sabato 29 novembre 2008

Alfano: autoassolto

ANTONIO DI PIETRO


Pubblico una lettera inviatami da Luigi Li Gotti, senatore e capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Giustizia , sullo scandalo che ha travolto il concorso per magistrati ordinari tenutosi a Milano il 19, 20 e 21 novembre scorsi. Sono pienamente d'accordo con Luigi.
“Caro Antonio,
nei giorni dal 19 al 21 novembre 2008 si sono tenute a Milano le prove scritte del concorso a 500 posti di magistrato ordinario.
Secondo la legge è vietato introdurre nell’aula d’esame carta da scrivere, appunti, manoscritti, libri o pubblicazioni di qualunque genere non autorizzati inclusi telefoni cellulari, agende elettroniche e qualsiasi strumento idoneo alla memorizzazione di informazioni o alla trasmissione di dati.
Per introdurre qualsiasi materiale bisogna dunque seguire un’apposita procedura di consegna, controllo e convalida dei codici e dei testi di legge di cui è ammessa la consultazione in sede di esame.Come si legge dai giornali quel che è accaduto è di una gravità inaudita. Alcuni candidati erano provvisti di materiale che non poteva essere autorizzato ma che, nelle vie di fatto, lo era stato con tanto di vidimazione del Ministero della giustizia che ne avrebbe attestato l’ammissibilita`.
Ciò che è accaduto dopo è ora in corso di verifica, alcuni candidati sono stati espulsi altri, con disparità di trattamento hanno continuato la loro prova nonostante la segnalazione di molti candidati di testi “macroscopicamente vietati” e per lo più timbrati e quindi autorizzati. Sembra addirittura con il benestare di autorità presenti e preposte al controllo.
Su questi avvenimenti gravissimi che screditano e gettano fango su un ruolo ed un settore già fortemente messo in discussione dall’operato di questo governo come quello della magistratura e della giustizia necessitano provvedimenti urgenti e la volontà di fare piena luce nel più breve tempo possibile.
Le soluzioni muscolari annunciate dal Ministro Alfano, in merito alle scandalose modalità di svolgimento della prova scritta del concorso in magistratura, appartengono alla solita e obsoleta categoria degli annunci.
In un’azienda un manager paga il suo errore o quello dei collaboratori poiché le sue responsabilità sono anche nella scelta della sua squadra e nei processi gestionali che a lui fanno capo.
Il Ministro Alfano, per ruolo e funzioni è politicamente responsabile di quanto accaduto.
E' un tipico malcostume italiano quello di non assumersi mai le responsabilità politiche degli accadimenti. Il politico per definizione “non paga”. La colpa è sempre attribuita ai suoi sottoposti e il vertice politico è in perenne autoassoluzione. Basta mostrarsi indignati e con la faccia feroce per avere la coscienza perennemente candida.
Possibile che mai nessun vertice politico risponda per le inadempienze dei propri sottoposti? Con quale esempio questa classe dirigente si presenta ai cittadini?

Con stima.
Luigi Li Gotti"

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