domenica 8 febbraio 2009

Napolitano in trionfo al San Carlo. "I cittadini capiscono chi è nel giusto"


di ROBERTO FUCCILLO e CRISTINA ZAGARIA

NAPOLI - Sono le 20.30 quando un boato scuote il San Carlo. Napolitano ha appena fatto il suo ingresso in sala: parte un applauso, lunghissimo, una ovazione.

Un grido la rende esplicita, "Viva la costituzione", una sala intera, 1500 persone, si alza in piedi, Napolitano saluta con un cenno della mano, poi il maestro Riccardo Muti, che dirige il concerto, dà il via a "Fratelli d'Italia". Anche queste sono conseguenze del caso Englaro.

Napoli non ha dubbi e proclama di essere al fianco del Quirinale nella contesa aperta con Palazzo Chigi. Non a caso, per una sera è raggiante il sindaco Rosa Russo Iervolino: "Sono orgogliosa della mia Napoli, che è pur sempre la città delle quattro giornate. Vorrei trovare chi ha gridato quel "viva la Costituzione" per fargli i complimenti". Qualche imbarazzo invece fra i membri del governo, il ministro Sandro Bondi e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, che siede nel palco con Napolitano e con il cardinale Crescenzio Sepe, vescovo della città. A Letta chiedono poi durante l'intervallo se abbia provato emozione per l'accaduto. Risposta: "Emozionato sì, ma per il teatro".

Un clima patriottico intorno al presidente, di cui Napolitano aveva già avuto sentore. Un gruppo di signore che all'ingresso gli urla "Napoli ha bisogno di te", altre alle quali lui stringe calorosamente le mani. Fuori dal teatro una cinquantina di radicali e aderenti all'associazione Luca Coscioni, con striscioni e bandiere che recavano slogan come "Fiero di essere Napolitano", "Beppino siamo con te", "La Costituzione non si tocca".

Era già successo in mattinata, con un gruppo di docenti universitari a gridare "viva la Costituzione" non appena Napolitano era uscito, insieme a Bondi dalla pre-visita al teatro, dove il commissario Salvatore Nastasi gli aveva esposto i lavori di restauro. "Siamo un gruppo di colleghi docenti universitari, ci siamo ritrovati qui, è venuto spontaneo", spiega uno di loro, Guglielmo Tamburrini. Del gruppo fa parte anche Eliana Minicozzi, a suo tempo referente napoletana dei "girotondi". Ha qualcosa da mandare a dire a Berlusconi: "Incredibile la sua dichiarazione su Eluana che potrebbe avere un figlio. É rivelatrice della concezione che il premier ha delle donne, sottoponibili a stupro anche in condizioni di incoscienza".

Come se non bastasse, nel pomeriggio Napolitano aveva avuto altri attestati visitando l'istituto Pascale, un centro dedicato alla cura dei tumori. La speaker dell'evento, la giornalista Serena Albano, l'aveva omaggiato con un "presidente, oggi più di ieri lei è molto amato". Dichiarazione alla quale l'intera sala dell'ospedale, politici, magistrati, altre autorità, ma soprattutto tantissimi medici, era subito scattata in piedi: una ovazione durata qualche minuto, con l'intensità che aumentava man mano che i presenti si rendevano conto anche del senso di quanto accadeva, una vera e propria scelta di campo nel conflitto fra il Quirinale e Palazzo Chigi.

E qui, dove il tema della sofferenza e della morte ovviamente richiamava il caso Eluana, Napolitano aveva risposto a Berlusconi: "Il sentimento di vicinanza e di partecipazione nei confronti delle persone che lottano contro la malattia, e anche per le persone che giungono alle soglie estreme della vita, è forte in ciascuno di noi e non è monopolio di nessuno". Immediato l'applauso, di nuovo.

Ma quando il battimani si è placato Napolitano aveva ancora qualcosa da aggiungere: "Anche quando si debbono prendere delle decisioni delicate, nell'esercizio delle proprie funzioni, io conto sulla comprensione dei cittadini e di quanti sono qui". Un modo per dire, da una parte che il premier non è l'esclusivo "interprete" della solidarietà verso Eluana, e dall'altra che il no alla firma del decreto di venerdì scorso è nel solco della Costituzione.

Applausi al San Carlo bissati anche alla fine e intonato l'Inno d'Italia. Al maestro Muti quel grido "Viva la Costituzione" è piaciuto: "Andare contro la Costituzione è una cosa molto, molto grave, quindi è stato un bel grido".

(8 febbraio 2009)

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