di SALVO INTRAVAIA
Arrivano le norme "anti-baroni"? Il ministro dell'Università, Mariastella Gelmini, parla di "svolta nel sistema universitario" , l'opposizione frena e definisce il provvedimento "senza coraggio". Al centro del dibattito parlamentare la conversione in legge del decreto-legge dal titolo "Disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca". Dopo la contestazione studentesca delle scorse settimane, che ha più volte sottolineato come il decreto non affronta la questione del cosiddetto baronato universitario, questa mattina in commissione Cultura al Senato sono state apportate alcune modifiche al testo del decreto che sarà votato entro l'11 dicembre.
"Per la prima volta - dichiara il ministro Gelmini - le carriere dei docenti non saranno legate a scatti automatici ma, come previsto dagli emendamenti approvati in commissione, al merito ed alla ricerca effettivamente svolta". In base alle modifiche apportate in VII commissione i docenti universitari che non si dedicheranno all'attività di ricerca saranno esclusi, a partire dal primo gennaio 2011, dagli scatti biennali" in busta paga e costituiranno un peso per gli atenei di appartenenza: verranno infatti esclusi "dalle ripartizioni dei fondi Prin", i Progetti di ricerca di rilevanza nazionale. Gli ignavi non potranno neppure fare parte delle commissioni di concorso per il reclutamento dei docenti e dei ricercatori.
In base al decreto e agli emendamenti "è costituita l'anagrafe dei professori" con l'obbligo per tutti i docenti di pubblicare l'elenco delle loro attività di ricerca scientifica. I rettori, infine, in sede di approvazione del bilancio, dovranno pubblicare una "relazione concernente i risultati delle attività di ricerca, di formazione e di trasferimento tecnologico nonché i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati.
Il decreto-legge dello scorso 10 novembre prevede l'impossibilità per gli atenei con i conti in rosso (spesa per il personale superiore al 90 per cento del totale) di effettuare nuove assunzioni. Mentre per quelli con i conti a posto è possibile derogare dal turn over al 20 per cento e arrivare fino al 50 per cento. Gli atenei virtuosi potranno ottenere più finanziamenti: il 7 per cento del Fondo di finanziamento ordinario sarà assegnato in base alle pagelle redatte dal Cnvsu (il Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Le università, inoltre, potranno coprire i posti docente e ricercatore chiamando studiosi "stabilmente impegnati all'estero". Nelle commissioni per il reclutamento dei professore e dei ricercatore prevarrà il sorteggio. Quattro prof sorteggiati da una lista nazionale e uno nominato dallo stesso ateneo che bandisce il concorso, per i professori ordinari e associati, e tre componenti (due sorteggiati e uno nominato dalla stessa università per i ricercatori.
Ma l'opposizione attacca su tutti i fronti. Secondo Mariapia Garavaglia, ministro ombra per l'Istruzione "con questo decreto, purtroppo, si perde un'occasione di miglioramento per gli atenei italiani". E va oltre. "L'esecutivo - continua la senatrice del Pd - è riuscito con abilità mediatica a far prevalere l'idea di decreto innovativo e che, con lo strumento del sorteggio, si metta un forte argine al problema del reclutamento e dei concorsi per l'accesso alla docenza nell'università". E riguardo al merito "su cui il ministro Gelmini si è speso in continuazione in un profluvio di interviste". "In che modo - si chiede la Garavaglia - esso viene valorizzato, quando l'Anvur, lo strumento attraverso il quale già adesso si potrebbero dare valutazioni fondate e, appunto, di merito, non è stato attivato dal ministro?".
(27 novembre 2008)
"Per la prima volta - dichiara il ministro Gelmini - le carriere dei docenti non saranno legate a scatti automatici ma, come previsto dagli emendamenti approvati in commissione, al merito ed alla ricerca effettivamente svolta". In base alle modifiche apportate in VII commissione i docenti universitari che non si dedicheranno all'attività di ricerca saranno esclusi, a partire dal primo gennaio 2011, dagli scatti biennali" in busta paga e costituiranno un peso per gli atenei di appartenenza: verranno infatti esclusi "dalle ripartizioni dei fondi Prin", i Progetti di ricerca di rilevanza nazionale. Gli ignavi non potranno neppure fare parte delle commissioni di concorso per il reclutamento dei docenti e dei ricercatori.
In base al decreto e agli emendamenti "è costituita l'anagrafe dei professori" con l'obbligo per tutti i docenti di pubblicare l'elenco delle loro attività di ricerca scientifica. I rettori, infine, in sede di approvazione del bilancio, dovranno pubblicare una "relazione concernente i risultati delle attività di ricerca, di formazione e di trasferimento tecnologico nonché i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati.
Il decreto-legge dello scorso 10 novembre prevede l'impossibilità per gli atenei con i conti in rosso (spesa per il personale superiore al 90 per cento del totale) di effettuare nuove assunzioni. Mentre per quelli con i conti a posto è possibile derogare dal turn over al 20 per cento e arrivare fino al 50 per cento. Gli atenei virtuosi potranno ottenere più finanziamenti: il 7 per cento del Fondo di finanziamento ordinario sarà assegnato in base alle pagelle redatte dal Cnvsu (il Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Le università, inoltre, potranno coprire i posti docente e ricercatore chiamando studiosi "stabilmente impegnati all'estero". Nelle commissioni per il reclutamento dei professore e dei ricercatore prevarrà il sorteggio. Quattro prof sorteggiati da una lista nazionale e uno nominato dallo stesso ateneo che bandisce il concorso, per i professori ordinari e associati, e tre componenti (due sorteggiati e uno nominato dalla stessa università per i ricercatori.
Ma l'opposizione attacca su tutti i fronti. Secondo Mariapia Garavaglia, ministro ombra per l'Istruzione "con questo decreto, purtroppo, si perde un'occasione di miglioramento per gli atenei italiani". E va oltre. "L'esecutivo - continua la senatrice del Pd - è riuscito con abilità mediatica a far prevalere l'idea di decreto innovativo e che, con lo strumento del sorteggio, si metta un forte argine al problema del reclutamento e dei concorsi per l'accesso alla docenza nell'università". E riguardo al merito "su cui il ministro Gelmini si è speso in continuazione in un profluvio di interviste". "In che modo - si chiede la Garavaglia - esso viene valorizzato, quando l'Anvur, lo strumento attraverso il quale già adesso si potrebbero dare valutazioni fondate e, appunto, di merito, non è stato attivato dal ministro?".
(27 novembre 2008)
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