di SILVIO BUZZANCA
ROMA - Riccardo Villari potrebbe essere molto presto "revocato" dall'incarico di commissario della Vigilanza Rai. E quindi perderebbe automaticamente la contestata poltrona di presidente della commissione. L'uovo di Colombo l'hanno trovato negli uffici del Senato e servito su un piatto d'argento a Renato Schifani. Villari, ha spiegato ieri il presidente del Senato, è stato cacciato dal gruppo senatoriale del Pd ed è stato iscritto al Misto di Palazzo Madama.
Ma il Misto, ha fatto notare Schifani, ha già il suo esponente nella commissione bicamerale di Vigilanza, (il deputato Luciano Sardelli, Mpa) e l'arrivo di Villari finisce con alterare il principio di rappresentanza proporzionale che presiede alla formazione della Vigilanza.
Dunque, spiega Schifani, Villari non può essere rimosso dalla carica di presidente, ma potrebbe essere eliminato dalla lista dei commissari. "Io sto approfondendo la questione di cui mi sono fatto carico essendo lui senatore - spiega il presidente del Senato - e poi mi confronterò con Fini".
Certo, precisa Schifani, si lavora per convincere Villari a presentare le dimissioni e non arrivare a questo atto di forza. Ma alla fine i commissari sono nominati dai presidenti delle Camere e questi devono rispettare gli equilibri fra i gruppi. Schifani ha fatto studiare la questione e alla fine si è convinto che "in presenza di questa casistica, vi sono dei margini, perché una cosa è la revoca così, un'altra cosa la revoca per alterazione".
"Mi auguro che il senatore Villari - ha insistito Schifani - prenda atto dei problemi, anche regolamentari, che si sono aperti come conseguenza del suo passaggio al Gruppo misto". Ma se non la fa, ha concluso il presidente del Senato, si va verso un nuovo passaggio politico che "dovrebbe essere il frutto di un'intesa tra il sottoscritto e il presidente della Camera". Intesa che potrebbe arrivare sulla revoca. E sulla motivazione politica, dice il presidente del Senato, che la presidenza Villari sta paralizzando la commissione e impedendo l'elezione del consiglio di amministrazione della Rai.
Schifani, inoltre non si "appoggia" a caso al collega di Montecitorio. Fini, infatti, ieri si è visto recapitare sulla questione Villari un aut aut da Walter Veltroni: o il presidente eletto con i soli voti del centrodestra lascia la poltrona a Sergio Zavoli, come concordato da maggioranza e opposizione, o il Pd passa all'ostruzionismo su tutti i provvedimenti in questione.
E visto che siamo a metà dicembre e di spazio per i lavori parlamentari ne è rimasto pochino, la minaccia ha una sua forza. Nelle aule ci sono infatti ancora la Finanziaria e alcuni decreti in scadenza.
Lo scontro intorno alla Vigilanza dunque è destinato a riaccendersi presto. E Villari questa volta, volente o nolente, potrebbe essere costretto a gettare la spugna. Anche se continua ad avere in Marco Pannella uno strenuo difensore. "Al presidente Schifani rispondo: "Viva Villari", semmai si dimetta lei!", ha commentato il leader radicale. Pannella, in un intervento pubblicato, su Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani, definisce "scandalose e intollerabili" le affermazioni di Schifani "co-Presidente di un Parlamento spesso fuori-legge e, non di rado, eversivo".
(16 dicembre 2008)
Ma il Misto, ha fatto notare Schifani, ha già il suo esponente nella commissione bicamerale di Vigilanza, (il deputato Luciano Sardelli, Mpa) e l'arrivo di Villari finisce con alterare il principio di rappresentanza proporzionale che presiede alla formazione della Vigilanza.
Dunque, spiega Schifani, Villari non può essere rimosso dalla carica di presidente, ma potrebbe essere eliminato dalla lista dei commissari. "Io sto approfondendo la questione di cui mi sono fatto carico essendo lui senatore - spiega il presidente del Senato - e poi mi confronterò con Fini".
Certo, precisa Schifani, si lavora per convincere Villari a presentare le dimissioni e non arrivare a questo atto di forza. Ma alla fine i commissari sono nominati dai presidenti delle Camere e questi devono rispettare gli equilibri fra i gruppi. Schifani ha fatto studiare la questione e alla fine si è convinto che "in presenza di questa casistica, vi sono dei margini, perché una cosa è la revoca così, un'altra cosa la revoca per alterazione".
"Mi auguro che il senatore Villari - ha insistito Schifani - prenda atto dei problemi, anche regolamentari, che si sono aperti come conseguenza del suo passaggio al Gruppo misto". Ma se non la fa, ha concluso il presidente del Senato, si va verso un nuovo passaggio politico che "dovrebbe essere il frutto di un'intesa tra il sottoscritto e il presidente della Camera". Intesa che potrebbe arrivare sulla revoca. E sulla motivazione politica, dice il presidente del Senato, che la presidenza Villari sta paralizzando la commissione e impedendo l'elezione del consiglio di amministrazione della Rai.
Schifani, inoltre non si "appoggia" a caso al collega di Montecitorio. Fini, infatti, ieri si è visto recapitare sulla questione Villari un aut aut da Walter Veltroni: o il presidente eletto con i soli voti del centrodestra lascia la poltrona a Sergio Zavoli, come concordato da maggioranza e opposizione, o il Pd passa all'ostruzionismo su tutti i provvedimenti in questione.
E visto che siamo a metà dicembre e di spazio per i lavori parlamentari ne è rimasto pochino, la minaccia ha una sua forza. Nelle aule ci sono infatti ancora la Finanziaria e alcuni decreti in scadenza.
Lo scontro intorno alla Vigilanza dunque è destinato a riaccendersi presto. E Villari questa volta, volente o nolente, potrebbe essere costretto a gettare la spugna. Anche se continua ad avere in Marco Pannella uno strenuo difensore. "Al presidente Schifani rispondo: "Viva Villari", semmai si dimetta lei!", ha commentato il leader radicale. Pannella, in un intervento pubblicato, su Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani, definisce "scandalose e intollerabili" le affermazioni di Schifani "co-Presidente di un Parlamento spesso fuori-legge e, non di rado, eversivo".
(16 dicembre 2008)
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