Marco Damilano
Denise Pardo
L'Espresso
1 luglio 2008
Erano ministri e segretari, potenti e onnipresenti in tv. La disfatta della sinistra li ha travolti. Ora fanno i nonni, si danno al pilates o ai libri. Senza più uffici né auto blu.
Di questi tempi l'isteria rossa ha un sintomo, lo scatolone da trasloco, e un nome, la sindrome Besancenot, dal nome di Olivier, mesto trotzkista francese, politico quando ci sono le elezioni, postino, quando regolarmente le perde. Prima di Chianciano, regolamento dei conti rifondaroli, Paolo Ferrero stava già sviluppando gli anticorpi del morbo. Poi la salvezza: l'elezione a segretario di un partito a pezzi come il cofano della sua Mercedes, comprata di terza mano e a rate (ovvio), divelto dopo un corpo a corpo con un palo sulla strada del Festival dell'economia di Trento. Così ora, Ferrero, che a Roma abita con tre compagni e una compagna, nel senso di fidanzata, in un appartamento simil casa del popolo, ha il ruolo. La scampa lui.
Ma la sindrome si abbatte su Franco Giordano. Ecco l'ennesima vittima. Ad aprile, aveva perso il seggio da deputato come tutto il politburo della sinistra radical-arcobaleno. A maggio, l'altra mazzata: dimissioni da segretario di partito. Adesso, l'apocalisse, l'addio ai benefit della falce e martello che aveva mantenuto nonostante la perdita dell'amata carica: la segretaria, l'addetto stampa, il portaborse, la macchina (l'unica del partito) con autista, il compagno della vigilanza, la mazzetta dei giornali ad personam. E, ora l'odiato Ferrero installato nella nobile poltrona. Perdipiù con una pregevole opera di Mario Schifano alle spalle. E lui, Giordano, a spasso come un co.co.co. a curare l'orto di Massa Martana. Il cataclisma berlusconiano e veltroniano delle elezioni continua a farsi sentire. È il neo liberismo applicato al Parlamento, un fenomeno mai visto in Italia prima, dove la politica assicurava il posto fisso. Il 13 aprile ha spazzato via tutto. Nessun protezionismo, nessuna cassa integrazione, ma invece una massa di precari messi in mobilità dagli elettori e dai loro partiti, sottratti alla catena di montaggio dei pastoni dei tg, dei take d'agenzia, e degli estenuanti turni notturni da Bruno Vespa.
Ai giardinetti, ai giardinetti! Vincenzo Visco, ex Dracula delle tasse, si dedica intensamente ai suoi addominali. Dai 740 ai muscoli alla Rocco Siffredi: tutti i giorni a fare Pilates, la ginnastica Usa, con la sua personal trainer su e giù sull'apposita panca.
Dopo anni di potere ininterrotto, Palazzo Chigi, Authority, Viminale, Giuliano Amato si è fatto mettere la linea veloce di Internet nel posto che ha meno frequentato negli ultimi decenni: casa sua. Al Tennis club di Orbetello, fino ad aprile, nei week end era impossibile trovare un campo libero per palleggiare vicino al ministro dell'Interno, nota racchetta. Ora, per le prenotazioni non c'è più nessun problema. Amato c'è sempre. Ma adesso è soltanto il presidente onorario del circolo.
Oliviero Diliberto i voti non li ha persi. Solo che a votarlo mica sono gli italiani. Ma gli studenti del suo corso di diritto romano all'università di Roma, lezioni e udienze ogni lunedì e venerdì "Sono al terzo posto nella hit parade dell'indice di gradimento di tutta la facoltà", si pavoneggia lui, beato chi si accontenta.
A Ceppaloni, invece, l'anticamera di Clemente Mastella è vuota come un night di giorno. L'uomo che ha mandato tutto il governo di centro sinistra a casa, sverna nella villa avita, macina vasche nella piscina a forma di vongola e si è messo a dieta. Con un metro professionale da sarto, misura compiaciuto il dimagrimento del prosperoso collo, si confronta con la fedele colf e rilascia amene dichiarazioni sul cinguettio degli uccellini.
Nella giornata dei desaparecidos della politica, è calato un silenzio che è un urlo di dolore. Una mortificazione. Quella che notarono mille anni prima, gli imberbi Pier Ferdinando Casini e Marco Follini ricevuti dal dinosauro doroteo Mariano Rumor. "Hai visto? Ci ha dedicato un'ora" gongolava Follini. E Casini, già allora ben più smagato: " Deve essere al punto più basso. Il telefono non ha mai squillato".
Cosa non si fa pur di restare a galla Un libro, un'autobiografia, un pamphlet.
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