giovedì 27 novembre 2008

Villari, è scontro aperto Pdl-Pd Zavoli: sulla graticola resto poco

IL CORRIERE DELLA SERA


ROMA — Riccardo Villari va avanti e resta al suo posto di presidente della Vigilanza. Ha convocato per oggi alle 14 l'ufficio di presidenza per varare il regolamento della par condicio in vista delle elezioni in Abruzzo.


Il Pd diserterà i lavori finché all'ordine del giorno non ci saranno le sue dimissioni. L'Udc parteciperà ma, spiega Roberto Rao, «solo per ribadire al presidente la richiesta di dimissioni». Il Pdl invece parteciperà. La posizione è nota dopo la lettera di Gasparri-Bocchino-Cicchitto-Quagliariello al Corriere della Sera: «No alla mozione di sfiducia, la moral suasion è l'unica strada». Ma Riccardo Villari ha in mente un piano di lavoro, affermando che «tra le priorità della Vigilanza c'è indubbiamente il ricambio dei vertici Rai e la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione. Atti dovuti che bisogna portare a compimento». Ieri il presidente eletto della Vigilanza aveva anche progettato una visita informale a Saxa Rubra, fissando appuntamenti con i direttori dei Tg. Ma poi qualcuno gli ha ricordato che un ingresso a Saxa senza un incontro con il presidente Claudio Petruccioli o il direttore generale Claudio Cappon sarebbe sembrato quasi una provocazione protocollare: e molto peso avrebbe avuto l'imbarazzo registrato tra i giornalisti Rai. E la «visita informale», dalle 10 alle 15 con possibile colazione alla mensa, è stata annullata. Ieri si sono diffuse alcune voci in Transatlantico, come un imminente blitz della maggioranza in Vigilanza col reintegro del vecchio Cda per nominare i successori dello scomparso Sandro Curzi e del dimissionario Gennaro Malgieri, divenuto senatore.


«Pura fantasia», ride Italo Bocchino. «Sarebbe un gesto illegale perché il Cda è scaduto e l'assemblea dei soci Rai è già stata convocata da giugno», commenta Maurizio Gasparri, capogruppo pdl al Senato e autore della legge sulla Rai. Altra voce, priva di conferme, quella che immagina uno «scambio» per Villari col suo passaggio alla presidenza della futura commissione sui rifiuti, annunciata da Berlusconi. Sergio Zavoli ai funerali di Sandro Curzi abbraccia a lungo Gianni Letta (che ha anche un rapido colloquio a parte con Walter Veltroni, da molti interpretato in «chiave Rai»). Poi commenta alle agenzie: «Sulla graticola non ci resterò più di tanto. Arrivato a un centimetro dal ridicolo, lascio. Ma la questione deve maturare in tempi brevi». Poi più tardi, a chi gli chiedeva spiegazioni: «Ma no, a dire la verità sulla graticola non mi ci sono mai sentito. E non intendo parlare di questa vicenda fino a quando non sarà doveroso farlo». Walter Veltroni approfitta dell'incursione del finto Bruno Vespa per spiegare a Striscia la notizia: «C'è solo un modo per convincere Villari a lasciare la Vigilanza, offrirgli un posto al Napoli». Rosy Bindi ripete la sua tesi: «Se Villari non si dimetterà, si dovrà dimettere la commissione».


Paolo Conti

25 novembre 2008

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Dice bene Antonio Di Pietro: è e si comporta come un bambino al quale è stato dato, incautamente, in mano un giocattolo.
Solo che si tratta della presidenza della Commissione di Vigilanza e il bambino sicuramente obbedirà a tutti i desideri del donatore del giocattolo.
Non condivido l'analisi della Finocchiaro: non è l'ultimo giapponese, anzi, è il principe del trasformismo politico in salsa solo apparentemente comica.
Molto pericoloso.
Credo sia giusto ciò che sostiene Rosy Bindi: i commissari PD della vigilanza si devono dimettere.
Diversamente, davvero Veltroni non conta più nulla.