di GIOVANNA VITALE
ROMA - Non è la prima volta, ma è come se lo fosse. Perché un sindaco di Roma con tanto di fascia tricolore e vigili urbani a deporre una corona d'alloro coi colori della città, qui, davanti all'ex sezione missina di Acca Larentia, non c'era venuto mai. Sventola il vessillo nero con la croce celtica sopra l'ingresso, sventolano le bandiere italiane. Tocca a Gianni Alemanno "rompere un tabù durato trentuno anni", provare a rimarginare quella ferita che brucia ancora sulla pelle della destra romana, rendendo omaggio ai tre giovani militanti assassinati il 7 gennaio '78: Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta caddero sotto i colpi dei Nuclei armati di contropotere territoriale; Stefano Recchioni fu centrato due ore più tardi da un capitano dei carabinieri.
"Dobbiamo ricordare questi fatti, ma dobbiamo anche continuare a chiedere giustizia, perché qui non è stata fatta" avverte Alemanno: "Nessuno è stato condannato per la morte di questi ragazzi innocenti". E giustizia ma soprattutto "costruzione di una memoria che sia patrimonio di tutti, perché quei giovani italiani caduti per mano della violenza politica, di ogni colore, non sono martiri di un partito, ma dell'Italia intera" chiederà più tardi anche il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, rimasta in silenzio, sotto la pioggia, davanti alla saracinesca di via di Acca Larentia.
Una cerimonia partecipata e composta sino alle 18, l'ora dell'agguato, quando al grido di "presente" ripetuto tre volte, le braccia dei militanti si sono alzate nel saluto romano per "rendere omaggio ai camerati caduti" reciterà in una nota la sezione di Area Identitaria Romana, movimento di destra vicino ad An. A nulla sono servite le parole di riconciliazione di Alemanno ("Bisogna far sì che questa memoria sia di pacificazione per far capire a tutti i giovani, di destra e di sinistra, che la strada dell'odio e dell'ideologia porta alla morte"), a nulla l'annuncio di voler intitolare una strada ai tre ragazzi uccisi.
"Via di Acca Larentia entro l'anno potrebbe diventare Via dei Martiri di Acca Larentia". Bollata come "avvilente e gravissima per una città medaglia d'oro della Resistenza" dal consigliere pd Paolo Masini, mentre Storace invitava il Campidoglio a non versare "lacrime finte". Tuttavia la vera sfida ad Alemanno è stata lanciata in serata dalla madre di Valerio Verbano, lo studente di sinistra ucciso dai Nar nell'80: "Mi farebbe piacere se fosse presente anche all'anniversario della morte di Valerio, il 22 febbraio. Tutti questi ragazzi, di destra e di sinistra, avevano degli ideali, sono morti per quelli, perciò non bisognerebbe fare discriminazioni". Accetto ha replicato subito il sindaco: "Sarebbe un onore. Sperando che questo non susciti una reazione negativa della sinistra".
(8 gennaio 2009)
"Dobbiamo ricordare questi fatti, ma dobbiamo anche continuare a chiedere giustizia, perché qui non è stata fatta" avverte Alemanno: "Nessuno è stato condannato per la morte di questi ragazzi innocenti". E giustizia ma soprattutto "costruzione di una memoria che sia patrimonio di tutti, perché quei giovani italiani caduti per mano della violenza politica, di ogni colore, non sono martiri di un partito, ma dell'Italia intera" chiederà più tardi anche il ministro della Gioventù Giorgia Meloni, rimasta in silenzio, sotto la pioggia, davanti alla saracinesca di via di Acca Larentia.
Una cerimonia partecipata e composta sino alle 18, l'ora dell'agguato, quando al grido di "presente" ripetuto tre volte, le braccia dei militanti si sono alzate nel saluto romano per "rendere omaggio ai camerati caduti" reciterà in una nota la sezione di Area Identitaria Romana, movimento di destra vicino ad An. A nulla sono servite le parole di riconciliazione di Alemanno ("Bisogna far sì che questa memoria sia di pacificazione per far capire a tutti i giovani, di destra e di sinistra, che la strada dell'odio e dell'ideologia porta alla morte"), a nulla l'annuncio di voler intitolare una strada ai tre ragazzi uccisi.
"Via di Acca Larentia entro l'anno potrebbe diventare Via dei Martiri di Acca Larentia". Bollata come "avvilente e gravissima per una città medaglia d'oro della Resistenza" dal consigliere pd Paolo Masini, mentre Storace invitava il Campidoglio a non versare "lacrime finte". Tuttavia la vera sfida ad Alemanno è stata lanciata in serata dalla madre di Valerio Verbano, lo studente di sinistra ucciso dai Nar nell'80: "Mi farebbe piacere se fosse presente anche all'anniversario della morte di Valerio, il 22 febbraio. Tutti questi ragazzi, di destra e di sinistra, avevano degli ideali, sono morti per quelli, perciò non bisognerebbe fare discriminazioni". Accetto ha replicato subito il sindaco: "Sarebbe un onore. Sperando che questo non susciti una reazione negativa della sinistra".
(8 gennaio 2009)
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