ROMA - Da stamattina un nuovo promo informativo ha preso il posto di quello mandato in onda negli ultimi giorni sui canali Sky. Il video, in due versioni, della durata di 30 e di 15 secondi, si apre con una serie di scritte che vanno a sovrapporsi e che mostrano una lista di prodotti che godono dell'Iva agevolata al 10%. Tra gli altri, francobolli, marionette, uova di struzzo, prodotti petroliferi, manifestazioni sportive, libri, tabacchi grezzi.
UE - Dalla Ue arriva una precisazione sul caso: «Se le autorità italiane avessero insistito nel non cambiare le aliquote Iva sulla tv a pagamento - ha fatto sapere Maria Assimakopoulou, portavoce del Commissario Ue alla Fiscalità Laszlo Kovacs - la commissione Ue avrebbe dovuto aprire una procedura di infrazione. Ma nel momento in cui le autorità italiane informano di avervi riposto rimedio con decisioni adeguate, il caso è chiuso». La portavoce ha ricordato che Bruxelles, in seguito a un reclamo ricevuto nell'aprile 2007, ha inviato una lettera all'Italia per porre in rilievo il tasso diverso di Iva, in alcuni casi al 10%, in altri al 20%, sollecitando di unificarla e «suggerendo» di portarla al 10%: «La commissione è del parere che le trasmissioni via etere (digitale terrestre) debbano essere soggette a un'aliquota Iva ridotta (10%) identica a quella applicata alle stesse trasmissioni via cavo e via satellite», scriveva all'Italia l'11 aprile 2008 la direzione generale Ue per la Fiscalità.
ALIQUOTA UGUALE - «Nella direttiva Ue sull'Iva c'è un allegato che dice che si può applicare un'aliquota ridotta per le tv satellitari, ma devono essere applicate le stesse aliquote per gli stessi tipi di servizi. L'aliquota andava perciò resa uguale per tutti. Quindi il governo italiano doveva decidere se tutti al 10% o tutti al 20%: è il Paese che decide». Il governo Prodi aveva riconosciuto, ha proseguito la portavoce, che «le differenti aliquote non erano in linea con le norme Ue e si era impegnato ad allinearle». Il governo Berlusconi le ha uniformate al rialzo ma poteva, come aveva suggerito l'Ue, prendere la decisione opposta e allinearle al ribasso. La portavoce a chi chiedeva chi avesse presentato il reclamo nel 2007 all'Ue in seguito al quale è stato aperto il dossier, non ha voluto rispondere. Fonti Ue concordanti riferiscono però che l'esposto è stato presentato da Mediaset.
«IMPOSSIBILE ABBASSARE IVA AL 10%» - Paolo Romani, sottosegretario alle Comunicazioni, dopo la precisazione Ue ha affermato: «Abbassare l'Iva al 10% sia per le pay tv sia per le pay per view farebbe mancare circa 220 milioni di euro. In questo periodo di crisi siamo alla ricerca di risorse, andiamo a verificare se ci sono piccole o grandi sacche di privilegio. E l'aliquota di Sky era una piccola sacca di privilegio».
REPLICA BERLUSCONI - Sulla questione è tornato anche il premier Silvio Berlusconi, spiegando che il provvedimento del ministro delle Finanze ha risposto solamente a «una precisa disposizione dell'Unione Europea. Il modo in cui la sinistra e i giornali mi attaccano rappresenta bene il comportamento di questi signori nei confronti miei e del governo. Non conoscevo assolutamente il provvedimento Ue e invece attaccano me. Non c'è nessun conflitto di interessi. Invece ho visto che mi si attacca con titoli del tipo 'Berlusconi contro Sky'».
2 commenti:
Beh, se entrambi sono squali, l'uno non si fermerà fino alla morte, in questo caso economica, dell'altro.
Perchè non le ha allineate al ribasso ? Vuoi vedere per non essere accusato di conflitto di interessi ?!
Mediaset paga una cazzatella di tasse per pay-tv e digitale terrestre, Sky recupererà sugli abbonati, una aliquta dei quali potrebbe decidere di disdettare l'abbonamento.
In questo caso oltre il danno (aumento dell'aliquota IVA dal 10 al 20%) la beffa (una diminuzione degli abbonati): duque due volte un danno economico a Murdoch !
E che cazzo !
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