Prendo atto, con il dovuto rispetto istituzionale, della decisione presa dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di chiedere informazioni e acquisire atti riguardanti l'inchiesta in corso sul caso De Magistris. Ciò non mi esime, però, dall'esprimere riserve circa il modo e il tono usato.
Con tale decisione si rischia la criminalizzazione preventiva e preconcetta dell'attività di indagine che sta svolgendo la procura di Salerno nei confronti dei colleghi magistrati calabresi e di atti di indagine coperti da segreto istruttorio.
Inoltre si rischia, paradossalmente, di aggravare quella "compromissione del bene costituzionale dell'efficienza del processo, che è aspetto del principio di indefettibilità della giurisdizione", parole che ha usato lo stesso Capo dello Stato nella richiesta inviata al Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Salerno.
3 commenti:
Sono d'accordo con Di Pietro.
Dirò di più, siccome non sottoposto al rispetto istituzionale (sono un privato cittadino): sarà la Storia a dire se questo Presidente è stato fino ad ora all'altezza della situazione degli enormi problemi che affliggono in nostro Paese.
Per oera il mio giudizio è negativo.
Oh ma siamo due malpensanti! Ieri, quando ho sentito la notizia alla fine del telegiornale delle 13,30, ho pensato la stessa cosa. Stiamo a vedere se è vero quel che diceva Andreotti che a pensar male è peccato ma quasi sempre si fa centro.
rossana
Decisamente questo Presidente è molto algido e sembra incapace di interpretare il sentimento popolare, che se si è discostato dall'entusiasno, eccessivo, per "MANI PULITE" ciò è accaduto perchè progressivamente ma inesorabilmente la magistratura è stata depotenziata e messa in condizione di non sapere e poter più rispondere efficacemente al bisogno, desiderio, ansia di giustizia a tutto campo.
Con il risultato che adesso tutti i potenti non vogliono più essere indagati, addirittura gli stessi magistrati !
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