mercoledì 10 dicembre 2008

«Unità», il conflitto di Soru

IL CORRIERE DELLA SERA

«Rimuoverò l'impedimento»
Incompatibile per legge sarda e statuto pd.
Possibile la cessione di quote

ROMA — Che si ricandidi alla presidenza della Sardegna, è praticamente sicuro. Lo ha detto lui stesso in tv, rassicurando gli amici e avvertendo i nemici: «Il mio futuro politico è nell'isola». Ma la strada di Renato Soru nelle ultime settimane si è fatta improvvisamente impervia. Non solo per la guerra interna nel Pd regionale, che lo ha indotto a dimissioni polemiche il 25 novembre scorso. A ostacolare il percorso del governatore sardo ci si sono messi norme e regolamenti, entrati in conflitto con il suo recente acquisto dell'Unità.
C'è l'articolo 5 del codice etico del Pd, come ha ricordato ieri il Riformista, che gli vieta di ricandidarsi.
E c'è l'articolo 27 della legge statutaria sarda, da lui stesso voluta e da poco entrata in vigore. Insomma, per Soru, accolto pochi mesi fa come il salvatore della patria dai giornalisti e dai vertici del Pd, l'Unità sta diventando un peso. Non soltanto economico.
Che se ne sbarazzi a breve, sembra improbabile. Perché il quotidiano fondato da Gramsci ha un indubbio ritorno politico per Soru, oltre ad avere un certo valore affettivo. Ma anche perché liberarsene potrebbe provocare serie ripercussioni al quotidiano del Pd, diventando un boomerang. Ma è sicuro che Soru dovrà lavorare proprio all'assetto proprietario del quotidiano per sciogliere gli ostacoli alla sua ricandidatura.
Da Cagliari, dove presenzia al convegno sui 30 anni della sanità pubblica, Soru non nega l'esistenza del problema: «So benissimo che c'è questo impedimento. Mi comporterò di conseguenza e lavorerò per rimuoverlo».
Ne è talmente consapevole Soru, che ha affidato la pratica a un legale, il quale dovrà sciogliere il nodo della proprietà dell'Unità, ma anche quello delle azioni di Tiscali. Il legale fa sapere che si «porrà rimedio secondo quanto previsto dalla legge».
Tra le soluzioni allo studio, un negozio fiduciario o un blind trust. Ma non è escluso che Soru sia costretto a cedere almeno una parte delle quote. Il conflitto d'interessi di Soru è stato sollevato più volte.
La legge statutaria sarda è piuttosto chiara: «Non possono rivestire la carica di presidente della Regione, assessore... i soggetti che detengano... direttamente o indirettamente, il controllo o la proprietà di società per azioni quotate in mercati regolamentati, nonché di società che abbiano un'influenza rilevante nella proprietà o nella gestione di una o più reti radiotelevisive o di uno o più quotidiani o periodici a diffusione nazionale o regionale».
Già il capogruppo dei Riformatori sardi Pierpaolo Vargiu, tra gli altri, aveva sollevato il tema: «L'acquisto del quotidiano è in contrasto con lo statuto sardo: se Soru trovasse un escamotage vorrebbe dire che la legge è inutile per evitare il conflitto di interessi».
L'escamotage sembrava essere stato trovato, con l'annuncio della costituzione di una Fondazione.
Soluzione debole o comunque insufficiente. Resa inutile anche dal codice etico del Pd.
Anche se, spiega il costituzionalista e deputato Stefano Ceccanti, «manca ancora il regolamento che fissa le sanzioni. E quindi diventa un problema di opportunità politica e di moral suasion».
A meno che, e sembra questo il caso, Soru non voglia affrontare alla radice il problema: intervenendo sugli assetti societari di Tiscali e dell'Unità.
Alessandro Trocino
10 dicembre 2008

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Un integralista della politica, che mi piace molto.
Lui e Cofferati sono le uniche due risorse di cui la sinistra dispone.
Non credo saranno utilizzate.