IL NO DI EPIFANI - Berlusconi ha voluto inoltre sottolineare che il provvedimento varato dal Consiglio dei ministri ha raccolto il parere favorevole di molte categorie ed è stato «approvato anche da gran parte dei sindacati». Ma la risposta della Cgil, unico sindacato confederale che giudica insufficienti le misure decise dall'esecutivo, non si è fatta attendere: ed è stata negativa. La Cgil infatti confermerà lo sciopero generale del 12 dicembre, poiché - come ha spiegato il leader Epifani - «manca la svolta». «Per serietà - ha detto Epifani - prima di un commento dettagliato occorre una lettura delle misure. Ma il senso generale del pacchetto non indica quella svolta di cui il Paese ha bisogno, sia per dimensione che per le scelte fatte». «Colpisce - ha concluso il leader della Cgil - che il mondo produttivo, dagli operai alla scuola, non abbia risposte a livello di peso fiscale, e trovo incomprensibile questa scelta. C'è qualcosa per gli indigenti e poco per gli altri».
CONFINDUSTRIA - Diversa la reazione di Confindustria. Il leader degli industriali, Emma Marcegaglia, ha detto che il decreto anticrisi del governo va nella giusta direzione, anche se servono ulteriori fondi a supporto delle imprese .«Chiediamo che ci siano agevolazioni fiscali per le imprese che investono in risparmio energetico e riduzione delle emissioni», ha aggiunto.
FASSINO - Intanto è Piero Fassino a rispondere all'appello del premier al dialogo. «Prendiamo atto che Berlusconi dice che il Pd può dare una mano ad affrontare la crisi. Siamo disponibili, lo abbiamo sempre detto» dice il ministro ombra degli Esteri del Pd a Red tv. «Non siamo un partito che ha la cultura del 'tanto peggio tanto meglio'. Non ci appartiene - aggiunge Fassino - Ma il governo ci deve dare modo di dire la nostra, di discutere».
28 novembre 2008
1 commento:
Anche gli altri due dovrebbero scendere dal piedistallo, ma non lo faranno mai: chissà perhé !
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