giovedì 8 gennaio 2009

Sulla giustizia i magistrati contro Mancino

LA STAMPA
8/1/2009
PAOLO PASSARINI

Sarà senz’altro vero, come assicurano le fonti ufficiali, che Giorgio Napolitano non era stato preventivamente messo al corrente da Nicola Mancino della sua intenzione di lanciare in un’intervista alcune importanti proposte per favorire una ripresa del dialogo tra le parti politiche sulla riforma della giustizia. E’ ovvio che Mancino, un politico che ha occupato anche la seconda carica della Repubblica, abbia, come dicono al Quirinale, «una sua autonomia». E bisogna riconoscere che, in effetti, le sue due principali proposte (attribuire eccezionalmente al Parlamento la funzione di stabilire le priorità sui reati da perseguire e cambiare la forma di elezione del Consiglio Superiore della Magistratura) «non sono del tutto nuove». Ma forse non erano state espresse così decisamente, altrimenti non si spiegherebbe come mai ieri l’Associazione Nazionale Magistrati (ma anche la maggioranza dei togati del Csm) abbia espresso «sconcerto, amarezza, stupore e preoccupazione» e come, reciprocamente, il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, abbia invece parlato di «un segnale di disgelo» che «consente di riflettere più seriamente sui temi della riforma della giustizia».

D’altra parte, proprio il fatto che queste idee non fossero «del tutto nuove» autorizza a pensare che siano spuntate nel corso di qualcuno dei numerosi colloqui intercorsi in passato tra Napolitano e Mancino che, come vicepresidente del Csm, deve rispondere proprio a colui che ne è formalmente il presidente. Inoltre i rapporti tra i due politici sono antichi, consolidati e ottimi. E l’esigenza di rompere il gioco vizioso dei veti incrociati tra i due schieramenti è sentita da entrambi. E’ poi possibile che Mancino proponga di modificare la base elettorale per i componenti del Csm (attualmente due terzi di togati e un terzo di laici), attribuendone la nomina di un terzo al presidente della Repubblica, senza essersi premurato prima di sondare la sua opinione in merito? Per un altro verso, è assolutamente comprensibile l’assoluta riservatezza del Quirinale sull’altro punto, la titolarità dell’obbligatorietà dell’azione penale, che solleva delicate questioni costituzionali.

Nell’intervista al «Corriere della Sera», infatti, Mancino ha proposto che, vista l’eccedenza di «procedimenti pendenti», possa essere il Parlamento, con una maggioranza del «65-70%», cioè necessariamente comprendente almeno una parte dell’opposizione, a stabilire le priorità. Questa come «soluzione temporanea a situazioni eccezionali» e allo scopo di evitare che siano invece i pm a operare «la scelta dei processi». «Il presidente della Repubblica - fanno notare al Quirinale - non può pronunciarsi nel merito di queste questioni». Ed è senz’altro così. Inoltre, questo è un punto controverso, tanto è vero che quello che viene considerato «il ministro-ombra della Giustizia», Niccolò Ghedini, ha espresso ieri serie perplessità in proposito.

In fondo, pur senza mai pronunciarsi nel merito fino alla fine, Napolitano ha fatto quanto poteva, guadagnandosi l’ostilità di Di Pietro, per agevolare l’approvazione del «lodo Alfano», sia pure al fine di evitare la famigerata «norma salva-processi». Non piacquero poi allo schieramento giustizialista neppure certe critiche al protagonismo di alcuni magistrati d’assalto, come De Magistris o la Forleo, per non parlare dell’ultimo intervento sullo scontro tra le Procure di Potenza e Salerno. Quindi Napolitano deve mantenere un atteggiamento prudente.

14 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Giustizialismo: "Con valore polemico, atteggiamento di chi appoggia senza riserve l'azione della magistratura contro la corruzione, anche a scapito delle garanzie individuali del cittadino."
Vi sembra che sia questo ciò che stiamo vivendo in Italia oggi ?
Io credo di no, e voi ?
E' vero invece il contrario, che la politica tenta in tutti i modi, fregandosene del c.d. "bene comune" che è diventato una vuota formula per quasi tutti loro e sinonimo di fessaagine di chi ancora ci crede, di sottrarsi al controllo di legalità, approfittando di ogni possibilità, di ogni appiglio che la magistratura offre loro, oserei dire su un piatto d'argento, di polemizzare con scelte dei Pubblici Ministeri discutibili, dimenticando che poi c'è un giudice, il G.I.P., che decide, ci sono l'Ufficio del Riesame e la Cassazione che controllano.
INDECENTE !

Adduso ha detto...

A mio modesto avviso, la riforma della Giustizia è urgentissima.
Quando si arriva a questo punto:
“Killer delle vecchiette: quello che non si dice”
http://www.reportonline.it/article11788.html
e le persone (pare molto innocenti) vengono segregate come fossimo a Guantanamo (ma siamo in Italia) e per sentirsi libere e ritrovare la loro dignità di esseri umani devono pure arrivare al suicidio come è già avvenuto, allora la Giustizia non esiste più, ma esiste solo la presunzione, la prepotenza e la prevaricazione dei Giudici che cominciano a fare solo paura.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Con tutto il rispetto, ma non credo che sai cosa stai dicendo.
Sono andato al sito indicato da te col link che ha postato, ho acquisito il documento e mi riprometto di leggerlo per bene.
Poi lo pubblicherò con le mie valutazioni, sull'argomento che richiama, bada, per quanto hai scritto ho già detto come la penso.

Adduso ha detto...

Era un pezzo che non "sentivo" questo "supponente" linguaggio da funzionari di stato.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non voglio litigare, ma dibattere.
Ti lancio quindi una sfida: scrivi un "pezzo" sui motivi per i quali tu vuoi la riforma della Giustizia, analizzandone i mali e indicandone i rimedi.
Io te lo pubblicherò sul mio blog, e non solo, con il mio commento a pie' dell'articolo.
Parlarne genericamente non fa al caso mio.

Adduso ha detto...

Non penso mai di litigare, figurarsi (o almeno ci provo). Poi non la metto quasi mai sul piano personale. Sono per il rispetto e l’educazione, reciproca. Inoltre ho dedotto, leggendo il tuo profilo, che sei più grandicello di me, e particolarmente in questi aspetti sono, come si dice spesso, rimasto all’antica. Anzi scusami se sarò un po’ lunghetto.

Per quanto riguarda il confronto tecnico, non sono un laureato come te in giurisprudenza, ma ho una piccola , seppure purtroppo e anche troppo lunga esperienza in trincea (giudiziaria) contro la mafia politica intrisa con tutta evidenza anche di quella (corposa ?) parte di Stato, certa Magistratura compresa, a mio avviso, manifestatamente allineata. Quindi alcuni aspetti, ma chiaramente di carattere generale, che vorrei fossero introdotti nella eventuale riforma, ritengo di averli relativamente chiari. Ma per citare sinteticamente alcuni punti cardine:

Un aspetto che mi è certamente limpido, è che davanti alla possibilità che non si possa ricorrere in Cassazione quando in secondo grado la sentenza è stata univoca al primo, sono rimasto inorridito e inquietato (tra l’altro io vivo in Sicilia dove i confini tra Stato e “mafia” sono, a detta di tutti, palesemente nebulosi). Infatti ho scritto subito una email al riguardo al ministro ombra del Pd.
http://cosedicasanostra.blogspot.com/2008/10/lettera-al-ministro-ombra-della.html

Un altro aspetto, è la divisione delle carriere. Mi pare oggettivamente normale, in quanto non solo in qualsiasi campo della dottrina umana si tende ormai alla specializzazione, ma per rimanere in tema pratico di diritto, un avvocato penalista serio non si sognerebbe mai di fare civile, e viceversa , oppure amministrativo. E persino nel civile ad esempio esistono da qualche tempo i separatisti ed i divorzisti. E oggi, con la globalizzazione, abbiamo pure i legali esperti nei vari rami di diritto internazionale. Ora, a meno che i Magistrati non si considerino onnipotentemente degli inviati di dio sulla terra, anche loro si dovrebbero specializzare, come tutti gli altri umani.

L’elezione dei PM da parte del popolo (che significa chiaramente da parte della politica).
SONO ASSOLUTAMENTE CONTRARIO. Se si arriva a ciò, considerato che ho visto come il parziale federalismo fiscale, introdotto nel 2001 dall’allora Governo di centro sinistra, permette visibilmente e notoriamente alla politica e le Istituzioni locali di gestire arrogantemente tutto e peggio di prima (figurarsi quale sarà l’esito del potenziale prossimo definitivo federalismo fiscale, che io già chiamo, da comune persona, “mafioso”), significa quindi che se passa l’elezione dei PM, allora la gente ha smarrito il criterio di libertà. Saremo solo dei veri sudditi sottomessi ed il diritto si trasformerà nell’arma più potente della politica mafiosa invece che garanzia di libertà. Al contrario sono sempre per il corrente concorso e, aggiungo, con revisione però psicologica ed attitudinale settennale (perché come ci dice la scienza, anche il cervello ha dei cicli), ma soprattutto sono per un’alta e specifica scuola di specializzazione per diventare dei “super” PM.

Sulla limitazione delle intercettazioni.
SONO CONTRARIO. Anzi al riguardo avevo scritto un post tempo addietro http://www.cuntrastamu.org/wordpress/?p=317

Infine, sulla responsabilità dei Magistrati, bisogna reintrodurre la legge approvata con un referendum del 1987 dal popolo italiano e che dopo, con un atto di evidente ostentata “mafia” politico-istituzionale, fu cancellata dalla «legge Vassalli». Di contro, consulenti, medici, avvocati, ecc., ad esempio, sono soggetti a responsabilità, tanto che si devono mantenere un’assicurazione specifica. Inoltre, lasciami dire, che il “lodo alfano” è oggettivamente il “fratellastro” della irresponsabilità forzosa dei Magistrati.

Purtroppo , a mio percepire, ha sbagliato, ma fortemente (e non solo in questo, vedi il mancato rinnovamento della legge elettorale), il precedente governo di centro sinistra a tergiversare (a volte non li capisco). Ed infatti, ora e purtroppo, è accaduto, che sarà molto probabilmente l’interesse “privato” di “SB & Co” a smuovere la questione “Giustizia”, cogliendo anche la “stanchezza dei cittadini”. Ma adesso, sempre a mio modesto avviso, qualcosa si deve fare.

Tu scrivi ad esempio, e anche come è notorio, che dopo il PM c’è il GIP, ma aggiungo che dopo il GIP può esserci anche il GUP, e dopo il Tribunale del Riesame, oppure la Cassazione, e poi il giudizio di primo e secondo grado e quindi nuovamente la Cassazione, e poi ci può essere il giudizio di rinvio, e quindi il secondo grado ripetuto e nuovamente la Cassazione e parallelamente un giudizio civile con analoghi passaggi di grado. Ma mi chiedo e domando, ma quanto deve vivere un cittadino e quanta salute deve vere per resistere, e ancora, quante decine e decine di migliaia di euro deve essere il suo patrimonio per pagare avvocati, consulenti, esperti, copie di fascicoli, tasse di cancelleria, ritiro fascicoli, ecc.

Per carità, i vari gradi di giudizio sono tutti passaggi che garantiscono la civiltà di un popolo, ma qualcosa nella durata non solo tra un grado e l’altro, ma soprattutto tra una udienza e l’altra, non funziona, ma non da ora, da anni.

Ora, in Parlamento, quasi la maggioranza trasversale è composta da Magistrati ed Avvocati, gli altri fanno palesemente solo comparsa (televisiva) in materia di diritto. Eppure, come mai siamo arrivati a questo punto ? La politica, come l’euro, è pacificamente un elemento inerte, sono invece gli uomini, le categorie, le corporazioni, le associazione, che fanno la differenza, specialmente se non sono in “buona fede”. Sempre ovviamente a mio modesto vedere.

In conclusione, e sempre a mio mero comprendere, per tutto quanto sopra, in atto, la nostra, con tutta evidenza, non è più una Giustizia”, ma chiaramente solo uno dei tanti modi “mafiosi” dello Stato, politica ed istituzioni, per “pascolare” i “suoi” cittadini.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sono d’accordo su tutto, tranne due punti.
1) la divisione delle carriere;
2) irresponsabilità forzosa dei Magistrati, matrice del lodo Alfano.
Premetto che noto in te un grande impegno e una grandissima passione civile e ciò mi piace, e non mi sorprende affatto, data la caratterizzazione del sito in cui scrivi, che ho aggiunto al mio blog fra i siti preferiti.
Guarda che non solo si vuole separare le carriere fra pubblico accusatore e giudicante, ma si vuole anche togliere la gestione delle indagini al P.M., per ridarla agli organi di Polizia (leggi Questore).
Non solo.
Il nostro ordinamento giudiziario è quello di una democrazia giovane e già tanto bersagliata dai reati contro la pubblica amministrazione e contro l’amministrazione della giustizia che non serve indebolire l’ufficio del pubblico ministero, condannandolo a fare sempre e solo quel mestiere. È vero che io ho potuto constatare che pubblici ministeri transitati nelle funzioni di giudicanti hanno fatto fatica a spogliarsi di quell’abito mentale, a detrimento dell’equilibrio e della terzietà della funzione del giudicante. Ma hanno portato con sé l’esperienza che consente, conoscendo loro tutti i ‘trucchi’ del P.M., di difendersi opportunamente, altrettanto dovendosi dire della difesa degli imputati.
Ma ho conosciuto anche giudicanti transitati nel ruolo dei pubblici accusatori, che hanno portato con sé l’esperienza, l’equilibrio, oserei dire la saggezza della funzione esercitata in precedenza.
Vorrei ricordare che il codice di procedura penale vigente, pessimo e piegato inesorabilmente da una politica marcia e malata fino alle midolla a difendere sé stessa dal processo (non nel ma dal: incredibile, vero ?).
Già la separazione delle carriere è la prima pietra di un tentativo di asservimento del pubblico ministero, del magistrato requirente, al potere politico, anche soltanto ripristinando il rapporto gerarchico fra procuratore della Repubblica e sostituti, per cui i processi li assegna il capo mentre oggi si usa un metodo oggettivo di assegnazione.
Se a ciò aggiungi che (un altro ritorno al’antico) le indagini non devono più essere guidate dal pubblico ministero, il quale si deve limitare ad aspettare che la notizia di reato, istruita dalle indagini di polizia, gli venga comunicata ‘al più presto’ e allora capirai come si finirebbe male, perché la polizia dipendente dal ministro dell’interno e dai questori, che decidono chi, che cosa e quando.
Ma il PdL ha già fatto di più con la informatizzazione del sistema giudiziario affidato ad una società privata, il che significa che sì, la chiave di accesso sarà data al procuratore della repubblica, ma non occorre essere ingegnere informatico che delle indagini e degli atti istruttori si porterà sapere fianco dalla MAFIA, figuriamoci dai politici corrotti o peculatori e dagli imprenditori corruttori o costretti.
L’altro punto che non condivido è il dal risalire alla presunta irresponsabilità dei magistrati la legge chiamata “lodo Alfano”, che dichiarala temporanea irresponsabilità, anzi, meglio improcessabilità di quattro cittadini quattro: presidente della Repubblica, presidenti di Senato e Camera e, guarda caso, presidente del Consiglio !
Già ci provò Schifani, la sua legge nel precedente governo Berlusconi venne chiamata “lodo Schifani”, Ciampi al firmò, la Corte costituzionale due anni dopo la cancellò dall’ordinamento. Nell’attuale governo Berlusconi, che gode di una solidissima maggioranza parlamentare, siamo punto e a capo.
In entrambi i casi si è urlato a gola spiegata l’accusa di ‘accanimento giudiziario’ nei riguardi del ‘povero’ Silvio, che ha, forte del suo patrimonio personale valutato in dieci miliardi di euro, ha ingaggiato i migliori avvocati, facendoli eleggere anche deputati e senatori, perfezionato il meccanismo di difendersi dal processo anziché nel processo e adesso non vuole, e con lui la Casta, nemmeno che si indaghi su di lui, su di loro.
Che c’azzecca con la presunta irresponsabilità dei magistrati ?
Mi fermo qui.

Adduso ha detto...

Le tue osservazioni, sotto il profilo tecnico sono chiare e puntuali (lo immaginavo visto comunque il tuo profilo), però anch’esse, a mio semplice vedere, si fondano a priori sul “dogma” (politico?), che i Magistrati siano una sorta di "divinità" nella società, con la facoltà cerebrale (inumana) di conoscere tutto il Diritto, e non solo quello del momento in cui vincono il concorso, ma anche la Giurisprudenza che giornalmente in tutte le branche del Diritto medesimo si evolve. Se già ci fosse una sola persona con queste qualità cerebrali (non comuni), le verrebbe probabilmente meno la capacità di valutazione, di discernimento, di consapevolezza, di coscienza indispensabile per la funzione di magistrato, ecc. , poiché notoriamente il cervello non può impegnarsi in maniera specialistica su più fronti, mentre la “specializzazione”, ovviamente in una società di più individui sociali che “collaborano” (come dovrebbe essere una società civile, non fascista o stalinista o "mafiosa") è una grande forza. Un esempio, oltre alla nostra, è la specie delle formiche che infatti è tra le più "dominanti". Poi, notoriamente ci saranno pure gli individui con l’onniscienza anche nel Diritto, come in qualsiasi altra dottrina o scienza, ma che esista un’intera categoria (corporazione) con questo “dono” per il solo fatto che supera un concorso pubblico, mi pare una evidente presunzione tutta culturale che non credo possa avere alcun caposaldo scientifico (almeno per quanto risulta ad un profano come i sottoscritto).

Il secondo punto. Non ho mai parlato di “matrice”, ma di “fratellastro”, ovverosia l’irresponsabilità forzosa dei magistrati così come il “lodo alfano”, hanno, a ben guardare, la stessa matrice individuabile nel capovolgimento in corso da diversi anni in Italia dei ruoli tra Stato e Cittadini, poiché il primo (in tutte le sue espressioni, quindi anche politiche e non solo istituzionali) ritiene pregiudizialmente che per motivi storici ha la predominanza sui secondi, in quanto, in Italia, sarebbe “nato” per primo con il compito di fare gli italiani e questo dall’Unità d’Italia in poi. Ma questo è un concetto che si scontra pacificamente con l’indole e l’intelligenza della nostra specie. Sono gli uomini che, per istinto di mammiferi e poi con il cervello di umani, si sono messi insieme per creare lo Stato così da raggiungere fini ed interessi comuni. Invece il nostro "Stato", da troppo tempo ormai, è convinto ed in parte ci è quasi riuscito, a ribaltare questo tanto naturale quanto razionale principio. Ma questo è, sempre a mio mero parere, anche il motivo per il quale la nostra società “traballa” ed i cittadini si sono disaffezionati alla politica ed alle istituzioni.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Ragazzo, in cosa sei laureato ?
Perchè non c'è il tuo profilo ?

Adduso ha detto...

No, non sono laureato. Sono solo un modesto cittadino che cerca di documentarsi il più possibile, ma cerco di farlo in maniera scettica e scientifica, seppure con le mie limitate capacità. In ultimo, essendo forzatamente a casa per vari fattori, ho ripreso i miei interessi giovanili, quali lo studio della psiche umana, dell'etnologia, della antropologia, della zoologia, dell'archeologia, della storia ma con l’uomo e l’ambiente quali riferimenti, qualcosina di diritto anche per "difendermi", anzi “sopravvivere” alla "mafia politica", ecc. Tutto qui. E poi m’interessa la civiltà, il progresso ed il confronto. Non mi piace lo Stato così come lo vedo (ma influisce certamente in questo la mia storia di vita, come dal mio sito), inoltre, ci provo ancora, a non essere un servo del capitale, un picciotto della politica e tanto meno uno zerbino delle istituzioni. Questo è Adduso. Non ho messo il profilo perché da un lato non desidero evidenziarmi se non solo per confrontarmi, dall’altro avendo una famiglia che ha pagato anche troppo, cerco di non sollevare troppe “attenzioni” da parte della mafia politico-istituzionale, certa magistratura compresa. Tutto qui. A proposito grazie per il “ragazzo”, ma comunque ho 52 anni. Invece devo dire di contro che sono stato colpito dalla tua carica nonostante sei più grande di me. Complimenti. Io invece non posso essere così costante.
Ciao a presto.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Il "ragazzo" era ovviamente provocatorio.
Non mi ci è voluto molto per intuire tue passate tragedie giudiziarie.
Chi ti sta scrivendo è stato messo sotto inchiesta giudiziaria (per motivi del mio lavoro) almeno una dozzine di volte (mai per fatti di soldi), processato tre volte (due assoluzioni con formula piena, una amnistia), messo sotto procedimento non ricordo più quante volte, sospeso dal servizio una volta per sanzione disciplinare ed un'altra per sospensione cautelare (prima il G.I.P. e poi la mia ammnistrazione: ho recuperato due anni di mezzo stipendio con gli interessi, li ho costretti a rimborsarmi le spese di difesa legale, sempre con gli interessi), due sanzioni disciplinari le ho fatte annullare con ricorso straordinario al Capo dello Stato.
Quindi, non sono assolutamente tenero con certa magistratura e certi amministratori della cosa pubblica (ovviamente del ministero della Giustizia).
Adesso sono in pensione dal 2005, al compimento del 67° anno di età, ho 71 anni (anche un cinquantenne lo considero un "ragazzo"), dopo la pensione mi sono messo a scrivere, di tutto, perchè sono curioso di tutto e non solo della mia esperienza di direttore carcerario per 40 lunghissimi (oggi cortissimi) anni della mia vita.
"Adduso", un errore può scappare a chiunque, o pensi che un magistrato non sappia che si dice e si scrive "aduso" ?
Certo, era il contesto sgradevole.
Ti ho inviato il video ed il testo del PASSAPAROLA di Lunedì scors di Marco Travaglio, io la penso come lui.
Hai molteplici ed interessanti interessi culturali, complimenti.
Ciao.

Adduso ha detto...

Certo, l’avevo compreso per il “ragazzo”. Invece la “polemica” del termine “adduso” non era rivolta all’errore (figurarsi), ma al suo chiaro deliberato riferimento istruttorio, e cioè sostanzialmente: “adduso” a cercare prove.
Detto da un Pm non mi è parso “normale”, tanto più che dall'altra parte c'era visibilmente la "mafia"
Certi "messaggi" sono "palesi".
Non sto certo a "Belluno".
Ciao a presto.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Certo è che stiamo dando vita ad un serrato rapporto dialettico !
Allora "adduso" lo disse con riferimento alla sua attività istruttoria !
Mi sa che non sapesse o non ricordasse l'ortografia del termine.

Adduso ha detto...

Vorrei che fosse stato come tu immagini, invece lo ha fatto chiaramente per fuorviare “la registrazione” che avevo fatto per cercare di scoprire la verità.

http://www.adduso.altervista.org/documenti_2parte.htm