BOLOGNA - Prima ha dipinto il suo possibile successore come incapace di organizzare una campagna elettorale. Ieri ha accusato il segretario regionale Pd di arrivismo personale. A Bologna Sergio Cofferati, mentre continua l'incertezza sulla sua candidatura alle europee, si scatena. Ma è tutta l'ex regione rossa che sussulta di imprevisti terremoti: a Reggio Emilia ritorna "la Zarina", l'ex sindaco dell'era Pci-Ds Antonella Spaggiari, e si candida alla guida di una lista civica appoggiata dall'Udc sfidando il sindaco uscente Pd, Graziano Delrio. A Forlì le primarie Pd sfiduciano il sindaco uscente Nadia Masini, ex-Ds, e incoronano l'outsider Roberto Balzani, di area repubblicana.
L'impressione di un "liberi tutti" là dove il Pd si supponeva mantenesse una coesione da partito di massa è difficile da scacciare. A Bologna esplode un "caso Cofferati" che sembrava risolto con la scelta del sindaco di rinunciare al secondo mandato per stare vicino a suo figlio, a Genova. Quanto vicino? Le voci di una candidatura Cofferati alle europee sono circolate, debolmente smentite dall'interessato, contrastate da esponenti nazionali del partito. Sabato, forse per allontanare una polemica minacciosa per la campagna elettorale bolognese, il coordinatore Pd Salvatore Caronna (anche lui in odor di Bruxelles) ha scaricato sul Pd di Genova la competenza sulla questione.
Durissima, ieri, la rimbeccata di Cofferati. Novità sulle europee? "Chiedete a Caronna, è l'unico che se ne sta occupando intensamente da settimane". Nel senso che lavora per lei? "No, per se stesso". Sconcerto, tensione. L'accusa di carrierismo è pesante anche in un partito post-comunista. Silenzio dall'accusato. Si pronuncia invece Pierluigi Bersani: "Una candidatura Cofferati sarebbe utile alla nostra battaglia, non posso che caldeggiarla". Via libera dall'ala dalemiana, tentativo di placare il sindaco furioso?
A Reggio Emilia, invece, la spaccatura sembra insanabile. Antonella Spaggiari, per tutti "la Zarina", è stata sindaco per ben tredici anni, eletta in quel duro '91 che fu l'anno delle polemiche sui delitti del dopoguerra. Nel 2004 lasciò il posto a Graziano Delrio, provenienza Margherita, per riapparire alla presidenza della potente fondazione bancaria Manodori: paradosso curioso, un sindaco cattolico nella città dal rosso più vivo dell'Emilia, un presidente ex Pci alla Fondazione che fu un feudo Dc. Ora il cerchio si chiude, e Spaggiari sfida il suo successore con una lista centrista. "Strada ingloriosa, poca lealtà e generosità, non si fa politica col risentimento", reagisce amareggiato il segretario Pd Giulio Fantuzzi, mentre Delrio preferisce già identificarla come avversario conclamato: "Parla come la destra". "Non è rancore", reagisce la sfidante, "ma spirito di servizio, Reggio ha perso tempo in questi cinque anni", e chiede il voto di "riformisti, cattolici e liberali".
In confronto, a Forlì la botta è stata digerita meglio. Sonia Masini, area ex-Ds, sembrava avere la strada in discesa quando ha accettato di sottoporsi alle primarie Pd per succedere a se stessa: in fondo, la graduatoria del Sole-24 Ore l'aveva classificata decima in Italia per popolarità. Ma in una notte di scrutini al cardiopalmo, per soli 45 voti su ottomila, un outsider l'ha scavalcata: Roberto Balzani, docente di Storia nella sede romagnola dell'Università di Bologna, cultura mazziniana, allievo prediletto di Giovanni Spadolini. "Lo sosterrò, purché riconosca il mio lavoro" è stato il commento non entusiasta della sfiduciata Masini.
(31 marzo 2009)
L'impressione di un "liberi tutti" là dove il Pd si supponeva mantenesse una coesione da partito di massa è difficile da scacciare. A Bologna esplode un "caso Cofferati" che sembrava risolto con la scelta del sindaco di rinunciare al secondo mandato per stare vicino a suo figlio, a Genova. Quanto vicino? Le voci di una candidatura Cofferati alle europee sono circolate, debolmente smentite dall'interessato, contrastate da esponenti nazionali del partito. Sabato, forse per allontanare una polemica minacciosa per la campagna elettorale bolognese, il coordinatore Pd Salvatore Caronna (anche lui in odor di Bruxelles) ha scaricato sul Pd di Genova la competenza sulla questione.
Durissima, ieri, la rimbeccata di Cofferati. Novità sulle europee? "Chiedete a Caronna, è l'unico che se ne sta occupando intensamente da settimane". Nel senso che lavora per lei? "No, per se stesso". Sconcerto, tensione. L'accusa di carrierismo è pesante anche in un partito post-comunista. Silenzio dall'accusato. Si pronuncia invece Pierluigi Bersani: "Una candidatura Cofferati sarebbe utile alla nostra battaglia, non posso che caldeggiarla". Via libera dall'ala dalemiana, tentativo di placare il sindaco furioso?
A Reggio Emilia, invece, la spaccatura sembra insanabile. Antonella Spaggiari, per tutti "la Zarina", è stata sindaco per ben tredici anni, eletta in quel duro '91 che fu l'anno delle polemiche sui delitti del dopoguerra. Nel 2004 lasciò il posto a Graziano Delrio, provenienza Margherita, per riapparire alla presidenza della potente fondazione bancaria Manodori: paradosso curioso, un sindaco cattolico nella città dal rosso più vivo dell'Emilia, un presidente ex Pci alla Fondazione che fu un feudo Dc. Ora il cerchio si chiude, e Spaggiari sfida il suo successore con una lista centrista. "Strada ingloriosa, poca lealtà e generosità, non si fa politica col risentimento", reagisce amareggiato il segretario Pd Giulio Fantuzzi, mentre Delrio preferisce già identificarla come avversario conclamato: "Parla come la destra". "Non è rancore", reagisce la sfidante, "ma spirito di servizio, Reggio ha perso tempo in questi cinque anni", e chiede il voto di "riformisti, cattolici e liberali".
In confronto, a Forlì la botta è stata digerita meglio. Sonia Masini, area ex-Ds, sembrava avere la strada in discesa quando ha accettato di sottoporsi alle primarie Pd per succedere a se stessa: in fondo, la graduatoria del Sole-24 Ore l'aveva classificata decima in Italia per popolarità. Ma in una notte di scrutini al cardiopalmo, per soli 45 voti su ottomila, un outsider l'ha scavalcata: Roberto Balzani, docente di Storia nella sede romagnola dell'Università di Bologna, cultura mazziniana, allievo prediletto di Giovanni Spadolini. "Lo sosterrò, purché riconosca il mio lavoro" è stato il commento non entusiasta della sfiduciata Masini.
(31 marzo 2009)
1 commento:
Ma che classe politica è una che spreca un Sergio Cofferati ?
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