giovedì 8 gennaio 2009

Silvio e Umberto, botta e risposta a tre metri di distanza in Parlamento

IL CORRIERE DELLA SERA

ROMA - Si danno le spalle, a non più di quattro metri uno dall'altro. Bossi esce dall'Aula della Camera, ha appena votato la fiducia al decreto Gelmini. Berlusconi è appoggiato a una colonna di un corridoio, parlotta con i suoi. Si sfiorano quasi, ma non si vedono. Lo fanno presente al Senatur, lui si gira un attimo, «dov'è?», poi tira dritto: «Ditegli che lo aspetto alla buvette per un caffè...». Bossi aspetta, aspetta, fumando un sigaro, seduto su una poltroncina del Transatlantico, ma aspetta invano. L'incontro non c'è. Berlusconi lascia l'Aula senza prendere il caffè con l'amico. Sono le otto di sera e i due sono a Montecitorio da più di un'ora. Invece di incontrarsi parlano a distanza, con i giornalisti. Il capo della Lega per dire che «circolano troppe balle, che non è vero che l'accordo con Air France è chiuso». Il capo del governo per affermare il contrario, negli stessi minuti, a poca distanza: «Lufthansa non esiste, non si è mai fatta presente né fisicamente, né con un'offerta».

Due versioni opposte, due sceneggiature che seguono lo stesso copione di questi giorni, anche a dispetto della cronaca. Berlusconi è reduce da un incontro con i vertici della nuova Alitalia, Colaninno e Sabelli, a Palazzo Chigi. Ha appena dato il via libera all'alleanza con i francesi. Bossi è arrivato a Roma in ritardo: un incontro con il Cavaliere era programmato per pranzo, la neve e la chiusura degli aeroporti lo hanno fatto saltare. Alla Camera non si recupera, il faccia a faccia è riprogrammato per oggi. Nel frattempo il Senatur insiste nella sua versione. Passeggia, fuma il suo sigaro: «Il discorso è ancora aperto. È una stupidaggine fare l'accordo con i francesi, quelli chiudono Malpensa e portano i turisti a Parigi». Poi parlotta con Bonaiuti, portavoce del Cavaliere, per brevi istanti. Scherza sul parrucchiere del leghista Giancarlo Giorgetti, carezza affettuosamente la bionda sottosegretaria alla Salute, Francesca Martini, continua a dire la sua. Lufthansa non si è presentata? «Ci sono le rotte da liberalizzare, ci faremo valere...».

Anche Berlusconi parla di rotte e di slot, appena arrivato. Non ne fa un problema, anzi: la rivendicazione del fronte del Nord, su Malpensa, lo lascia apparentemente molto tranquillo. «Sugli slot l'Enac ha sempre concesso a tutti i richiedenti tutto quello che è stato richiesto: quindi non c'è nessun caso al riguardo. Con Bossi la situazione è ormai chiara: domani vediamo...». Due battute e via, come se un caso non fosse mai esistito. La situazione sarà chiara ma il leader della Lega non la considera chiusa: «La partita è ancora aperta. In questa partita bisogna sempre smantellare le balle che raccontano gli altri». Berlusconi forse ha evitato appositamente un faccia a faccia. Bossi ripete quanto detto in mattinata, dopo aver letto i giornali, quella rivendicazione indispettita di un Cavaliere che rimarca di tenere anche lui agli interessi del Nord: «Eh, Berlusconi l'è un pù incasà, ma poi noi comunque ci mettiamo sempre d'accordo... ».

Non c'è solo il problema delle rotte su Malpensa, forse Bossi chiederà al premier qualcosa di più: «Il problema di Malpensa resta. Perché va bene andare a Napoli, come ha fatto più volte il governo, però bisogna anche andare a Malpensa. Io glielo ho detto più volte. E sono certo che Berlusconi ci andrà e ci farà anche una riunione del governo, non appena avremo in mano dei risultati». In attesa dei risultati entrambi i leader lasciano Montecitorio, senza essersi stretti la mano. Imboccano due uscite diverse: se volevano dare l'impressione di avercela l'uno con l'altro ci sono riusciti. Oggi i due si vedranno a pranzo. Commensali, oltre al sindaco di Milano Letizia Moratti, saranno anche i vertici della nuova Alitalia: Roberto Colaninno e Rocco Sabelli. Mentre Bossi lascia la Camera e va a cena i leghisti che lo accompagnano spiegano cosa dirà oggi:
«A queste condizioni Colaninno non può avere il monopolio sulla tratta Milano-Roma».

Marco Galluzzo
08 gennaio 2009

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Si tratta di schermaglie psicologiche oppure si stanno aprendo delle crepe profonde nell'allenza fra la Lega e Silvio ?
Io opto per le schermaglie, e voi ?