venerdì 30 gennaio 2009

Foresta Circeo, l'ultima trincea

LA REPUBBLICA
di ANTONIO CIANCIULLO

ROMA - Venti chilometri di dune miracolosamente sopravvissuti a decenni di scempi, carichi dei profumi del lentisco, del corbezzolo, della fillirea. E 3.500 ettari di foresta planiziale, uno scampolo della Selva di Terracina salvato ai tempi della bonifica come memoria del territorio, oggi ultimo retaggio delle grandi foreste di pianura che coprivano l'Italia. Sono i tesori custoditi nel parco del Circeo che in questi giorni compie 75 anni.

"Negli anni scorsi le pressioni della speculazione sono state un crescendo impressionante, adesso è arrivato il momento di cambiare decisamente passo", denuncia il presidente del parco Gaetano Benedetto. "Dobbiamo salvare la foresta e il lago di Paola, dove il canale romano rischia di essere snaturato con la distruzione del ponte rosso, la stabilizzazione di una darsena abusiva e la creazione di nuovi posti barca illegali. Non solo dobbiamo far capire che gli abusi non verranno tollerati, ma dobbiamo riuscire a spiegare che conservare l'ultima grande foresta di pianura d'Italia e la linea quasi intatta delle dune è la maniera per dare fiato all'economia di tutta la zona. Immagino un parco capace di diventare il motore di un turismo puntato sulle attività plain air: canoa nei laghi costieri, arrampicata sulle pareti del monte Circeo, bici su un litorale che in prospettiva va liberata dall'assalto delle auto. Solo così riusciremo ad allargare la stagione turistica dando respiro a strutture che oggi lavorano per un periodo troppo ristretto".

Visto dall'alto, dalla cima del promontorio, l'ultimo lembo dell'antica Selva di Terracina emerge come un rettangolo reso scuro dai rami spoglie delle querce e punteggiato del verde delle conifere di rimboscamento piantate per riempire i vuoti prodotti dallo smantellamento dei villaggi dei lavoratori stagionali: una storia poco nota, quella della lunga stagione di uso della foresta, ben raccontata dal museo che ricostruisce il periodo della bonifica.

Le piscine formate dall'allagamento pilotato per ricostruire l'habitat della palude, i quattro laghi costieri dove si contano più di 300 specie di uccelli, i resti della villa dell'imperatore Domiziano, la mole del Circeo con la sua ombra mitologica: tutto concentrato in 8.500 metri di natura protetta. Protetta fino a oggi con una certa fatica, forse da domani con maggiore entusiasmo.

(27 gennaio 2009)

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