«CRISI PROFONDA» - È per tutti questi motivi, sostiene, che il Pd deve costruire l'alternativa del governo «in un paese in cui c'è una crisi profonda economica e civile». Poi, risponde colpo su colpo alle critiche alla sua leadership, arrivate in particolare
«DIASPORA A SINISTRA» - Il segretario lancia però un chiaro avvertimento: «Se entra in crisi il progetto del Pd, nel centrosinistra si aprirebbe una diaspora difficilmente conciliabile. Nel caravan serraglio della litigiosità italiana i partiti che si sono uniti, dopo sei mesi si sono separati. Noi invece stiamo costruendo un'identità politica che non è scritta sull'acqua». Il segretario del Pd sa che «la navigazione è complicata ma prima di tutto è affascinante e poi non c'è alternativa». Riprendendo le parole di un giovane delegato, ha spiegato che «il Pd non è un partito né di ex né di post, ma di democratici e democratiche» e che «nella società italiana sta succedendo il più grande investimento del riformismo italiano. In pochi mesi stiamo compiendo passi giganteschi, costruendo un'identità nuova, non un'assemblea di reduci». Qual è il futuro del Pd? «Questo tran tran deve finire. Ora è venuto il momento per tornare tra la gente e ricominciare a cercare il consenso».
IL «SONDAGGIO CHOC» - «Oggi i giornali - ha aggiunto Veltroni - parlando di 'sondaggio choc': il Pd al 30%. Non so dove sia lo choc, dopo tutto quello che è successo e quello che leggo sui giornali. Nelle condizioni date abbiamo la possibilità di crescere molto». Tutto questo però all'interno di «un paese senza guida, cioè senza chi sappia leggere le contraddizioni che ci sono nel paese e quando si spegneranno i fuochi d'artificio si vedrà un paese con un paesaggio di macerie». Secondo Veltroni il Pd deve servire a costruire l'alternativa del governo in un paese «in cui c'è una crisi profonda economica e civile».
IDV: «NON ABBIAMO ROTTO PATTO MA PD HA APERTO A BERLUSCONI» - Pronta la replica del capogruppo dipietrista alla Camera, Massimo Donadi. L’Italia dei valori «non ha rotto nessun patto» ma «è stata costretta alla scelta di un proprio gruppo autonomo proprio per l’incapacità del Pd di darsi, fino a qui, una linea chiara e unitaria e, soprattutto, dall’aver Veltroni confuso un proficuo dialogo istituzionale con un’apertura di credito alla cieca a Berlusconi, il quale lo ha ripagato soltanto con leggi ad personam». «Piuttosto che inveire contro i propri alleati - aggiunge Donadi- il Pd farebbe piuttosto bene a interrogarsi sulle ragioni della sconfitta e della crescente disaffezione dei suoi elettori. Per quanto ci riguarda, l’alleanza con il Pd resta il perno indiscutibile della nostra azione politica ma crediamo anche che sarebbe bene che gli eredi dell’ex Pci abbandonassero una volta per tutte il loro antico complesso da primi della classe».
«VELTRONI CONFUSO» - Secondo il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti «Veltroni è sempre più confuso: il giudizio sul governo del Paese viene dall'indice di fiducia degli italiani che ha raggiunto livelli record oltre il 60% e fino al 67% per il presidente Berlusconi. Ma come può dire Veltroni che il Paese è senza guida? Le macerie le ha lasciate il governo della sinistra portando il carico fiscale sui cittadini oltre il 43%». Poco tenero anche il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. «Veltroni è accecato dalla sconfitta del Pd e dalla sua incapacità di guidare il partito, che presenta profonde divisioni interne».
1 commento:
Quando un leader politico replica ad un altro parlando di offese a destra e a manca, allora la situazione è preoccupante ma non è seria.
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