utilizzata dal compositore, bisognava accordare tutti gli strumenti. Dopo numerosi passi intermedi, fu trovata, alla fine del XVII secolo, la soluzione di compromesso ancor oggi in vigore: la suddivisione dell'ottava (DO – DO) in dodici parti uguali. Si trattava del cosiddetto "temperamento equabile", nel quale tutti gli intervalli naturali, ad eccezione dell'ottava, si discostano un poco dagli intervalli naturali, mantenendo però tra i suoni una distanza che è indipendente dalla tonalità nella quale ci si trova. Solo a quel punto si poté far uso di tutte le tonalità e passare dall'una all'altra qualsiasi. L'abbandono dell'accordatura naturale fu certo una perdita spiacevole, ma enormemente maggiori furono i vantaggi che ne derivarono alla musica (con questo sistema DO# e REb coincidono).
L'evoluzione dell'idea primordiale di Bach era quello di dimostrare che suonando su una tastiera che utilizzasse un'accordatura di tipo equabile, ovvero fosse "ben temperata", si potesse passare da una tonalità all'altra in maniera indipendente.
In questa opera Bach, oltre ad essere un grande maestro, prima per i suoi figli, poi per gli allievi privati, mostra a tutti il genere "imitativo" in tutto il suo splendore In Bach il gioco delle proposte e delle risposte passa per tutti i gradi dell'espressione, da concitata a gaia, ora meditativa ora estrosa, poi burlesca dopo pomposa, con infinite sfumature, e con un senso di vita ampio e vigoroso che nasce da una concezione profondamente poetico-architettonica dei suoni e dei loro rapporti di ombra e di luce, di vuoto e di pieno, di orizzontalità dei disegni melodici e di verticalità delle ripercussioni acute o gravi.
Vorrei consigliare a tutti l'ascolto del Clavicembalo ben Temperato... ehm... chiedo scusa per lo sbaglio. In effetti il titolo dell'opera è "Dos Wohl temperirte Clavier", quindi dovrei dire: Vorrei consigliare a tutti l'ascolto della Tastiera ben Temperata, un'opera d'arte unica nella storia e ricca di particolarità e di "argomenti"
Voglio citare solo dei piccoli particolari che sono nascosti all'interno del primo Preludio e Fuga in DO Maggiore (quello che possiamo ascoltare inizialmente in questo media) del I libro al fine di generare un po' di curiosità su ciò che Bach ha lasciato all'umanità:
- La linea melodica formata all'inizio dalle sole note acute di ogni battuta del Preludio richiama palesemente il soggetto della fuga.
-
La celebre Ave Maria altro non è che questo Preludio su cui Gounod ha solo poggiato la linea melodica con le parole.
- La relazione tra la musica di Bach e la numerologia è ormai un elemento assodato. Secondo la ghematria, il nome BACH assume il valore di 14 (B = 2 ; A = 1 ; C = 3 ; H = 8). Ebbene, nella prima fuga indovinate un po' quante sono le note che formano il soggetto? Avete indovinato: BRAVI. Sono proprio 14.
- Sempre nella prima fuga le entrate del soggetto sono ben 24, dunque un'allusione nascosta e significativa al circolo delle 24 tonalità che sarà percorso nel Clavicem... ehm... Tastiera Ben Temperata
Il prezioso manoscritto, da oltre cento anni, si trova nella Deutsche Staatsbibliothek e, che per quella pazza mania di far valere la proprietà degli uomini anche sulle opere d'arte, la prima pagina è deturpata, al centro, da un timbro ovale che ne rivendica la proprietà: "Ex Bibl. Regia Berolin"
Il marchio va a rovinare una delle più belle pagine di altruismo e poesia che mi sia mai capitato di leggere. Questa pagina, redatta da Bach in bella scrittura e ornata con graziosi arabeschi, porta il titolo:
"Dos Wohl temperirte Clavier, oder Preludia, una Fugen durch alle Tone und Semitonia, So wohl tertiam majorem oder Ut Re Mi anlangend, als auch tertiam minorem oder Re Mi Fa betreffend. Zum Nutzen und Gebrauch der Lehr-begierìgen Musicalischen Jugend, als auch derer in dieserà studio schon habil seyenden besonderem ZeitVertrteìb auffgesetzel und verfertiget von Johann Sebastian Bach p. t.: HochF. Anhalt-Cothenischen Capel-Meistern und Directore derer CammerMusiquen. Anno 1722."
"
La tastiera ben temperata, ovvero preludi e fughe in tutti i toni e semitoni, comprendenti sia la terza maggiore, ossia Ut Re Mi, che la terza minore, ossia Re Mi Fa, per il profitto e l'uso della gioventù musicale desiderosa d'apprendere, come pure per particolare diletto di coloro che sono già abili in quest'arte, compilato e portato a termine da Johann Sebastian Bach, attualmente maestro di cappella e direttore delle musiche di camera di Sua Altezza il Principe di Anhalt-Còthen. Anno 1722."

Non tutto è chiaro, almeno per me che non ho studiato musica, ma l’ascolto del preludio n. 1, quello sulla cui linea melodica poggia l’Ave Maria di Gounod, compensa qualsiasi carenza, perché la musica non la si capisce, la si sente.

Non la si deve capire ma sentire.
Per sentire non intendo riferirmi all’ascolto fisico della musica, che è cosa diversa dal sentire la musica.
E per essere iniziati a sentirla occorre iniziare da quella più orecchiabile.

Viene raccontato di Arturo Toscanini un aneddoto, questo.

Al termine di un concerto negli U.S.A. una spettatrice avvicinò il Maestro manifestandogli il proprio entusiasmo e dolendosi del fatto che di musica non ci capiva niente.
Toscanini portò la signora in un ridotto del teatro dove c’era un pianoforte ed eseguì l’aria ‘La donna è mobile’ dal Trovatore di Giuseppe Verdi.
Poi chiese alla donna di canticchiare la melodia anche senza conoscerne le parole e quando la 'fan ante litteram' ci riuscì con sua grande meraviglia e gioia il Maestro le disse che appunto la musica non va capita ma 'sentita' e per ‘sentire’ la musica occorreva iniziare da quella più orecchiabile.
Come il Preludio n. 1 dal Clavicembalo ben Temperato di Johann Sebastian Bach, che può essere ascoltato dal seguente video.

Può darsi che qualcuno voglia descrivere ciò che ha provato all’ascolto: lo faccia, anche in modo a-tecnico, non si scoraggi, come non mi scoraggio io.




10 commenti:

Elena ha detto...

Il signor zotico vuole farsi chiamare solo così :)
Felice se il post in un modo o nell'altro, ti è stato utile :-)
Ciao
Elena

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Ciao Elena, mi ha fatto piacere il tuo commento. Si, mi è stato utilissimo e vorrei lo ringraziassi in mia vece lo "zotico", che ha scritto qualcosa di estremamente gradevole e comprensibile (quasi tutto per me).
Certo è che i miei amici ed amiche (pochi, ma buoni) mi stimolano a continuare con questi 'post' e io lo farò.
Adesso inserirò nel mio diario una gradevolissima esecuzione del preludio e fuga con una animazione molto esemplificativa, che fa perdonare il fatto che è suonato con, credo, un sintetizzatore, e poi, successivamente, un'altra animazione che esemplifica la durata delle note (un organo tradizionale).
Spero che tu, venendo a farmi visita, le guardi e mi esprima il tuo pensiero.
luigi

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Dimenticato: preludio e fuga in re minore

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

DOTT. VINCENZO DETTO "ENZO", AVRA' UNA RISPOSTA QUANDO RENDERA' DISPONIBILE IL SUO PROFILO.

Unknown ha detto...

lascia che prima mi renda conto di cosa devo fare per lasciare il mio profilo. Non sono per nulla esperto.

Anonimo ha detto...

Vorrei che qualcuno mi aiutasse a capire perchè mai QUASI TUTTI i pianisti che eseguono questo Preludio n.1 in C di J.S.Bach BWV846, (compreso Glenn Gould, ma anche Hélène Grimaud e tanti altri, direi il 90 % degli esecutori che ho ascoltato,) SALTANO la battuta n° 23 che invece c'è nello spartito originale. Mi sono cimentato anch'io a suonare questo pezzo, e non trovo che inserire quella battuta tra la n 22 e la n 24 sia tecnicamente difficile; allora deve esserci qualche altra ragione che io non riesco ad individuare. Grazie a chiunque vorrà aiutarmi a farmi una ragione di questa mancanza, che ho riscontrato.
Enzo

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

ENZO, NON IMPORTA, FAI TUTTI I COMMENTI CHE VUOI.
BEATO TE CHE CONOSCI LA MUSICA E SAI SUONARE, TI INVIDIO.

Unknown ha detto...

Gentilissimo Luigi Morsello, io non ho esperienza di partecipazione ad un blog. Sono anch’io un pensionato e mi considero e sono un dilettante del pianoforte. Avevo capito che uno che aveva cercato a lungo una descrizione-trattazione dell’opera, con quel po’ di trattazione che ho letto, il cui autore è il cosidetto “zotico”, (ma questo l’ho capito solo ora) fosse la persona giusta per potermi illuminare sul problema della battuta n. 23 del Preludio in Do magg. del Clavicembalo ben temperato, che effettivamente mi intriga da un po’ di tempo.

Grazie comunque della disponibilità. Enzo.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

SPERIAMO CHE ELENA POSSA INDIRIZZARTI A "ZOTICO" PERCHE' SODDISFI LA TUA CURIOSITA', CHE E' DIVENTATA ANCHE LA MIA

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Ho inviato una mail a Elena, vediamo cosa risponde.