martedì 19 agosto 2008

Rinasco rinasco nel 1940!


Umberto Eco
L'Espresso
8 agosto 2008
Come negli anni '40, ci sono fascisti al governo. Non solo loro, non più esattamente fascisti, ma che importa, si sa che la storia si dà una prima volta in forma di tragedia e una seconda in forma di farsa

La vita altro non è che una lenta rimemorazione dell'infanzia. D'accordo. Ma quello che rende dolce questo rimembrare è che, nella lontananza della nostalgia, ci appaiono belli anche i momenti che allora ci sembravano dolorosi, persino il giorno che si è scivolati nel fosso slogandosi un piede, e si è dovuto rimanere a casa per 15 giorni ingessati con la garza imbevuta di bianco d'uovo.
Personalmente ricordo con tenerezza le notti passate nel rifugio antiaereo: ci avevano svegliato nel bel mezzo del sonno più profondo, trascinati in pigiama e cappotto in un sotterraneo umido, tutto in cemento armato, illuminato da lampadine fioche, e giocavamo a rincorrerci mentre sopra le nostre teste esplodevano colpi sordi che non sapevamo se fossero della contraerea o delle bombe.
Le nostre mamme tremavano, dal freddo e dalla paura, ma per noi era una strana avventura. Ecco cos'è la nostalgia.
Pertanto siamo disposti ad accettare tutto ciò che ci ricordi gli orribili anni Quaranta, ed è il tributo che paghiamo alla nostra vecchiaia.
Com'erano le città a quell'epoca? Buie di notte, quando l'oscuramento obbligava i radi passanti a usare lampadine non a pila bensì a dinamo, come il fanale della bicicletta, che si caricava per frizione azionando spasticamente a mano una sorta di grilletto. Ma più tardi era sopravvenuto il coprifuoco, e per strada non si doveva andare.
Di giorno la città era percorsa da reparti militari, meno sino al 1943, quando in città c'era il Regio Esercito accasermato, ma più intensamente ai tempi della Repubblica di Salò, dove nelle metropoli passavano continuamente manipoli e ronde di marò della San Marco o di Brigate Nere, nei paesi più facilmente gruppi di partigiani, gli uni e gli altri armati sino ai denti.
In questa città militarizzata in certe situazioni erano proibiti gli assembramenti, sciamavano ancora torme di Balilla e Piccole Italiane in divisa, e di scolaretti in grembiule nero che uscivano da scuola a mezzogiorno, mentre le mamme andavano a comperare il poco che si trovava nei negozi di alimentari, e se volevi mangiare del pane non dico bianco ma non ributtante e fatto di segatura, dovevi pagare somme considerevoli al mercato nero.

In casa la luce era fioca, per non dire del riscaldamento, limitato alla sola cucina. A notte si dormiva col mattone caldo nel letto e ricordo con tenerezza persino i geloni.
Ora non posso dire che tutto questo sia tornato, certo non integralmente. Ma comincio a riavvertirne il profumo. Tanto per cominciare ci sono fascisti al governo. Non solo loro, non più esattamente fascisti, ma che importa, si sa bene che la storia si dà una prima volta in forma di tragedia e una seconda volta in forma di farsa.
In compenso a quei tempi apparivano sui muri manifesti in cui si vedeva un nero americano ributtante (e ubriaco) che tendeva la mano adunca verso una bianca Venere di Milo. Oggi vedo in televisione volti minacciosi di negri smagriti che stanno invadendo a migliaia le nostre terre e francamente intorno a me la gente è ancora più spaventata di allora.
Sta tornando il grembiule nero nelle scuole, e non ho nulla contro, meglio della T-shirt firmata dei bulli, salvo che avverto in bocca un sapore di madeleine imbevuta di tiglio e come Gozzano mi viene da dire "rinasco, rinasco, nel milnovecento e quaranta". Ho appena letto su un giornale che il sindaco leghista di Novara ha proibito che di notte, nel parco, si riuniscano più di tre persone. Attendo con un brivido proustiano il ritorno del coprifuoco.
I nostri militari si stanno battendo contro ribelli dal volto colorato in Asie (purtroppo non più in Affriche) più o meno orientali. Ma vedo reparti dell'esercito, bene armati e con tute mimetiche, anche sui marciapiedi delle nostre città. L'esercito, come allora, non combatte solo alle frontiere ma fa operazioni di polizia. Mi sembra di ritrovarmi in Roma Città Aperta.
Leggo articoli e odo discorsi assai simili a quelli che leggevo allora su 'La difesa della razza', che non solo attaccavano gli ebrei ma anche zingari, marocchini e stranieri in genere. Il pane sta diventando carissimo. Ci stanno avvertendo che dovremo risparmiare sul petrolio, limitare lo spreco di energia elettrica, spegnere le vetrine di notte. Calano le auto e riappaiono i Ladri di Biciclette. Come tocco di originalità, tra un po' sarà razionata l'acqua.
Non abbiamo ancora un governo al Sud e uno al Nord, però c'è chi sta lavorando in questa direzione.
Mi manca un Capo che abbracci e baci castamente sulla guancia prosperose massaie rurali, ma ciascuno ha i suoi gusti.
(08 agosto 2008)

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