sabato 13 settembre 2008

L'ENNESIMA VERGOGNA EBOLITANA




Luigi Morsello

Alle spalle degli edifici scolastici che insistono su piazza della Repubblica (quel che ne resta dopo i dissennati interventi della precedente amministrazione comunale) v’erano due fazzoletti di terra, con muretti di contenimento a sud, preda delle erbacce.

Rimasero tali per lungo tempo, poi qualcuno pensò di piantarvi degli eucalipti.

Però fu commesso un errore, i paletti di sostegno delle piante erano stati tagliati di fresco, per cui misero radici germogliando foglie, a danno degli eucalipti appena piantati.

Bisognava fare qualcosa, ma chi se ne occupava per conto del comune non sapeva cosa fare, non aveva cognizioni di agraria.

Non sapeva che la linfa che serve alle piante per vivere scorre lungo la corteccia, bastava interrompere questo flussi ed i paletti di sostegno si sarebbero essiccati, cessando di essere di danno agli eucalipti.

Suggerii a quell’incaricato di tagliare la corteccia dei paletti di sostegno alla base, con due tagli circolari, scortecciandoli.

Così fece e gli eucalipti per il momento furono salvi.

Poi mi allontanai da Eboli, iniziai a lavorare, a dirigere carceri, per 40anni.

Ogni anno tornando per le ferie estive vedevo questi eucalipti crescere rigogliosi. Poi iniziarono alcuni a decadere, non ricordo le ragioni, sono piante estremamente vitali.

Insomma, gli spiazzi erano pur sempre desolanti.

Nel 1999 o giù di lì l’amministrazione comunale in carica pensò bene di intervenire e di realizzare due iniziative, una per i bambini e l’altra per le persone anziane. Fu fatto un bel lavoro e per un po’ durò, non saprei dire per quanto tempo, anni sicuramente.

Ma si sa, le cose belle non durano se non vi si fanno le necessarie manutenzioni, non sono state fatte e la decadenza delle opere realizzate fu inevitabile.

All’azione del tempo e delle situazioni metereologiche, alla omissione delle manutenzione si aggiunse il vandalismo che caratterizza questa generazione scellerata, che sporca, imbratta, distrugge per il solo gusto di distruggere.

Ci vorrebbe un sociologo per fare una analisi delle cause, delle motivazioni.

Ci provo a dare qualche indicazione, a svolgere qualche considerazione, partendo dalla mia infanzia, quando la piazza della Repubblica era ancora un doppio ellissi, in terra battuta.


Frequentavo le scuole medie in uno dei due edifici scolastici di cui sopra, vi frequentai anche il ginnasio ed il liceo classico.

Tornado alle origini, le nostre famiglie ci inculcavano il rispetto dell’Autorità, che loro stesse sentivano molto forte.

Bastava scorgere in lontananza un vigile urbano per auto-verificare se eravamo, inconsapevolmente, in una qualche infrazione, per esempio camminare sui prati (allora c’erano, non proprio impeccabili, ma c’erano).

Si scappava subito via e i questo modo ci facevamo notare ed il vigile, pur non riscontrando alcuna infrazione, ci vociava dietro.

Questo era il clima sociale, che partiva dalla famiglia per proiettarsi nella vita sociale.

Se poi vedevamo un carabiniere allora la tremarella era ancora più forte.

Crescendo, il massimo della trasgressione era rompere, stupidamente, qualche vetro delle scuole che frequentavamo.

Come si è disgregata la situazione sociale, almeno in Eboli e perché è accaduto ? Boh !

Se noi ragazzini dell’epoca, subito dopo la fine della II^ guerra mondiale
avevamo le ‘pezze al sedere?, letteralmente, eravamo indubbiamente educati e rispettosi.

Man mano che crescevamo ci appassionava la politica, le rumorose campagne elettorali, le marcette, “avanti popolo” e “biancofiore”, con altoparlanti che più che diffondere suoni, gracchiavano assordanti, ferocemente.


Leggevamo “Selezione dal Reader’s Digest”, eravamo per più filoamericani, democristiani e sostenevamo ‘discussioni’ interminabili fra noi compagni di scuola e studenti delle medie, passeggiando fino al viale della stazione ferroviaria, spingendoci qualche volta col bel tempo e di primavera anche sulla collina di S. Giovanni.

Luoghi ormai deturpati irrimediabilmente.

Facevamo anche la corte alle ragazze, spiavamo uno sguardo, un sorriso che significasse che eravamo graditi.

Basta con le rimembranze.

Oggi cosa c’è fra i giovani.

C’è di che orripilare, la fiera del cattivo gusto, dell’esibizionismo, dell’esibizione di ombelichi, culi e tette, indumenti (calzoncini e gonne microscopiche) portati al livello del pube e dell’attaccatura delle chiappe.

Ragazze e ragazzi.

Al mare è possibile vedere uomini, giovani e meno giovani, esibire senza ritegno pance spropositate, prominenti, con calzoncini da bagno anch’essi, per forza di cose (dovrebbero farseli fare su misura) a fil di culo e di ‘pisello’.

Domandi e ti viene risposto: è un avvocato, è questo, è quello. Non miserabili, reietti, gente abbiente, benestante.

Per non parlare di ragazzini e ragazzine (per davvero, probabilmente anche minori dei 14 anni) che si spiazzano senza ritegno, quando non arrivano a fare anche un po’ di ‘petting’, in pubblico.

Allora ti chiedi: madri e padri ne hanno o sono orfani ?

Bene, come sorprendersi allora degli atti di vandalismo, che non risparmiano niente, la facciate degli edifici, le opere pubbliche.

Ho fatto un mare di fotografie, le esporrò in ‘slideshow’ del mio blog, per testimoniare cos’è oggi la società ebolitana, così come si esprime da ciò che appare.

Torniamo ai due spiazzi.

Sono stati dedicati alla memoria di Antonio Cassese, medico dentista, sindaco della città di Eboli, senatore della Repubblica italiana.

Una figura storica.

Sono ridotti in uno stato pietoso.

Il ‘Giardino della Terza età’ e il ‘Parco giochi dei bambini” sono un letamaio, un accumulo di rifiuti, il primo è inaccessibile da molto tempo, è sbarrato da una catena ed un grosso lucchetto.

Il secondo è ancora aperto e praticato dai bambini, anche un po’ grandicelli.

Il vespasiano, un moderno vespasiano, l’unico esistente in Eboli è chiuso.

I manufatti in legno sono in parte demoliti, le assi em le tavole di legno accatastate all’esterno.

Le erbacce hanno invaso la anche il campo bocce.

La fontanella del parco giochi dei bimbi perde acqua, di continuo, che si perde nel terreno, ammuffito.

Lo stato di abbandono è ancor più rimarchevole ove si consideri che siamo al centro di Eboli, a ridosso di piazza della Repubblica !

Viene fatto di chiedersi: ma non era meglio dedicare risorse ed attenzione a questi luoghi pubblici, piuttosto che fare la guerra (pericolosa) all’abusivismo edilizio in località Campolongo, in riva al mare, nel comprensorio del comune di Eboli ?

No, non dà visibilità !

E così sia.

E oggi, cosa accade oggi ? Perché l’attuale amministrazione comunale non se ne occupa ?

Non credo che si farà qualcosa oggi per ripristinare quelle due utilità pubbliche.

Qualora dovesse accadere, allora ne darò testimonianza: un altro ‘Miracolo a Eboli’ dopo quello delle multe (due)elevate in piazza della Repubblica !


1 commento:

Anonimo ha detto...

Fratello, mi hai fatto venire un coccolone, al pensiero di un'epoca che non c'è più e di un paese che non c'è più! Purtroppo.
Ciao
Madda