CLAUDIA FUSANI
La Repubblica
6 settembre 2008
Veltroni scalda i muscoli in mattinata. Il segretario arriva alla Fortezza da Basso intorno alle dieci di mattina. Non aveva ancora messo piede alla Festa Democratica, anno primo dopo la festa dell'Unità, tra gli stand e nei vialetti che in due settimane hanno ospitato più di un milione di persone. Veltroni aveva in programma un incontro "tecnico" con i dirigenti locali ma alla fine improvvisa un comizio di circa cinquanta minuti. Per dire: "Il partito democratico non è un partito né di ex né di post ma di democratici e di democratiche", "non è un'assemblea di reduci che sta insieme per contrastare la malinconia". Soprattutto "non alza bandiera bianca". Come invece vorrebbe qualcuno. Poi se ne va a Cortona per il matrimonio di Jovanotti. Torna alle sei, come previsto.
Parisi "offende" la base del Pd, Di Pietro "ha tradito", D'Alema faccia squadra. Prima di dire le cose da fare "fuori" dal partito, Veltroni cerca di fare chiarezza dentro il partito. A cominciare da Arturo Parisi che ieri aveva criticato il governo ombra del Pd ed elogiato il governo Berlusconi. "Molti dirigenti del Pd sparano bordate per finire sui giornali senza preoccuparsi se il corpo collettivo del partito subisce danni" dice Veltroni. E comunque, Parisi "ha offeso il 34 per cento degli italiani", quelli che hanno votato Pd. Toni altrettanto duri contro Di Pietro. Perché ti sei alleato con lui, gli chiede Mentana. "Per dare l'idea di essere più forti e vincenti. Poi Di Pietro aveva sottoscritto un programma e accettato di fare gruppo parlamentare unico. Quando ha visto che aveva i numeri per andare per conto suo, ha scelto di tradire...". Un paio di messaggi anche per D'Alema. Il primo: "Bene discutere, dare vita ad organismi e associazioni - dice Veltroni - ma il tesseramento quello no, anche perché deve essere uno solo. E soprattutto a un certo punto la discussione deve finire". Il secondo: "Voglio coinvolgere tutti i dirigenti, ma certo, purché tutti diano veramente una mano e facciano squadra". Sufficiente per l'ex ministro degli Esteri che ha chiesto di essere coinvolto?
Follini dice che "oggi Veltroni s'è scrollato la polvere della sconfitta". La maggioranza sorride da lontano e parla di un leader dell'opposizione "in confusione". La tensioni interne, almeno per un giorno, sembrano congelate. Presto per dire missione compiuta. Ma il Pd oggi sembra aver ritrovato una strada.
3 commenti:
RIDICOLO !
Nei giorni scorsi, un'influenza mi ha messa ko e, non riuscendo a capire quel che leggevo, ho trascorso molto tempo davanti al televisore. Su un canale satellitare di nome "nessuno"(forse alludeva?)ho seguito una buona parte delle interviste a Veltroni e mi è capitato di ascoltare proprio quella di chiusura della festa. L'impressione che ne ho ricevuta è che siano pochissimi i politici a capire realmente i problemi che si stanno accumulando a causa di politiche consumistiche e dissennate e che comunque a nessuno passi per la testa che sarebbe il caso di pensare a correre concretamente ai ripari. Qui si campa ancora di rendita, e le briglie sono sciolte per chiunque voglia agire per scopi non proprio socialmente etici visto che, a furia di depenalizzare, va a finire in galera soltanto il poveraccio che vende borse taroccate. Parisi che fa sentire il suo dissenso è un tafazzista desideroso soltanto di mettersi in mostra, Di Pietro un traditore. Ho sentito molte parole ma , forse perche non stavo bene, non ho capito quale sia realmente la linea politica del PD e quali le strategie individuate per attuarla.
Vorrei capire, infine, che cosa significa la manifestazione del 25 ottobre, secondo me fuori tempo e fuori luogo.Alla fine della petizione promossa dal PD"Salva l'Italia", leggo:"Non è questo il governo che il Paese merita." Mi permetto di dissentire, visto che la maggioranza degli italiani ha scelto questo governo, è proprio questo il governo che si merita.
Bah!
rossana
Molto bene, concordo pienamente.
Appare di tutta evidenza che il PD è un ectoplasma e che Uolter Veltroni dovrebbe chiedere soccorso, con una seduta spiritica a suo padre (è morto che Uolter era in fasce), geniale uomo di televisione, perchè lui, Uolter, pover'uomo, davvero non ce la fa a capirlo: deve dimettersi, andare via. Non fa per lui. Non c'è lo straccio di una speranza di uno statista nel PD.
Sta aprendo la strada, anzi, ormai l'ha bell'e fatto, ad un ventennio berlusconiano, del capo e dei suoi delfini.
Io non andai alla "primarie" questa volta, non ho un minimo di responsabilità per essere lui alla guida (si fa per dire) del PD.
Quanto godo al pensiero di come se la sta godendo Prodi oggi, anche se sono convinto, con una punta di sofferenza, nel vedere lo sfascio a cui il suo, il nostro paese è stato ed è sottoposto.
Non so che dire, non se che fare, se non sperare che gli anticorpo profondi della nazione (ma ci sono mai stati ?) reagiscano guarendola dall'infezione berlusconiana.
Altrimenti, si salvi chi può, la nave affonda !
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