MARCO TRAVAGLIO
Signornò
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Di Gianfranco Fini si può dire quel che si diceva di Umberto Bossi negli anni 90: dipendesse da lui, il Cavaliere sarebbe politicamente defunto da un pezzo. Quando Bossi rovesciò il Berlusconi I nel 1994, nessuno scommetteva una lira sulla resurrezione. Poi provvide D’Alema a resuscitarlo con la Bicamerale e la caduta del Prodi I. Anche nel novembre 2007 tutto pareva compiuto, con la fuga di Lega, An e Udc dalla Casa delle Libertà, mentre Fini firmava l’epitaffio: “Berlusconi è alla comica finale”. A salvarlo, stavolta, provvide quella volpe di Veltroni. E Fini dovette rientrare all’ovile. Ma ora, dal caso Englaro alla difesa della laicità e della democrazia parlamentare, il presidente della Camera ha ripreso a smarcarsi. E potrebbe riservare qualche sorpresa al congresso Pdl di fine marzo, ma soprattutto dopo.
Forse però il leader di una destra finalmente credibile dovrebbe dare un’occhiata severa alle candidature per le europee e le amministrative. In Sicilia l’unico eurocapolista del Pdl targato An sarà Nino Strano: lo stesso che un anno fa salutava la caduta di Prodi ingozzandosi di mortadella e champagne in pieno Senato e urlava “checca squallida” e “mafioso” a Stefano Cusumano dell’Udeur; lo stesso che due mesi dopo fu condannato dal tribunale di Catania a 2 anni e 2 mesi per abuso d'ufficio e violazione della legge elettorale: nel 2005, assessore della giunta Scapagnini, collaborò a svuotare vieppiù le casse municipali distribuendo, a tre giorni dalle elezioni comunali, denaro a pioggia ai dipendenti per risarcirli dei presunti danni da “cenere nera” dell'Etna subìti nel 2002. Fini stigmatizzò le sue indecenti esultanze, che avevano fatto il giro del mondo, e promise di non candidarlo più: possibile che ora non abbia nulla da dire sulla sua esportazione al Parlamento europeo?
Ancora: in Puglia il Pdl sarà sostenuto da At6-Lega d'azione meridionale. L’ha annunciato il leader della gloriosa formazione, l’ex sindaco fascista di Taranto, Giancarlo Cito. Il quale non potrà essere candidato per un piccolo contrattempo: ha appena finito di scontare una condanna a 4 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, a causa dei suoi affettuosi rapporti con la Sacra Corona Unita, ma l’interdizione dai pubblici uffici dura ancora. E in ottobre s’è buscato altri 5 anni in appello per concussione. Eppure, come ha rivelato lui stesso, “incontro quasi ogni settimana, al ministero o a Maglie, il ministro degli Affari Regionali, Raffaele Fitto. Credo in lui, è giovanissimo, siamo tutti orgogliosi”. Eppoi anche Fitto è imputato: per corruzione, però.
Il 20 febbraio 2008 Fini dichiarò alla Stampa: “Se uno è indagato o a maggior ragione condannato per reati particolarmente odiosi, come la corruzione o quelli legati all’associazione mafiosa, opportunità vorrebbe che nel comporre le liste vi fosse più rigore e più scrupolo”. Era appena un anno fa. Vale ancora, quell’intervista, o è caduta in prescrizione?
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