ROMA — L’affermazione è netta: «Dopo aver fatto dimettere i nostri rappresentanti dalle giunte napoletane e dai posti di responsabilità, la battaglia dell’Italia dei valori per il rinnovamento del quadro politico passa attraverso la sfiducia alle giunte Bassolino e Iervolino. Chi non lo farà sarà fuori dal partito». Antonio Di Pietro se ne esce così, nel bel mezzo di una domenica pomeriggio. Convinto.
Eppure in Campania molti dei suoi amministratori si stanno autosospendendo dal partito, uno dopo l’altro, ponendo con forza il loro problema principale, la questione morale dell’Idv in Campania. «È strano: Di Pietro invece di rispondere a questo, glissa e sposta l’obiettivo. Noi non abbiamo nulla contro la sfiducia alla giunta, ma il problema non è questo», replicano all’unisono Carlo Migliaccio e Raffaele Scala, i due consiglieri comunali che da sabato si sono autosospesi dall’Italia dei valori proprio per la questione morale. Gli ultimi della serie. E aggiungono: «Perché Di Pietro ripropone proprio ora anche la sfiducia alla giunta Bassolino? È da un anno che se ne parla, ma i consiglieri regionali dell’Italia dei valori non hanno mai fatto nulla per questo. Anzi».
Anzi. Erano i primi di gennaio del 2008 quando Nello Formisano (coordinatore regionale), prima, e Di Pietro poi, annunciarono la mozione di sfiducia per la giunta della Campania di Antonio Bassolino. Era il 25 gennaio quando la mozione venne messa ai voti e l’Italia dei valori decise, chissà perché, per l’astensione. Non solo. «Se Di Pietro non affronta in Campania la questione di Formisano e di Marrazzo non andiamo da nessuna parte», aggiunge il consigliere Migliaccio. E spiega: «Marrazzo è presidente della commissione bilancio e non si è mai dimesso, nonostante il presidente abbia chiesto a tutti nel partito di abbandonare i posti di responsabilità. Di più: dopo aver approvato il bilancio della giunta, la settimana scorsa, grazie a Bassolino, Marrazzo ha portato a casa due nomine di persone a lui strettamente vicine, Salvatore Pallara all’Asl Napoli 3 e Cosimo Boemi, all’azienda universitaria "Federico II".
È così che si porta avanti un’operazione di sfiducia?». Nicola Marrazzo dice di cadere dalle nuvole: «Io? Sono pronto ad obbedire agli ordini di Di Pietro. Non ho fatto nessun accordo per nessuna nomina ». Eppure Cosimo Boemi è stato il capo del suo staff. Eppure il 22 gennaio scorso era stato proprio il segretario nazionale della commissione di garanzia dell’Idv, Attilio Menduni de’ Rossi, a scatenare la polemica sulla nomina di Salvatore Pallara «subordinato alla stretta conoscenza e quindi all’interesse diretto di un consigliere regionale sempre meno espressione del suo gruppo e dei valori che, manco a dirlo, dovrebbe rappresentare». Ma nessuno, evidentemente, lo ha ascoltato. E adesso è Enzo Ruggiero, segretario cittadino, che garantisce: «Venerdì prossimo è stato convocato un esecutivo regionale per discutere anche le incongruenze dei comportamenti dei consiglieri regionali: sarebbe gravissimo se si fosse proceduto a nomine riferibile a singoli consiglieri dell’Idv. Qui, comunque, con cristiana pazienza c’è chi davvero nel partito cerca di lavorare per portare avanti le battaglie dei valori».
Alessandra Arachi
02 febbraio 2009
Eppure in Campania molti dei suoi amministratori si stanno autosospendendo dal partito, uno dopo l’altro, ponendo con forza il loro problema principale, la questione morale dell’Idv in Campania. «È strano: Di Pietro invece di rispondere a questo, glissa e sposta l’obiettivo. Noi non abbiamo nulla contro la sfiducia alla giunta, ma il problema non è questo», replicano all’unisono Carlo Migliaccio e Raffaele Scala, i due consiglieri comunali che da sabato si sono autosospesi dall’Italia dei valori proprio per la questione morale. Gli ultimi della serie. E aggiungono: «Perché Di Pietro ripropone proprio ora anche la sfiducia alla giunta Bassolino? È da un anno che se ne parla, ma i consiglieri regionali dell’Italia dei valori non hanno mai fatto nulla per questo. Anzi».
Anzi. Erano i primi di gennaio del 2008 quando Nello Formisano (coordinatore regionale), prima, e Di Pietro poi, annunciarono la mozione di sfiducia per la giunta della Campania di Antonio Bassolino. Era il 25 gennaio quando la mozione venne messa ai voti e l’Italia dei valori decise, chissà perché, per l’astensione. Non solo. «Se Di Pietro non affronta in Campania la questione di Formisano e di Marrazzo non andiamo da nessuna parte», aggiunge il consigliere Migliaccio. E spiega: «Marrazzo è presidente della commissione bilancio e non si è mai dimesso, nonostante il presidente abbia chiesto a tutti nel partito di abbandonare i posti di responsabilità. Di più: dopo aver approvato il bilancio della giunta, la settimana scorsa, grazie a Bassolino, Marrazzo ha portato a casa due nomine di persone a lui strettamente vicine, Salvatore Pallara all’Asl Napoli 3 e Cosimo Boemi, all’azienda universitaria "Federico II".
È così che si porta avanti un’operazione di sfiducia?». Nicola Marrazzo dice di cadere dalle nuvole: «Io? Sono pronto ad obbedire agli ordini di Di Pietro. Non ho fatto nessun accordo per nessuna nomina ». Eppure Cosimo Boemi è stato il capo del suo staff. Eppure il 22 gennaio scorso era stato proprio il segretario nazionale della commissione di garanzia dell’Idv, Attilio Menduni de’ Rossi, a scatenare la polemica sulla nomina di Salvatore Pallara «subordinato alla stretta conoscenza e quindi all’interesse diretto di un consigliere regionale sempre meno espressione del suo gruppo e dei valori che, manco a dirlo, dovrebbe rappresentare». Ma nessuno, evidentemente, lo ha ascoltato. E adesso è Enzo Ruggiero, segretario cittadino, che garantisce: «Venerdì prossimo è stato convocato un esecutivo regionale per discutere anche le incongruenze dei comportamenti dei consiglieri regionali: sarebbe gravissimo se si fosse proceduto a nomine riferibile a singoli consiglieri dell’Idv. Qui, comunque, con cristiana pazienza c’è chi davvero nel partito cerca di lavorare per portare avanti le battaglie dei valori».
Alessandra Arachi
02 febbraio 2009
Nessun commento:
Posta un commento