giovedì 4 dicembre 2008

De Magistris, guerra tra Procure. Napolitano chiede atti a Salerno

LA REPUBBLICA

ROMA - Sul caso De Magistris, interviene il presidente della Repubblica. Con una richiesta al procuratore generale di Salerno, Giorgio Napolitano, che è anche presidente del Csm, chiede gli atti dell'indagine condotta dalla procura campana sulle presunte illegalità commesse dagli uffici giudiziari di Catanzaro nel sottrarre all'ex pm le indagini Why not e Poseidone.

"Implicazioni di carattere istituzionale". "E' una vicenda senza precedenti" è scritto nella lettera che il Segretario generale della presidenza della Repubblica, a nome di Napolitano, ha inviato al procuratore generale presso la Corte di appello di Salerno Lucio Di Pietro. Una scelta dirompente, quella del presidente della Repubblica, giustificata solo da quella che lui stesso giudica una vicenda che presenta aspetti di eccezionalità con rilevanti, gravi implicazioni di carattere istituzionale, primo tra tutti quello di derterminare la paralisi della funzione processuale".

Di Pietro: riserve sulla scelta di Napolitano. Comportamento, quello del presidente Napolitano, che ha fatto sollevare al leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro alcune critiche "sul modo e sul tono usato": "Con il dovuto rispetto istituzionale, ma si rischia la criminalizzazione preventiva e preconcetta dell'attività di indagine che sta svolgendo la procura di Salerno", ha detto l'ex pm.

Inquisite sette toghe campane. A due giorni dalle perquisizioni negli uffici giudiziari di Catanzaro, dopo le dichiarazioni del procuratore generale che giudicava l'indagine sui suoi uffici un vilipendio e gli accertamenti ordinati dal ministro della Giustizia Angelino Alfano, è guerra tra Procure. Se Salerno indaga i colleghi di Catanzaro, il Pg calabrese risponde annunciando che sette magistrati di Salerno, tra cui il capo della Procura, sono inquisiti per abuso d'ufficio ed interruzione di pubblico servizio in merito alle perquisizioni e al sequestro ordinate ieri l'altro negli uffici calabresi. Secondo i magistrati calabresi, sequestrare atti di inchieste tuttora in corso comporta un inevitabile blocco dell'attività di indagine.


Mancino: "Lascerò se screditato". Reagisce alle indiscrezioni sull'indagine anche il vicepresidente del Csm che minaccia le dimissioni: "Sono pronto a lasciare se sarò screditato". Nicola Mancino si riferisce ad un'indiscrezione secondo la quale sarebbe coinvolto nell'inchiesta sul caso De Magistris. "Non vorrei avere sulla mia persona neppure l'ombra di un sospetto", ha detto Mancino. "Il giorno che dovesse accadere, non avrei esitazione a lasciare".


"Trasferimento ingiusto". Nelle 1.700 pagine del decreto di perquisizione notificato ieri l'altro negli uffici giudiziari di Catanzaro, dove fino all'anno scorso lavorava Luigi De Magistris, la procura di Salerno sospetta alcuni esponenti del Csm di aver "protetto" i superiori dell'ex pm, trasferito al Tribunale di Napoli "ingiustamente" per impedirgli di proseguire le indagini in cui furono coinvolti l'ex Guardasigilli Clemente Mastella e l'ex premier Romano Prodi.

La telefonata a Saladino. Citato nel decreto, anche il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura Nicola Mancino a cui i magistrati campani attribuiscono presunti rapporti con Antonino Saladino, ex presidente della Compagnia delle Opere in Calabria, al centro delle inchieste "Why Not" e "Poseidone", sottratte all'ex pm De Magistris dalla Procura generale calabrese.

"Non fui io a chiamare". Dai tabulati telefonici aquisiti da De Magistris, è risultato che da un numero di telefono in uso al vicepresidente del Csm, il 30 aprile 2001 partì una telefonata verso il cellulare di Saladino. Mancino però nega che sia stato lui a telefonare. Nonostante siano trascorsi sette anni, il vicepresidente del Csm è riuscito a ricostruire con precisione la giornata grazie alle sue agende: "Fu un mio collaboratore a telefonare", Angelo Arminio rappresentante di Comunione e Liberazione, nel 2001 nello staff della segreteria. "Con Saladino - ripete Mancino - non ho mai avuto rapporti".


(4 dicembre 2008)

2 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sobrio l'articolo di Repubblica.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Adesso Catanzaro sequestra gli atti sequestrati da Salerno: sono impazziti !
Roba da MANICOMIO !
Il presidente Napolitano rivolge a Catanzaro una richiesta analoga a quella fatta a Salerno.