Guido Ruotolo
LA STAMPA
Meno reati gravi: ma sono tutti stranieri i carnefici di Roma
ROMA. E’ notte fonda in via Beppe Fenoglio. Uno si immagina di imbattersi nel «Partigiano Johnny» e invece sembra di incontrare il fantasma di James Dean. Arrivano sparate due auto, in via Ignazio Silone, proprio sotto il Ponte 5. Si fermano, scaldano i motori, è come se volessero sfidarsi. La loro pista è un lungo sottopasso a forma di anello, fatto di dieci ponti che uniscono altrettanti palazzoni. I motori tacciono, dalle due auto scendono i fantasmi di «Gioventù Bruciata». Tra file di lamiere parcheggiate, due ragazze portano un cane a passeggio. Come se fosse mezzogiorno e invece la luna sta quasi per andare a dormire. I militari di pattuglia lo hanno già fatto. Laurentino 38, quartiere nato a metà degli anni ‘70, in perlustrazione con due mezzi della prima sezione del Nucleo radiomobile dei carabinieri di Roma, diretta dal capitano Massimiliano Maccaroni. La radio gracchia: «Brucia un cassonetto in via delle Ciliegie».
Corviale, Tor Sapienza, Salaria, via Palmiro Togliatti, il Trullo, il Quarticciolo, La Rustica. Un tempo c’erano pezzi di questa Roma ostili e incattiviti. Proprio al Laurentino 38, gazzelle e volanti evitavano di passare per via Silone, per non diventare bersagli di ogni bendiddio che scaraventavano dai ponti. Oggi non è più così.
Roma città sicura, è vero, lo dicono le statistiche che calano (a partire dal primo semestre del 2007) furti, rapine, omicidi e violenze sessuali. Ma Roma soffre comunque. Il punto è che Ponte Galeria (dove è stata violentata e derubata la povera turista olandese) è anche in centro, o nel cuore della città eterna. E se oggi Roma è sull’orlo di una crisi di nervi è anche perché in pochi mesi ha subito un’aggressione bestiale da parte di carnefici stranieri (tutti romeni).
Giovanna Reggiani (ottobre scorso) fu violentata e uccisa all’uscita della stazione di Tor di Quinto. Luigi Moriccioli (luglio 2007) fu derubato e ucciso a bastonate a Tor di Valle. Vanessa Russo, morì (aprile scorso) infilzata da un ombrello nella stazione metrò di Termini. Ma anche con le rapine violente non si scherza. Ne hanno fatto le spese, solo per citare due personaggi famosi, il regista Giuseppe Tornatore (agosto 2007), picchiato all’Aventino. O il giornalista televisivo Lamberto Sposini (ottobre scorso), derubato al Colosseo. Tutti da romeni.
Il servizio di pattugliamento dei due mezzi del 112 inizia alle sette di sera a Corviale, un serpentone di un chilometro di cemento dove vivono quattromila persone. Verrebbe da dire che Corviale ricorda le Vele di Secondigliano. Ma è una bestemmia solo fare quest’accostamento perché Corviale è anche un sentimento di riscatto, di presenza di una Roma legale e civile. Uno slargo, parcheggio. Due scene. Passeggiano due ragazzini. Barbara ha 13 anni, terza media da frequentare. Maglietta gialla su minigonna nera, due occhialoni neri: «Corviale violenta? Molti se le inventano le storie. Io ci vivo bene. Solo una volta ho visto due che litigavano e uno imbracciava il fucile». A pochi metri una tribù di bambini di tutte le altezze, un nonno papà, due mogli e figlie: «Veniamo dalla Bosnia. I romeni fanno troppi casini. Noi nomadi no, facciamo solo elemosine o ferro». Passa uno con lo «scuterone» senza casco. Parabole. Largo Odoardo Tabacchi, una scritta («Lory per sempre»). Tre bambine in trasferta dai nonni dal Trullo e dalla Laurentina: «Da noi si sta meglio. Qui ci sono un po’ di drogati». I carabinieri del 112 controllano i box dei sotterranei di Corviale. Auto impolverate, con pezzi smontati.
Il Trullo. La piazza, un camper dei carabinieri, presidio mobile. Alle otto di sera è già deserto. La radio della gazzella: «... zingari che prelevano benzina da un distributore...». Tor Sapienza. Tutto tranquillo. Dalla centrale: «..la signora Maria S... via Ostuni, Quarticciolo... dice che è tornata dalle vacanze e ha trovato la casa occupata...».
Un viaggio nella Roma che non dorme, che si anima di fantasmi, di sesso a pagamento, di sofferenze e violenze. E’ un viaggio alla ricerca di una città che non c’è più. Quelle periferie «pericolose», come il Tufello piuttosto che San Basilio, oggi si sono «civilizzate». I figli delle tante bande della Magliana si sono trasferiti nelle nuove periferie dei Castelli Romani, dei comuni del reatino, lungo il litorale laziale. E gli spazi lasciati vuoti sono stati occupati dalle nuove leve violente, sbandate, arrivate dall’Est, soprattutto dalla Romania.
Roma Est, Colli Aniene, l’Anagnina alle spalle. I militari hanno smontato da un pezzo. Prostitute. Piazzale Pino Pascali è il ritrovo dei trans. Anche alle dieci di sera. Tor Sapienza conosce un ripopolamento straniero. Il Quarticciolo ha le stesse case popolari del Trullo. Ragazzi del muretto. Pausa. Ristorante «I due colonnelli», via Tor Sapienza. Il titolare: «Qui è tranquillo. Sotto la Roma-l’Aquila c’è di tutto. La Rustica e Casale Caletto hanno problemi».
Mezzanotte è già passata. E’ l’ora del sesso a pagamento. Via Giorgio Morandi, via Palmiro Togliatti, Tor Bellamonaca e poi via Salaria. La ragazza, bellissima, ha 25 anni: «Sono romena, non ho protettori». In via Collatina tra un gruppo di nigeriane, una coppia di cinesi alla fermata del bus. Via Tiburtina, la città alle spalle. «Alcune prostitute... hanno denunciato di essere state rapinate da un uomo alla guida di una Panda con targa tedesca...». L’allarme del 112 viene raccolto da una volante della polizia, che ferma la Panda. Guidava un italiano e a bordo aveva la refurtiva e tre coltelli. E’ la notte della retata antiprostituzione della questura di Roma. Fermate in 40, 35 romene. Roma si sveglia, il sindaco Alemanno va in ospedale a trovare i due turisti olandesi. Si commuove e chiede scusa.
Corviale, Tor Sapienza, Salaria, via Palmiro Togliatti, il Trullo, il Quarticciolo, La Rustica. Un tempo c’erano pezzi di questa Roma ostili e incattiviti. Proprio al Laurentino 38, gazzelle e volanti evitavano di passare per via Silone, per non diventare bersagli di ogni bendiddio che scaraventavano dai ponti. Oggi non è più così.
Roma città sicura, è vero, lo dicono le statistiche che calano (a partire dal primo semestre del 2007) furti, rapine, omicidi e violenze sessuali. Ma Roma soffre comunque. Il punto è che Ponte Galeria (dove è stata violentata e derubata la povera turista olandese) è anche in centro, o nel cuore della città eterna. E se oggi Roma è sull’orlo di una crisi di nervi è anche perché in pochi mesi ha subito un’aggressione bestiale da parte di carnefici stranieri (tutti romeni).
Giovanna Reggiani (ottobre scorso) fu violentata e uccisa all’uscita della stazione di Tor di Quinto. Luigi Moriccioli (luglio 2007) fu derubato e ucciso a bastonate a Tor di Valle. Vanessa Russo, morì (aprile scorso) infilzata da un ombrello nella stazione metrò di Termini. Ma anche con le rapine violente non si scherza. Ne hanno fatto le spese, solo per citare due personaggi famosi, il regista Giuseppe Tornatore (agosto 2007), picchiato all’Aventino. O il giornalista televisivo Lamberto Sposini (ottobre scorso), derubato al Colosseo. Tutti da romeni.
Il servizio di pattugliamento dei due mezzi del 112 inizia alle sette di sera a Corviale, un serpentone di un chilometro di cemento dove vivono quattromila persone. Verrebbe da dire che Corviale ricorda le Vele di Secondigliano. Ma è una bestemmia solo fare quest’accostamento perché Corviale è anche un sentimento di riscatto, di presenza di una Roma legale e civile. Uno slargo, parcheggio. Due scene. Passeggiano due ragazzini. Barbara ha 13 anni, terza media da frequentare. Maglietta gialla su minigonna nera, due occhialoni neri: «Corviale violenta? Molti se le inventano le storie. Io ci vivo bene. Solo una volta ho visto due che litigavano e uno imbracciava il fucile». A pochi metri una tribù di bambini di tutte le altezze, un nonno papà, due mogli e figlie: «Veniamo dalla Bosnia. I romeni fanno troppi casini. Noi nomadi no, facciamo solo elemosine o ferro». Passa uno con lo «scuterone» senza casco. Parabole. Largo Odoardo Tabacchi, una scritta («Lory per sempre»). Tre bambine in trasferta dai nonni dal Trullo e dalla Laurentina: «Da noi si sta meglio. Qui ci sono un po’ di drogati». I carabinieri del 112 controllano i box dei sotterranei di Corviale. Auto impolverate, con pezzi smontati.
Il Trullo. La piazza, un camper dei carabinieri, presidio mobile. Alle otto di sera è già deserto. La radio della gazzella: «... zingari che prelevano benzina da un distributore...». Tor Sapienza. Tutto tranquillo. Dalla centrale: «..la signora Maria S... via Ostuni, Quarticciolo... dice che è tornata dalle vacanze e ha trovato la casa occupata...».
Un viaggio nella Roma che non dorme, che si anima di fantasmi, di sesso a pagamento, di sofferenze e violenze. E’ un viaggio alla ricerca di una città che non c’è più. Quelle periferie «pericolose», come il Tufello piuttosto che San Basilio, oggi si sono «civilizzate». I figli delle tante bande della Magliana si sono trasferiti nelle nuove periferie dei Castelli Romani, dei comuni del reatino, lungo il litorale laziale. E gli spazi lasciati vuoti sono stati occupati dalle nuove leve violente, sbandate, arrivate dall’Est, soprattutto dalla Romania.
Roma Est, Colli Aniene, l’Anagnina alle spalle. I militari hanno smontato da un pezzo. Prostitute. Piazzale Pino Pascali è il ritrovo dei trans. Anche alle dieci di sera. Tor Sapienza conosce un ripopolamento straniero. Il Quarticciolo ha le stesse case popolari del Trullo. Ragazzi del muretto. Pausa. Ristorante «I due colonnelli», via Tor Sapienza. Il titolare: «Qui è tranquillo. Sotto la Roma-l’Aquila c’è di tutto. La Rustica e Casale Caletto hanno problemi».
Mezzanotte è già passata. E’ l’ora del sesso a pagamento. Via Giorgio Morandi, via Palmiro Togliatti, Tor Bellamonaca e poi via Salaria. La ragazza, bellissima, ha 25 anni: «Sono romena, non ho protettori». In via Collatina tra un gruppo di nigeriane, una coppia di cinesi alla fermata del bus. Via Tiburtina, la città alle spalle. «Alcune prostitute... hanno denunciato di essere state rapinate da un uomo alla guida di una Panda con targa tedesca...». L’allarme del 112 viene raccolto da una volante della polizia, che ferma la Panda. Guidava un italiano e a bordo aveva la refurtiva e tre coltelli. E’ la notte della retata antiprostituzione della questura di Roma. Fermate in 40, 35 romene. Roma si sveglia, il sindaco Alemanno va in ospedale a trovare i due turisti olandesi. Si commuove e chiede scusa.
1 commento:
Questi romeni stanno dando ragione a chi teme la violenza degli extra-comunitari; quanto meno stanno fornendo delle formidabili argomentazioni al centro-destra, le cui reazioni sono però semplicemente scomposte ed indecenti e stanno attecchendo anche nei "Pronto Soccorso" degli ospedali, almeno della Campania.
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