martedì 24 marzo 2009

PAOLO BONAIUTI


MICHELE SERRA
L'AMACA
24 marzo 2009

L’aspetto curiale non inganni: dei tanti portavoce del governo, è Paolo Bonaiuti il più feroce.

Non è, la sua, la faziosità emotiva e dunque vulnerabile di un Gasparri, esposto a qualunque rissa verbale; non è l’inespressivo zelo di un Capezzone, che parla a gettone e abbisogna solo di una periodica manutenzione.

L’arte di Bonaiuti, più raffinata e insieme più efferata, consiste nell’evitare sempre, sistematicamente, il merito delle questioni.

Il suo mestiere è negare implicitamente l’esistenza degli altri.

L’altro giorno, per esempio, Dario Franceschini ha detto che Berlusconi come capolista in tutti i collegi alle europee è, in termini tecnici e poi politici, un evidente imbroglio: perché il premier, secondo le leggi vigenti sull’incompatibilità, non può essere eletto a Strasburgo.

Così gli ha risposto, o meglio non risposto Bonaiuti:
"Franceschini insulta Berlusconi solo per far vedere che esiste".

Vivessimo in un paese intellettualmente funzionante, i giornalisti che gli reggono il microfono avrebbero il dovere di reiterare la domanda: "Si, va bene, Franceschini non le piace: ma nel merito dell’ineleggibilità del capolista Berlusconi, lei cosa risponde ?".

Ma la seconda domanda, quella che conta, non arriva.

Bonaiuti lo sa, e dev’essere per questo che sorride sempre.

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