Nell'uso del corpo da parte del premier prevale l'elemento 'cyborg', l'alterazione dei propri tratti naturali, dai trapianti piliferi ai lifting
La letteratura su Berlusconi è abbastanza ampia. Tra i pamphlets più recenti segnalo quello che ho appena visto in bozze (uscirà presso Manifestolibri) 'Fenomenologia di Silvio Berlusconi', di Pierfranco Pellizzetti, che spazia dall'estetica alla sessualità del leader, con intemerata cattiveria. Già uscito è invece 'Il corpo del capo' di Marco Belpoliti (Guanda, 12 euro) che considera solo un aspetto peculiarissimo del personaggio, il suo rapporto col proprio corpo e la rappresentazione che egli continuamente ne dà.
Benché possa sembrare strano, non tutti i capi hanno un corpo: basti pensare a un grande leader come De Gasperi, di cui certo chi ha vissuto negli anni Cinquanta ricorda la bruttezza grifagna, ma limitata ai tratti del viso. Andate a vedere il suo monumento a Trento, egli non ha corpo a tal segno che scompare sotto un abito Facis stazzonato. Ma d'altra parte non avevano corpo (al massimo un volto riconoscibile) i leader del passato, da Nenni a Fanfani, e persino Togliatti il cui indubitabile carisma era per lo più di carattere intellettuale.
Ma questo vale anche per gli altri paesi: nessuno si ricorda del corpo di quasi tutti i presidenti francesi, salvo quello di de Gaulle (ma semplicemente a causa della statura e del naso quasi caricaturali), degli inglesi rimane l'immagine di Churchill, ma più che altro la faccia di buon bevitore con sigaro, per il resto solo un vago ricordo d'obesità; nessuna corporalità aveva Roosevelt (se non in senso negativo, perché era disabile), Truman sembrava un agente delle assicurazioni, Einsenhower uno zio, e il primo a giocare sul proprio fisico (ma, ancora una volta, solo col volto) è stato Kennedy, che ha vinto su Nixon per qualche inquadratura televisiva ben centrata.
Avevano un corpo i grandi leader del passato? Ad alcuni, come ad Augusto, lo ha regalato la statuaria, di altri si può supporre che avessero preso il potere perché erano forti e dotati di qualche ascendente non sul popolo (che non aveva occasione di vederli) ma sul loro entourage. Per il resto provvedeva la leggenda, per esempio attribuendo ai monarchi francesi la virtù di guarire la scrofola. Ma non credo che Napoleone abbia trascinato i suoi soldati al massacro per virtù somatica.
Perché un capo assuma un corpo e della immagine di quel corpo si occupi quasi maniacalmente (si badi, non solo il viso, tutto il corpo) bisogna attendere l'era delle comunicazioni di massa, a cominciare dalla fotografia.
Ed ecco che si può iniziare, come fa del resto Belpoliti, a studiare il rapporto di Mussolini col proprio corpo, talmente consustanziale al suo potere che, per sancirne la caduta, si deve per così dire rovesciare il suo ascendente somatico e sfregiarne il corpo appendendolo a testa in giù.
Se ci sono analogie tra Berlusconi e Mussolini (intendiamoci, per non scandalizzare nessuno, non perché Berlusconi sia 'fascista', ma perché come Mussolini vuole stabilire un rapporto populistico con la folla, scavalcando le istituzioni parlamentari, abolendole in un caso, svilendole nell'altro) è proprio nella cura quasi maniacale della propria immagine. Non intendo seguire le analisi di Belpoliti che si svolgono di preferenza sulla fotografia, dai tempi in cui Berlusconi cantava sulle navi ai giorni nostri, e al massimo lamento che a tanta abbondanza di analisi non corrisponda quell'abbondanza di immagini che il lettore è portato a desiderare (ce ne sono una ventina, veramente 'parlanti', ma dopo questo assaggio si vorrebbe davvero di più).
Come indicazioni di lettura suggerirò le belle analisi delle mani, del sorriso, la inattesa e provocatoria trattazione sul lato femminile del personaggio, gli ovvi sviluppi sulla cultura del narcisismo (Belpoliti fa ricorso ad autorità e fonti di vario genere, da Jung a Foucault e a Sennett), le annotazioni sull'uso della famiglia come prolungamento (sempre accessorio) della propria corporalità.
Caso mai la differenza fondamentale tra Mussolini e Berlusconi è che il primo, divise a parte, usava il proprio corpo, torso nudo compreso, come mamma lo aveva fatto, al massimo accentuando baldanzosamente la propria calvizie, mentre in Berlusconi prevale l'elemento 'cyborg', la progressiva alterazione dei propri tratti naturali (Belpoliti accenna ad una singolare analogia tra Berlusconi e Oscar Pistorius, il corridore con le gambe artificiali), dai trapianti piliferi ai lifting, per consegnarsi ai propri devoti in una immagine mineralizzata che si vorrebbe senza età. Aspirazione all'eterno curiosa per chi alla fine Belpoliti analizza come "stella permanente dell'effimero".
(20 marzo 2009)
Benché possa sembrare strano, non tutti i capi hanno un corpo: basti pensare a un grande leader come De Gasperi, di cui certo chi ha vissuto negli anni Cinquanta ricorda la bruttezza grifagna, ma limitata ai tratti del viso. Andate a vedere il suo monumento a Trento, egli non ha corpo a tal segno che scompare sotto un abito Facis stazzonato. Ma d'altra parte non avevano corpo (al massimo un volto riconoscibile) i leader del passato, da Nenni a Fanfani, e persino Togliatti il cui indubitabile carisma era per lo più di carattere intellettuale.
Ma questo vale anche per gli altri paesi: nessuno si ricorda del corpo di quasi tutti i presidenti francesi, salvo quello di de Gaulle (ma semplicemente a causa della statura e del naso quasi caricaturali), degli inglesi rimane l'immagine di Churchill, ma più che altro la faccia di buon bevitore con sigaro, per il resto solo un vago ricordo d'obesità; nessuna corporalità aveva Roosevelt (se non in senso negativo, perché era disabile), Truman sembrava un agente delle assicurazioni, Einsenhower uno zio, e il primo a giocare sul proprio fisico (ma, ancora una volta, solo col volto) è stato Kennedy, che ha vinto su Nixon per qualche inquadratura televisiva ben centrata.
Avevano un corpo i grandi leader del passato? Ad alcuni, come ad Augusto, lo ha regalato la statuaria, di altri si può supporre che avessero preso il potere perché erano forti e dotati di qualche ascendente non sul popolo (che non aveva occasione di vederli) ma sul loro entourage. Per il resto provvedeva la leggenda, per esempio attribuendo ai monarchi francesi la virtù di guarire la scrofola. Ma non credo che Napoleone abbia trascinato i suoi soldati al massacro per virtù somatica.
Perché un capo assuma un corpo e della immagine di quel corpo si occupi quasi maniacalmente (si badi, non solo il viso, tutto il corpo) bisogna attendere l'era delle comunicazioni di massa, a cominciare dalla fotografia.
Ed ecco che si può iniziare, come fa del resto Belpoliti, a studiare il rapporto di Mussolini col proprio corpo, talmente consustanziale al suo potere che, per sancirne la caduta, si deve per così dire rovesciare il suo ascendente somatico e sfregiarne il corpo appendendolo a testa in giù.
Se ci sono analogie tra Berlusconi e Mussolini (intendiamoci, per non scandalizzare nessuno, non perché Berlusconi sia 'fascista', ma perché come Mussolini vuole stabilire un rapporto populistico con la folla, scavalcando le istituzioni parlamentari, abolendole in un caso, svilendole nell'altro) è proprio nella cura quasi maniacale della propria immagine. Non intendo seguire le analisi di Belpoliti che si svolgono di preferenza sulla fotografia, dai tempi in cui Berlusconi cantava sulle navi ai giorni nostri, e al massimo lamento che a tanta abbondanza di analisi non corrisponda quell'abbondanza di immagini che il lettore è portato a desiderare (ce ne sono una ventina, veramente 'parlanti', ma dopo questo assaggio si vorrebbe davvero di più).
Come indicazioni di lettura suggerirò le belle analisi delle mani, del sorriso, la inattesa e provocatoria trattazione sul lato femminile del personaggio, gli ovvi sviluppi sulla cultura del narcisismo (Belpoliti fa ricorso ad autorità e fonti di vario genere, da Jung a Foucault e a Sennett), le annotazioni sull'uso della famiglia come prolungamento (sempre accessorio) della propria corporalità.
Caso mai la differenza fondamentale tra Mussolini e Berlusconi è che il primo, divise a parte, usava il proprio corpo, torso nudo compreso, come mamma lo aveva fatto, al massimo accentuando baldanzosamente la propria calvizie, mentre in Berlusconi prevale l'elemento 'cyborg', la progressiva alterazione dei propri tratti naturali (Belpoliti accenna ad una singolare analogia tra Berlusconi e Oscar Pistorius, il corridore con le gambe artificiali), dai trapianti piliferi ai lifting, per consegnarsi ai propri devoti in una immagine mineralizzata che si vorrebbe senza età. Aspirazione all'eterno curiosa per chi alla fine Belpoliti analizza come "stella permanente dell'effimero".
(20 marzo 2009)
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