venerdì 27 giugno 2008

GIOVANNI ALLEVI - ARIA

Luigi Morsello

Se si chiudono gli occhi sembra di sentire Ludovico Einaudi.
Vorrei chiedere: perchè non si esibisce con un classico, per esempio, la "sonata al chiaro di luna" ? Come si fa, eccetto i discografici (chiaramente interessati), a dargli tanta importanza ? Come si fa a non rendersi conto che prende tutti per i fondelli ?
Non occorre essere un musicologo !
Questa è musica minimalista, acqua fresca rispetto ai capostipiti: Erik Satie, Michael Nyman, lo stesso Ludovico Einaudi !

6 commenti:

Elena ha detto...

Non sono d'accordo, Einaudi è minimalista (e molte sue composizioni sono molto affascinanti), Allevi non lo è affatto, e con Einaudi ha ben poco in comune. Back to Life o Panic o Go with the flow o L'Orologio degli Dei: non ci trovo nulla di minimalista o di Einaudi. Allevi ha comunque una formazione classica, il fatto che si esibisca suonando la sua musica è perchè è soprattutto un compositore. Tra l'altro ha composto anche opere per orchestra, e pianoforte e orchestra, alcuni inediti altri no.
Che possa non piacere è altro discorso.
Ciao
Elena

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Grazie per il tuo commento, Elena.
Ovviamente rispetto la tua opinione, ma osservo che il brano che ho inserito sembra copiato pari pari dallo stile di Ludovico Einaudi (ho quasi tutti gli album), una sua (di Allevi) composizione originale l'ha presentata tempo fa alla trasmissione di Corrado Augias " Cominciamo bene - le Storie" su Rai 3.
Augias - classe 1935 - è un uomo di grande cultura, anche musicale, ma è un gentiluomo e nascose abbastanza bene le sue perplessità (ma non abbastanza per me) e fece bene, ma fece capire che non c'era cascato.
Io ho tre figli, il maschio e la seconda femmina sono appassionati di musica moderna, jazz, stravedono per Stefano Bollani (io no), tanto per capirci.
Il maschio poi suona chitarra e sta imparando, per solo diletto, a suonare il pianoforte (la moglie è diplomata in tale strumento).
Lo dico per far capire che non sono degli sprovveduti.
Ebbene, Giovanni Allevi non piace a nessuno dei due, la ragazza (classe 1974) poi lo detesta.
Io sostengo con entrambi (provocando reazioni anche dure), che i pianisti classici che si danno al jazz, nel nostro caso anche alla composizione, non sono in grado di reggere la concorrenza dei colleghi del versante classico.
Allevi in particolare ha studiato 10 anni pianoforte ed altri dieci anni composizione, un furbata coi fiocchi.
Mi spiego: 10 anni per capire che come pianista classico non aveva talento, 10 anni composizione per suonare musica da lui composta, che non temeva raffronti nè nel capo della musica classica nè in quello della musica a soggetto.
Prima o poi sarà sgonfiato.
Però gli faccio tanti auguri, ma io sul suo treno non sono salito.
Concludo con un proverbio campano: "Non è bello ciò che è bello, è bello ciò che piace !".
ciao.

Elena ha detto...

Faccio tesoro di pareri tanto accreditati, che cerco sempre di leggere con attenzione.
La musica però ha una componente soggettiva molto forte e la quantità e la qualità di piacere che può dare a ciascuno è molto differente. Può darsi che il "fenomeno Allevi" si sgonfierà non lo so. La cosa mi interessa fino a un certo punto, quasi per niente a dirla tutta. In effetti quando ascolto la musica non scelgo in base a ciò che prevedo o che i critici ritengono che sarà tramandata ai posteri, bensì la musica che mi piace. Tutte le altre considerazioni sono un arricchimento in materia, non un criterio di scelta.
Ciao
Elena

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

E io che ho detto, Elena ?
"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace".
Ad esempio, a me piace adesso Giusy Ferreri, la voce nuova della musica leggera, che (se continua a studiare) promette di essere un fenomeno come lo fu (e lo è ancora) la grandissima Mina.
Mi piace Angela Baraldi, cantante sconosciuta al grande pubblico, almeno fin quando non interpretò "Quo vadis, Baby ?" di Gabriele Salvatores, e, per ultimo, la miniserie su Sky, sempre diretta da Salvatores (con un Bebo Storti favoloso !) cambiando completamente registro sonoro, con effetti prodigiosi (l'Influenza di Salvatores).
Io sono aperto alle novità, adesso so anche perchè: da uno studio britannico si è scoperto che la fame di novità e la sua conquista sono lo stimolo alla parte dell'ipotalamo che presiede al tono dell'umore, per cui la 'scoperta' produce benessere.
In fondo, il brano di Allevi che ho postato è gradevole, molto gradevole, c'è una sonorità piena, sopratutto nei bassi, molto sapiente, si sente la sapienza del pianista classico ed a me piace.
Ciò che a me non piace è che venga accreditato come un fenomeno musicale, per me non lo è, almeno non ancora.
Il mio modo di essere ha l'ambizione di avere la funzione di stimolare la riflessione, proporre angoli visuali nuovi (o forse vecchi), proporre solo e basta, bada, senza voler imporre alcunchè !
Adesso, però, non ti arrabbiare con me.
E non dimenticare che sono solo un musicofilo, da 60 anni.
Ciao: ;-)

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Vorrei conoscere l'opinione della mia amica Rossana !

Anonimo ha detto...

Gigi, "ogni capa è 'nu tribunale" dicono a Napoli. La mia "capa"(testa per chi non sia poliglotta:-)) non trova eccelsi né l'uno né l'altro. Tu parli di Satie,che io considero molto più valido sia di Einaudi che di Allevi. Su Nyman non mi pronuncio per mia totale ignoranza su di lui. A proposito deidue in questione due abbiamo già avuto uno scambio di idee piuttosto acceso. Non riesco ad amare Einaudi, di cui riconosco però il tocco e lo stile; merito tuo che me lo hai fatto conoscere. So che è molto apprezzato dalle generazioni più giovani. Allevi, forse a causa della sua formazione classica, lo apprezzo di più, ma non potrei definirlo uno dei miei preferiti.
Diciamo che preferisco Satie;-))
Rossana
p.s. mi piace Bollani, ma a dosi non massicce