MATTIA BERNARDO BAGNOLI
LA STAMPA
6 settembre 2008
Dagli archivi di Stato britannici, grazie al Freedom of Information Act, la legge che permette l’accesso a documenti ministeriali un tempo top-secret, spunta la vicenda da intrigo internazionale del marchese Ferrante, console generale d’Italia presso il protettorato di Malta. Ovvero il nemico numero uno dei servizi segreti britannici di stanza sull’isola. Ferrante, infatti, dopo essere stato trasferito nella roccaforte mediterranea dell’Impero, si trasforma negli occhi del Regime mussoliniano. «Pensavamo che il marchese Ferrante si sarebbe limitato a svolgere attività culturali e a occuparsi dei suoi impegni sociali - spiega un rapporto segreto datato 14 gennaio 1936 - ma dopo i primi arresti che hanno colpito gli agenti italiani presenti a Malta appare chiaro che il console in persona sia diventato il direttore delle operazioni di spionaggio: è un uomo molto intelligente, sposato con una cittadina americana e accompagnato da due figlie sveglie e graziose».
Il periodo è delicato. L’Europa è percorsa da venti di guerra e Malta per la Royal Navy rappresenta un porto essenziale. Ma la sua vicinanza con lo Stivale la rende instabile: solo l’anno precedente - il 1934 - gli inglesi avevano abolito l’italiano come lingua corrente sull’isola. E si apprestavano a spegnere ogni focolare pro-italico per garantirsi un teatro di operazioni affidabile. «Ammesso che si taglino le attività del Consolato italiano - continua il rapporto - e si prendano azioni immediate per arrestare un numero limitato di persone nel porto e altrove, il rischio di sabotaggi non dovrebbe essere alto».
«Sono dell’opinione - scrive a Londra un ufficiale dei servizi segreti dalla Valletta - che Malta sarebbe molto più sicura senza la presenza dell’intera famiglia Ferrante. Il marchese è sposato a un’americana alquanto affascinante e insieme hanno accesso a tutti i circoli dell’isola. Un’entratura che sfruttano in ogni potenziale». Le attività di spionaggio comprendono dettagliate missive - spedite attraverso la borsa consolare - sull’andirivieni delle corazzate britanniche nel porto di Malta. I britannici sono talmente preoccupati che pensano bene d’infiltrare una spia nel cuore stesso del Consolato, così da tenere sotto controllo le mosse dell’intera famiglia. E scoprono che Miss Virginia Ferrante, la figlia del console, viene usata come spia per acquisire informazioni sensibili - grazie alle sue frequentazioni con il circolo degli ufficiali. È stata proprio Virginia - mette in guardia la spia - ad essere entrata in possesso di importanti dettagli «sulle due torrette della H.M.S Courageous».
«Credo si stia dando troppo spago al Console italiano - scrive in un dispaccio datato 7 gennaio 1936 uno 007 britannico - e propongo che ai nostri giovani ufficiali sia vietato divenire socialmente coinvolti con la famiglia Ferrante. Sinora ci siamo mantenuti su di un livello generico: penso sia giunto il momento d’intraprendere azioni più energiche». In un altro dispaccio, poi, gli uomini del servizio segreto informano Londra che «le manovre dell’esercito e della flotta sono riportate a Roma praticamente senza sosta». Una situazione che, con il passare del tempo, diviene insostenibile. «Sappiamo - dice un rapporto top-secret destinato all’ufficio guerra di Londra - che chiedere la rimozione del console Ferrante potrebbe avere delle ripercussioni sulla nostra rete diplomatica in Italia. Ciò nonostante crediamo sia una misura ormai necessaria. Per convincere gli italiani delle nostre ragioni sarà sufficiente citare l’episodio Virginia». La famiglia Ferrante abbandonerà Malta quello stesso anno.
1 commento:
Altri tempi, altro stile. Oggi sarebbero stati ammazzati.
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