sabato 31 gennaio 2009

Negli Usa l'economia è in ginocchio, ma i manager vengono premiati

IL CORRIERE DELLA SERA

WASHINGTON – La finanza e l’industria licenziano migliaia di dipendenti al giorno – ben 71 mila lunedì scorso – e gli scandali alla Madoff, il finanziere che truffò 50 miliardi di dollari, si moltiplicano. Ma i responsabili del disastro finanziario ed economico americano non solo sembrano godere d’immunità, continuano anche a percepire stipendi e premi enormi. Da un sondaggio, soltanto 1 su 10 dei “big” delle banche e delle aziende finite in bancarotta o salvate dal denaro pubblico ha perso il posto. Da un altro, il 79 per cento ha intascato un pingue premio per il 2008, per la metà di loro superiore a quello del 2007. Sono scandali che suscitano indignazione nel Paese.

IL CASO DI JOHN THAIN - Il New York Times ha denunciato il caso di John Thain, l’ex presidente della Banca d’affari Merrill Lynch, che in autunno fu comprata dalla Bank of America. Thain, uno dei pochi a venire licenziato, spese 1 milione 200 mila dollari per abbellire il proprio ufficio e fece distribuire in anticipo 4 miliardi di dollari di premi a sé e ad altri dirigenti sebbene la Merrill Lynch avesse registrato un passivo di 15 miliardi di dollari nello ultimo trimestre del 2008. Il procuratore dello stato di New York Andrew Cuomo lo ha inquisito per recuperare parte dei soldi. A suo giudizio, i padroni del mondo, come lo scrittore Tom Wolfe chiamò Thain e i colleghi ne “Il falò delle vanità”, non hanno imparato la lezione. Qualche volta, il governo ha vietato lussi inaccettabili come l’acquisto da parte del Citigroup di un jet per 12 “big” per 50 milioni di dollari: il Citigroup ha ottenuto dallo stato 345 miliardi di dollari in sussidi e garanzie, una somma folle, ma non si è rassegnato a risparmiare. Qualche altra, il governo ha confiscato le proprietà dei truffatori, come è accaduto a Madoff, cosa che ha spinto Fuld, l’ex presidente della Lehman Brothers, scomparsa a settembre, a vendere per 10 dollari alla moglie un palazzo in Florida del valore di 13 miliardi e mezzo di dollari. Ma in massima parte, i “big” hanno conservato i loro privilegi.
Un fenomeno che Obama intende stroncare.

I POCHI ARRESTI - Un giro di vite vero e proprio è in corso solo contro i “MiniMadoff”, come gli imitatori del re dei truffatori in borsa, che rimane agli arresti domiciliari su cauzione di 10 milioni di dollari, sono stati battezzati. Si segnalano tra i tanti l’arresto di Nicholas Cosmo, un finanziere newyorchese già imprigionato nel ’97 che avrebbe defraudato di 370 milioni gli investitori; quello di Arthur Nadel, un finanziere della Florida che si sarebbe appropriato di 30 milioni; nonché l’incriminazione da parte della Sec, la Commissione di controllo della borsa, di Joseph Forte, un finanziere di Filadelfia, per un ammanco di 50 milioni. L’America non conosceva scandali del genere dall’età d’oro del 1900 – 1930.

DISUGUAGLIANZA SOCIALE - Come allora, l’1 per cento più ricco della popolazione possiede il 7 per cento della ricchezza nazionale, più di tutto il 90 per cento meno privilegiato della popolazione. Mentre in termini reali il reddito dell' americano medio è venuto diminuendo anche prima della crisi, i super manager hanno continuato a intascano fino a 100 - 150 milioni di dollari l’anno, e a riscuotere liquidazioni di oltre 200 milioni

Ennio Caretto
(29 gennaio 2009)

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