CATANZARO- Perquisizioni, sequestri e notifiche di avvisi di garanzia. Una nuova bufera giudiziaria si abbatte sui magistrati di Catanzaro. Il tutto ordine della Procura della Repubblica di Salerno, nell’ambito delle indagini, in corso ormai da più di un anno, sull’inchiesta ormai nota come «caso De Magistris».
In Calabria sono giunti diversi magistrati della Procura campana, fra cui il procuratore capo Luigi Apicella, ed i due sostituti procuratori della Repubblica Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi, fin dall’inizio titolari delle diverse inchieste sorte relativamente alle indagini portate avanti negli ultimi anni dall’allora sostituto procuratore in servizio a Catanzaro, ora in servizio a Napoli. Le perquisizioni ed i sequestri, con contestuale notifica dei relativi decreti, sono indirizzati a molti magistrati in servizio nel capoluogo di regione, e sono stati eseguiti dai magistrati di Salerno, da decine di carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Salerno, nonchè da poliziotti della Digos della questura salernitana.
Il filone investigativo a cui fanno riferimento i provvedimenti odierni è relativo a presunti illeciti che saebbero stati commessi nelle procedure di avocazione delle inchieste "Poseidone" e "Why Not" sottratte all’allora pm titolare, De Magistris. Il procedimento è condotto da un pool di magistrati di Salerno che stanno indagando su presunti illeciti che sarebbero stati commessi per ostacolare le inchieste avviate dallo stesso De Magistris, oggi in servizio a Napoli, a seguito del trasferimento disciplinare disposto dal Csm ed avviato su input dell’ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che fu indagato dallo stesso De Magistris nell’inchiesta "Why not". La posizione del Guardasigilli venne in seguito archiviata, su richiesta del pool di magistrati cui fu affidato il caso dopo l’avocazione al titolare De Magistrs. In precedenza anche l’inchiesta cosiddetta "Poseidone" fu tolta al sostituto procuratore De Magistris, ed ora gli inquirenti di Salerno ritengono che quelle avocazioni, ed i vari altri presunti illeciti che sarebbero stati commessi in quel periodo, siano state messe in atto da vari magistrati in sevizio a Catanzaro al fine di frenare l’attività investigativa del pm.
De Magistris, infatti, risulta parte offesa nel procedimento, in cui sono contestati reati che complessivamente vanno da diverse ipotesi di concorso in corruzione in atti giudiziari, a diversi casi di concorso in abuso d’ufficio, favoreggiamento, e falso ideologico, a più ipotesi di calunnia e diffamazione, sempre a danno del pm napoletano. Le perquisizioni, disposte in abitazioni ed uffici, riguardano molti magistrati, ma anche loro parenti, nonchè professionisti ed imprenditori. Tra questi ultimi Antonio Saladino, già alla guida della Compagnia delle opere della Calabria, e fra i principali indagati di "Why not". Per quanto riguarda i magistrati, invece, destinatari delle perquisizioni sono molti di coloro i quali si sono occupati delle due inchieste tolte a De Magistris: il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Salvatore Curcio, cui fu assegnato il caso "Poseidone" dopo la revoca della delega al pm napoletano, nonchè successivamente parte del pool titolare di "Why not"; l’ex procuratore capo di Catanzaro Mariano Lombardi; il procuratore aggiunto vicario di Catanzaro Salvatore Murone; l’avvocato generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Dolcino Favi; il sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Alfredo Garbati, coordinatore del pool assegnatario di "Why not" dopo l’avocazione a De Magistris; il sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Domenico De Lorenzo, che fa parte dello stesso pool. Gli indagati sono comunque di più, ed un’informazione di garanzia è stata emessa anche nei confronti del procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Vincenzo Iannelli.
In Calabria sono giunti diversi magistrati della Procura campana, fra cui il procuratore capo Luigi Apicella, ed i due sostituti procuratori della Repubblica Dionigio Verasani e Gabriella Nuzzi, fin dall’inizio titolari delle diverse inchieste sorte relativamente alle indagini portate avanti negli ultimi anni dall’allora sostituto procuratore in servizio a Catanzaro, ora in servizio a Napoli. Le perquisizioni ed i sequestri, con contestuale notifica dei relativi decreti, sono indirizzati a molti magistrati in servizio nel capoluogo di regione, e sono stati eseguiti dai magistrati di Salerno, da decine di carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo del Comando provinciale dei carabinieri di Salerno, nonchè da poliziotti della Digos della questura salernitana.
Il filone investigativo a cui fanno riferimento i provvedimenti odierni è relativo a presunti illeciti che saebbero stati commessi nelle procedure di avocazione delle inchieste "Poseidone" e "Why Not" sottratte all’allora pm titolare, De Magistris. Il procedimento è condotto da un pool di magistrati di Salerno che stanno indagando su presunti illeciti che sarebbero stati commessi per ostacolare le inchieste avviate dallo stesso De Magistris, oggi in servizio a Napoli, a seguito del trasferimento disciplinare disposto dal Csm ed avviato su input dell’ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, che fu indagato dallo stesso De Magistris nell’inchiesta "Why not". La posizione del Guardasigilli venne in seguito archiviata, su richiesta del pool di magistrati cui fu affidato il caso dopo l’avocazione al titolare De Magistrs. In precedenza anche l’inchiesta cosiddetta "Poseidone" fu tolta al sostituto procuratore De Magistris, ed ora gli inquirenti di Salerno ritengono che quelle avocazioni, ed i vari altri presunti illeciti che sarebbero stati commessi in quel periodo, siano state messe in atto da vari magistrati in sevizio a Catanzaro al fine di frenare l’attività investigativa del pm.
De Magistris, infatti, risulta parte offesa nel procedimento, in cui sono contestati reati che complessivamente vanno da diverse ipotesi di concorso in corruzione in atti giudiziari, a diversi casi di concorso in abuso d’ufficio, favoreggiamento, e falso ideologico, a più ipotesi di calunnia e diffamazione, sempre a danno del pm napoletano. Le perquisizioni, disposte in abitazioni ed uffici, riguardano molti magistrati, ma anche loro parenti, nonchè professionisti ed imprenditori. Tra questi ultimi Antonio Saladino, già alla guida della Compagnia delle opere della Calabria, e fra i principali indagati di "Why not". Per quanto riguarda i magistrati, invece, destinatari delle perquisizioni sono molti di coloro i quali si sono occupati delle due inchieste tolte a De Magistris: il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Salvatore Curcio, cui fu assegnato il caso "Poseidone" dopo la revoca della delega al pm napoletano, nonchè successivamente parte del pool titolare di "Why not"; l’ex procuratore capo di Catanzaro Mariano Lombardi; il procuratore aggiunto vicario di Catanzaro Salvatore Murone; l’avvocato generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Dolcino Favi; il sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Alfredo Garbati, coordinatore del pool assegnatario di "Why not" dopo l’avocazione a De Magistris; il sostituto procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Domenico De Lorenzo, che fa parte dello stesso pool. Gli indagati sono comunque di più, ed un’informazione di garanzia è stata emessa anche nei confronti del procuratore generale presso la Corte d’appello di Catanzaro Vincenzo Iannelli.
3 commenti:
Grande Luigi!!!
FORZA DE MAGISTRIS!
Ci hanno ridotti che per avere un po di giustizia dobbiamo fare il tifo in difesa degli onesti, altrimenti li oscurano!
b
E mo' so' cazzi amari !
Gentile De Luca,
il cittadino Jannelli “non ci sta” e di fronte ad ipotesi di prove fondate di reato contro di lui, rilevate dalla Procura di Salerno, scrive al Capo dello Stato, al Consiglio Superiore della Magistratura ed al Ministro della Giustizia per chiedere il ripristino della legalità. Se gli può servire a qualcosa il cittadino Iamonte sono oltre quindici anni che scrive agli stessi destinatari senza ricevere mai una risposta. Eppure, le accuse contro quest'ultimo basate sul nulla derivavano in maniera evidente da uno sconosciuto! Si tranquillizzi cittadino Jannelli, i calabresi finalmente hanno trovato a Salerno il loro giudice berlinese!!!
Con la solita stima bartolo iamonte.
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