martedì 28 ottobre 2008

Cassazione: resta in Italia causa per eredità Agnelli



ROBERTO ORMANNI
Roma, 28 ott (Velino) - Resterà in Italia la causa avviata da Margherita Agnelli per decidere sull’eredità del padre, il senatore Gianni Agnelli. Le sezioni unite della Cassazione hanno respinto oggi il ricorso di Marella Caracciolo, la moglie dell’Avvocato, del legale di famiglia l’avvocato Franzo Grande Stevens, e del commercialista Siegfrid Maron. Maron, Caracciolo e Grande Stevens avevano sollevato un’eccezione di giurisdizione, affermando che le controversie relative all’eredità Agnelli dovessero essere discusse da un tribunale svizzero e non dai giudici di Torino ai quali Margherita Agnelli si era rivolta per ottenere un rendiconto dei beni oggetto dell’eredità. I giudici della Suprema Corte invece, con la sentenza 25875, hanno sottolineano che “la successione del senatore Giovanni Angelli si è aperta in Italia” e dunque, per le norme in materia, “dovrà essere il giudice di questo Paese, ossia del luogo dove si è aperta la successione, a conoscere e decidere le eventuali questioni in materia”.

In particolare la Cassazione spiega che la decisione è anche una conseguenza della stessa Convenzione di Lugano secondo la quale proprio le cause ereditarie rientrano nella competenza delle leggi dello stato nel quale si è aperta la successione. Precisano i giudici che anche se “l’accertamento pregiudiziale” richiesto dalla figlia di Agnelli, cioè il rendiconto dei beni, nel caso in cui fosse favorevole potrebbe portare “alla chiusura transattiva” della questione, cioè ad un accordo, questo aspetto riguarda il merito della controversia e “pertanto non modifica la competenza del giudice italiano”.

(ror) 28 ott 2008

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