giovedì 11 dicembre 2008

Sempre più schiavi dei nervi

LA STAMPA

11/12/2008
FLAVIA AMABILE



«Eravamo solo un po’ nervosi», hanno risposto i ragazzi che hanno devastato la stazione di Avigliana. Nervosi come quelli hanno concluso a colpi di pistola, con un morto, una lite per un cane. O hanno accoltellato il giovane chitarrista della band perché «suonava male». Troppi delitti per «futili motivi». Troppa violenza da nervosismo. Ecco alcune storie.

Aggredita in salumeria per un conto di 50 euro
Una salumeria di Torre del Greco, lo scorso novembre. Una mattina la titolare, M.F., 55 anni, decide di farsi pagare un conto lasciato in sospeso alcuni giorni prima. Telefona a casa del debitore: lui non c’è, parla con la moglie, R.L., che non sa nulla del debito. Volano minacce e intimidazioni, la donna decide di andare in salumeria a chiarire e pagare. La accompagnano la madre e il figlio di tre anni. La padrona della bottega la accoglie con graffi e lancio di prodotti presi a casaccio dal banco mentre il bimbo scoppia in lacrime nel vedere la mamma aggredita con violenza. La donna è stata accompagnata all’ospedale di Boscotrecase dove le hanno diagnosticato lesioni ed escoriazioni sul viso e sul corpo. La titolare del negozio è stata denunciata ai carabinieri. Il conto non pagato ammontava a 50 euro.

«Musica a volume alto? Io ti trapano il pavimento»
Alla periferia di Sanremo, nel 2005. In una palazzina di un alloggio popolare abita R. M., di 49 anni. Al piano superiore abita una signora. Tutto andrebbe bene, in fondo, se tra i due non nascesse a un certo punto una lite a proposito della musica ascoltata a volume troppo alto. La lite va avanti per un po’ di tempo poi una sera, in base all’accusa, R.M., esasperato, prende un trapano, sale su una sedia o un mobile in modo da raggiungere il soffitto. Accende il trapano e inizia a bucare intonaco e mattoni fino ad arrivare dall’altra parte, al pavimento della donna.
Non contento, fa lo stesso con la porta d’ingresso della vicina. In primo grado, davanti al giudice di pace, viene assolto per insufficienza di prove visto che la signora non si era presentata in udienza. Due mesi fa sulla vicenda è iniziato il processo in appello.

Colpi d’ascia al condomino per vendicare gli insulti
Siamo a Siracusa. E’ agosto di quest’anno, fa molto caldo. In un palazzo di viale Tica c’è B.L.. Fra i condomini tutti si conoscono molto bene e sono all’aperto nella speranza di godere di un po’ di fresco. Un vicino con cui B.L. aveva problemi già da un po’ inizia a insultarlo.
Dopo qualche istante, dalle parole il vicino passa ai fatti e inizia a lanciare su B.L. anche delle uova. A quel punto B.L. non riesce più a controllarsi. Torna in fretta nel suo appartamento mentre escogita una vendetta. Trova un modo per attirare il vicino, attende con pazienza che bussi alla porta. Quando sente il suono del campanello apre e restituisce l’aggressione ma non con insulti o uova: con un’ascia e lo ferisce.
Il vicino viene condotto in ospedale, mentre B.L. viene denunciato per detenzione di arma da taglio di genere vietato e per lesioni personali.

«Fateci vedere la mamma» E scatta la zuffa in ospedale
Ospedale Cardarelli di Napoli, un mese fa circa. Tre fratelli vanno a salutare la madre malata. L’orario di visita è terminato da pochi minuti. All’ingresso c’è una guardia giurata che non li fa passare. I tre fratelli, una donna di 25 anni e due ragazzi di 17 e 15 anni, non si rassegnano. Hanno trovato molto traffico, vengono da fuori e intendono vedere la madre. Protestano, vigliono entrare a tutti i costi. La guardia giurata chiama due poliziotti, poi l’agente di polizia del drappello ospedaliero ma loro se la prendono anche con i nuovi arrivati.
Ormai siamo alla zuffa. Scatta l’allarme al centro operativo della questura. Per bloccare i tre fratelli è necessario l’intervento di altri due agenti. Alla fine i tre fratelli vengono denunciati a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale e i sei agenti intervenuti condotti in ospedale per lesioni.

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

A me sembra più maleducazione.

Anonimo ha detto...

NON ti permettere di dirlo! Se no, sono "mazzate":-))La buona educazione è fuori moda, come anche il buon senso e la correttezza.
Rossana

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

A sì ? E noi la facciamo tornare di moda !