13/12/2008
ROSALBA MICELI
ROSALBA MICELI
Alcuni tratti della personalità potrebbero essere, in certa misura, correlati alla forza di particolari connessioni cerebrali. Uno studio realizzato da ricercatori dell’Università di Bonn e dell’Arizona, analizza il cablaggio elettrico e chimico dello striato, una struttura sottocorticale attivata da stimoli associati all’anticipazione di una ricompensa, e due caratteristiche stabili di personalità, quali la tendenza alla ricerca del nuovo e al consenso sociale. Già Haber nel 1995 aveva ipotizzato che lo striato ventrale avesse la funzione di interfaccia tra strutture libiche e strutture motorie e dunque mediasse tra affettività ed azione motivata. I risultati della ricerca attuale, pubblicati su “Nature Neuroscience”, suggeriscono che l’organizzazione di fibre nervose del network subcorticale tra ippocampo, amigdala e striato ventrale sia associata a differenze individuali nella ricerca di sensazioni nuove, di contro quella del network tra corteccia prefrontale e striato può predire differenze nel desiderio di accettazione sociale.
Il nostro cervello si nutre di stimoli e cercare esperienze nuove è una tendenza comportamentale fondamentale per l'uomo e per gli animali che può comportare delle incognite ma anche vantaggi a lungo termine; tuttavia in alcuni individui, i “cercatori di sensazioni”, si delinea come un tratto distintivo della personalità, come bisogno di sperimentare continuamente delle situazioni nuove, di mettersi alla prova, di correre dei rischi, per avere la sensazione di esistere.
I ricercatori si sono avvalsi di una tecnica conosciuta come trattografia (DT-MRI), una moderna procedura di neuroimaging basata sulla risonanza magnetica nucleare, in grado di fornire in vivo, in modo non invasivo (senza ricorrere alla dissezione), informazioni dettagliate sull’orientamento e l’organizzazione strutturale delle fibre della sostanza bianca. Tramite la trattografia, si può accertare l’esatta traiettoria di piccoli contingenti assonici.
All’analisi sono stati sottoposti 20 volontari sani, adulti, che avevano compilato un questionario con scale per la valutazione dell’attitudine alla ricerca di novità e al conformismo sociale. Valutando congiuntamente i parametri, i ricercatori hanno individuato una significativa correlazione: gli individui che amano e ricercano attivamente sensazioni nuove avrebbero connessioni nervose tra l'ippocampo, amigdala, striato ventrale e mesiale particolarmente sviluppate (in special modo nell’emisfero sinistro). L’amigdala può supportare la ricerca di novità modulando l’attività ippocampale e striatale nelle situazioni sconosciute o durante la codificazione di memorie emozionali.
Di contro, quanto più forte è l’organizzazione strutturale delle fibre che proiettano dalle regioni corticali prefrontali nello striato, tanto più è intenso il desiderio di riconoscimento sociale. E’ noto che i soggetti che hanno subito danni a livello dei lobi frontali, sede delle funzioni “esecutive”, tendono più facilmente a manifestare comportamenti socialmente inappropriati, per una riduzione dei meccanismi inibitori.
Questo studio aiuta a comprendere meglio le varie fasi del comportamento motivato, il legame tra novità, motivazione, gratificazione e memoria e getta le basi per la ricerca dei correlati neurobiologici di condizioni cliniche in cui i circuiti striatali sono implicati, quali la depressione maggiore o l’abuso di sostanze. Si assiste inoltre al rinnovato interesse per gli studi di anatomia funzionale del cervello - come l’anatomia condizioni determinate funzioni – nel caso in esame, la forza del tratto di fibre nervose potrebbe essere dovuta a vari fattori, quali l’intensità delle connessioni della sostanza bianca, la geometria delle fibre, la densità degli assoni, il grado di mielinizzazione, e per quanto sia suggestivo ipotizzare che gli individui con maggiore grado di forza delle fibre nervose siano in grado di trasmettere più efficacemente informazioni tra le varie regioni del cervello, ulteriori studi saranno necessari per confermare questa interpretazione.
Il nostro cervello si nutre di stimoli e cercare esperienze nuove è una tendenza comportamentale fondamentale per l'uomo e per gli animali che può comportare delle incognite ma anche vantaggi a lungo termine; tuttavia in alcuni individui, i “cercatori di sensazioni”, si delinea come un tratto distintivo della personalità, come bisogno di sperimentare continuamente delle situazioni nuove, di mettersi alla prova, di correre dei rischi, per avere la sensazione di esistere.
I ricercatori si sono avvalsi di una tecnica conosciuta come trattografia (DT-MRI), una moderna procedura di neuroimaging basata sulla risonanza magnetica nucleare, in grado di fornire in vivo, in modo non invasivo (senza ricorrere alla dissezione), informazioni dettagliate sull’orientamento e l’organizzazione strutturale delle fibre della sostanza bianca. Tramite la trattografia, si può accertare l’esatta traiettoria di piccoli contingenti assonici.
All’analisi sono stati sottoposti 20 volontari sani, adulti, che avevano compilato un questionario con scale per la valutazione dell’attitudine alla ricerca di novità e al conformismo sociale. Valutando congiuntamente i parametri, i ricercatori hanno individuato una significativa correlazione: gli individui che amano e ricercano attivamente sensazioni nuove avrebbero connessioni nervose tra l'ippocampo, amigdala, striato ventrale e mesiale particolarmente sviluppate (in special modo nell’emisfero sinistro). L’amigdala può supportare la ricerca di novità modulando l’attività ippocampale e striatale nelle situazioni sconosciute o durante la codificazione di memorie emozionali.
Di contro, quanto più forte è l’organizzazione strutturale delle fibre che proiettano dalle regioni corticali prefrontali nello striato, tanto più è intenso il desiderio di riconoscimento sociale. E’ noto che i soggetti che hanno subito danni a livello dei lobi frontali, sede delle funzioni “esecutive”, tendono più facilmente a manifestare comportamenti socialmente inappropriati, per una riduzione dei meccanismi inibitori.
Questo studio aiuta a comprendere meglio le varie fasi del comportamento motivato, il legame tra novità, motivazione, gratificazione e memoria e getta le basi per la ricerca dei correlati neurobiologici di condizioni cliniche in cui i circuiti striatali sono implicati, quali la depressione maggiore o l’abuso di sostanze. Si assiste inoltre al rinnovato interesse per gli studi di anatomia funzionale del cervello - come l’anatomia condizioni determinate funzioni – nel caso in esame, la forza del tratto di fibre nervose potrebbe essere dovuta a vari fattori, quali l’intensità delle connessioni della sostanza bianca, la geometria delle fibre, la densità degli assoni, il grado di mielinizzazione, e per quanto sia suggestivo ipotizzare che gli individui con maggiore grado di forza delle fibre nervose siano in grado di trasmettere più efficacemente informazioni tra le varie regioni del cervello, ulteriori studi saranno necessari per confermare questa interpretazione.
1 commento:
Piuttosto tecnico ma comprensibile anche per chi non sa di medicina, molto interessante.
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