lunedì 23 marzo 2009

Affitti, è emergenza sfratti Cgil: «Nessun sostegno dal governo»


«Una delle cose che mancano, nel cosiddetto Piano Casa del Governo, è esattamente il sostegno a coloro che vivono in affitto, a coloro che sono sfrattati, alla costruzione di alloggi popolari». Così il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, al termine del meeting Antirazzista organizzato a Firenze dal suo sindacato, critica gli interventi del governo sulle politiche abitative.

«Cè una fascia del Paese, la quale ormai però sta diventando molto grande, che avendo una emergenza abitativa non vede in queste risposte da parte del Governo alcuna soluzione».

Il segretario della Cgil ha espresso la sua opinione commentando i dati di uno studio del Sunia, il sindacato unitario nazionale degli inquilini e assegnatari di case, secondo cui senza misure di sostegno al reddito delle famiglie in affitto nel triennio 2009-2011 si prevede che altre 150 mila famiglie perderanno la propria abitazione, subendo uno sfratto per morosità.

Dallo studio emerge che è sempre più forte la difficoltà delle famiglie in affitto sostenere gli attuali livelli di mercato
. «Data l'insostenibilità dei canoni, delle spese per l'abitazione e dell'aggravarsi della situazione economica e occupazionale - spiegano Cgil e Sunia - senza misure di sostegno al reddito delle famiglie in affitto, nel triennio 2009/2011 si prevede che altre 150.000 famiglie perderanno la propria abitazione subendo uno sfratto per morosità incapaci di far fronte al pagamento dell'affitto». «Il mercato dell'affitto privato, infatti - si legge ancora - è caratterizzato da quella famiglia tipo che oggi più che mai subisce gli effetti della crisi economica: il 20,5% dei nuclei sono unipersonali, il 67% delle famiglie in affitto percepisce un solo reddito e in queste il 39,6% è rappresentato da operai e il 29,2% da pensionati, più di un quinto dei capofamiglia ha oltre 65 anni e un quarto è costituito da donne».

Uno spaccato sociale che, alla luce della gravissima crisi economica, potrebbe avere conseguenze nefaste per uno dei beni essenziali: la casa. «Per le famiglie dove spesso l'unica entrate è un reddito da lavoro dipendente o una pensione - si legge - l'affitto incide con percentuali insostenibili: tra il 40 e il 50% a Genova e Torino, tra il 50 e il 70% a Bologna e Firenze, oltre il 70% a Milano e Roma. In generale, le spese totali per l'abitazione gravano sul reddito mediamente tra il 50 e il 70%, con i casi eclatanti di Milano e Roma, dove l'incidenza oscilla tra l'82 e il 92%. A fronte di un reddito medio da lavoro dipendente sostanzialmente invariato, gli affitti sono aumentati del 16% nel corso del 2008».

Dall'indagine condoitta da Sunia e Cgil su un campione di 1.000 famiglie sottoposte a sfratto per morosità emerge come «l'acuirsi della crisi economica stia colpendo le famiglie di lavoratori dipendenti e pensionati anche sul fronte abitativo. Sul campione preso in esame, il 24% delle famiglie sfrattate per morosità ha subito la perdita del posto di lavoro del primo percettore del reddito, il 22% è precario mentre per un altro 21% il percettore è in cassa integrazione». Solo negli ultimi 5 anni, ricorda ancora lo studio, circa 120.000 famiglie hanno perso la loro abitazione, come emerge dai dati del Ministero dell'Interno del dicembre 2008.

Nella quasi totalità, per circa 100.000 casi, il provvedimento di sfratto è stato eseguito per morosità a causa dell'incidenza altissima dell'affitto sul reddito percepito. Guardando le aree metropolitane a più alta tensione abitativa, nel complesso sono stati emessi quasi 100.000 sfratti per morosità e circa 90.000 famiglie hanno subito un esecuzione del provvedimento: a Milano e Roma circa 20.000 famiglie, a Napoli quasi 15.000, a Torino più di 10.000. Mentre a Genova, Firenze, Palermo e Roma circa il 10% delle famiglie in affitto, escludendo le abitazioni di proprietà pubblica, hanno subito uno sfratto per morosità.

Per il segretario generale del Sunia, Luigi Pallotta, «di fronte a questo scenario il Governo si propone di varare un 'Piano Casà che non affronta i problemi di queste famiglie e che, anzichè concentrarsi sul rilancio del mercato dell'affitto a prezzi sostenibili, si indirizza ancora una volta verso la casa in proprietà che in Italia ha raggiunto livelli difficilmente superabili». «Rispetto a queste che sono le vere esigenze del Paese il Governo propone un Piano per chi ha già casa», osserva la segretaria confederale della Cgil, Paola Agnello Modica. «In attesa di conoscere la integrale proposta del Governo di un piano che viene spacciato per 'Piano Casà ma che è in realtà un 'Piano per l'edilizia - prosegue la sindacalista - già è chiaro che dall'agenda politica sparisce il tema dell'edilizia sociale e dell'affitto».

22 marzo 2009

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