ZORRO
26 MARZO 2009
Ferve sui giornali il dibattito sulla crisi dei giornali.
Intanto gli stessi giornali continuano a nascondere le notizie (solo Repubblica e il Manifesto han raccontato la vittoria in appello di Santoro contro la Rai che si era opposta al suo reintegro deciso dal Tribunale) e a gonfiare le non-notizie. Per esempio la puntata di «Porta a Porta» con Karol Ratz, arrestato per gli stupri della Caffarella e di Primavalle, poi scarcerato per non averli commessi.
Una puntata talmente arrapante da raccogliere appena il 9% di share (1 milione di spettatori).
Eppure i giornali le hanno dedicato intere paginate, così i lettori che avevano girato alla larga da Vespa imparano.
Non l'avete voluto vedere? Beccatevelo sul giornale.
La sera prima, l'insetto celebrava il Quindicennio Berlusconiano con un servizietto che attribuiva la caduta del primo governo del Cavaliere a «un avviso di garanzia della Procura di Milano» e quella del secondo governo Prodi a «un'inchiesta rivelatasi poi infondata su Mastella e la moglie».
Due balle al prezzo di una.
Il Berlusconi I cadde perché Bossi gli ritirò la fiducia, in dissenso sulla riforma delle pensioni, anzi su tutto. Il Prodi II cadde perché Mastella s'era accordato con Berlusconi e aveva preso a pretesto l'inchiesta di S.Maria Capua Vetere. Che non s'è rivelata affatto infondata: la Procura di Napoli ha appena depositato gli atti -preludio alla richiesta di rinvio a giudizio- a carico dei coniugi Mastella per concussione.
Ma pareva brutto raccontare la verità.
Intanto il dibattito sulla crisi dell'informazione prosegue, più appassionante che mai.
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