giovedì 26 marzo 2009

Il testamento biologico non esiste più. La volontà non più vincolante


Con 150 voti a favore 123 contrari e 3 astenuti il ddl sul testamento biologico passa l’esame del Senato. Hanno votato a favore Pdl, Lega e Udc, contrari Pd e Idv. A favore, in dissenso dal loro gruppo, per ragioni diverse, hanno votato i senatori del Pdl Ferruccio Saro, Lucio Malan, Laura Bianconi, Marcello Pera e Antonio Paravia. Nell’opposizione voto di dissenso dal gruppo dai senatori Pd Claudio Gustavino ed Emanuela Baio. Ora il testo passa all’esame della Camera.

Il testo approvato dal Senato, però, porta con sè una modifica sostanziale che cancella, di fatto, la vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento (dat) per i medici.

È stato accolto un emendamento dell'Udc, a prima firma del senatore Fosson, che modifica il primo comma dell'articolo e questa scelta ha scatenato una bagarre in aula con le proteste dell'opposizione che ha accusato la maggioranza di aver «svuotato la legge» che ruota proprio sul concetto del testamento da parte del malato che vuole evitare l'accanimento terapeutico.
«Eravamo qui - ha protestato Anna Finocchiaro - per scrivere un testo sulle dichiarazioni anticipate di trattamento, ma con questo emendamento mi chiedo di cosa stiamo discutendo, visto che le dichiarazioni non conteranno assolutamente nulla. C'è un limite oltre il quale la finzione non si regge più».

Ha controbattuto il relatore Raffaele Calabrò che ha spiegato come l'intenzione è quella di «tener conto delle valutazioni del medico» visto che ci possono essere progressi della medicina che vano presi in considerazione e ha definito il testamento biologico «non rigido» e sottoposto alla valutazione del medico.

Il senatore del Pd, Ignazio Marino, ha sostenuto che con le dat non più vincolanti, le stesse dichiarazioni «sono ormai del tutto prive di senso».

«L'eliminazione del vincolo giuridico della dichiarazione anticipate di trattamento va contro ogni buonsenso e mostra come la maggioranza non abbia avuto neanche la coscienza di quello che aveva detto appena pochi giorni fa». Lo afferma il senatore Felice Casson, capogruppo del Pd in commissione Giustizia spiegando che «a questo punto questa norma, così com'è impostata, è soltanto una presa in giro per i cittadini, perchè si fanno fare delle dichiarazioni che non hanno alcun senso, di cui altre persone possono fare quello che vogliono. Nei fatti, si fa carta straccia delle dichiarazioni di tutti quegli italiani che intenderanno sottoscriverle».

Un altro emendamento approvato all'articolo 4 prevede che le dichiarazioni anticipate di trattamento hanno validità per un periodo di tre anni e non più di 5 anni, come era stato deciso in Commissione Sanità.

Inoltre le Regioni dovranno assicurare assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo persistente. Lo prevede l'articolo 5 del ddl sul testamento biologico, approvato dall'Aula del Senato. L'articolo, secondo una riformulazione proposta dal relatore del ddl Raffaele Calabrò, è stato approvato dall'Aula e recita: «Il ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali di intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, adotta le linee guida cui le regioni si conformano nell'assicurare l'assistenza domiciliare per i soggetti in stato vegetativo permanente».

Dopo l'ultimo voto al Senato sul testamento biologico che ha stabilito che le Dat non sono vincolanti, i senatori dell'Italia dei valori si sono presentati ai giornalisti, nella sala lettura di palazzo Madama, con appesi al collo cartelli con su scritto 'referendum', 'testamento ideologicò, 'testamento-bioillogicò.

Sono il capogruppo Felice Belisario, Stefano Pedica, Giuseppe Caforio, Elio Lannutti, Francesco "Pancho" Pardi, Giuliana Carlino e Nello Di Nardo. Belisario ha poi spiegato che «l'aula di palazzo Madama sta approvando una bruttissima legge che imbroglia gli italiani. L'Idv proporrà ai cittadini di impugnare subito la legge con un referendum abrogativo riportando i cittadini al centro delle scelte. Lo Stato viene dopo la volontà dei cittadini».

Questo il commento di Maurizio Sacconi ministro del Welfare. «Trova conferma quella strumentazione rivolta alla dignità della persona e al valore della persona che avevamo auspicato». «Trova conferma - ha affermato il ministro - la disciplina per quanto riguarda la garanzia in ogni caso di nutrizione e idratazione, che costituiscono risposte ai bisogni vitali della persona e non terapie. Il caso Englaro - ha aggiunto - non sarebbe con questa norma più possibile».

Sacconi ha inoltre rilevato come nel testo approvato dall'Aula «si disciplina un modo per la persona di rappresentare la propria volontà rispetto alle terapie che non è del tutto vincolante, come è sempre stato nel testo del relatore». C'è cioè, ha commentato Sacconi, «sempre un'ultima parola del medico, che deve tener certamente conto della volontà della persona, ma considerarla nelle concrete condizioni anche dal punto di vista delle evoluzioni della scienza che si sono nel frattempo prodotte».

Il governo, ha concluso il ministro, «è soddisfatto per l'esito del lavoro parlamentare, per il quale ringrazia il presidente del Senato che ha garantito i tempi ed il sottosegretario Roccella che ha curato tutto l'iter del provvedimento».

26 marzo 2009

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