
Silvio Berlusconi e il suo governo tornano a riconquistare la fiducia persa nei mesi scorsi. Negli ultimi 30 giorni il premier guadagna in un solo colpo 4 punti percentuali e inverte una tendenza negativa iniziata lo scorso ottobre. Seppure inferiore in termini assoluti, ancora più significativa la ripresa dell'esecutivo: la squadra di governo guadagna consensi dal luglio 2008.
Tutto ciò avviene in un momento di autentica emergenza del Paese. Se la crisi economica aveva aperto una faglia tra i cittadini e il governo, suggerendo un'incrinatura della leadership carismatica del presidente del consiglio, la crisi umanitaria dell'Abruzzo ha prodotto un riavvicinamento tra le parti. La differente performance del premier, orientato nella circostanza a rimboccarsi le maniche piuttosto che a sollecitare gli italiani a "darsi una mossa", ne ha probabilmente riallineato l'immagine a quella originaria di "uomo del fare" dalle molteplici vesti, offerta con successo all'elettorato.
Il dettaglio dei singoli ministri non rivela invece mutamenti significativi. Degno di nota forse l'inossidabile primato del ministro degli interni, passato indenne alle intemperie parlamentari e al parziale naufragio del decreto sicurezza, unico leghista a crescere in una fase in cui tanto il movimento quanto la sua rappresentanza governativa perdono una quota non irrilevante di consensi. Da notare anche il trend in positivo dei ministri Alfano e Sacconi che, con il capo degli interni, sono gli unici a superare la soglia del 60%.
La Lega, infatti, è il partito che cala di più nella rilevazione di questo mese: la fiducia subisce un netto ridimensionamento, probabilmente da ricondurre ai colpi subiti nel corso della polemica referendaria. Guadagna invece il Pdl, premiato dal battesimo del congresso oltre che dal generale consenso attorno al governo.
Significativi cambiamenti si verificano nel quadro delle opposizioni. La linea Franceschini pare accrescere - in misura tuttavia ancora limitata - la fiducia nel partito democratico, anche a spese di un'Italia dei valori insidiata probabilmente, nel medesimo tempo, dalla riorganizzazione delle forze della sinistra antagonista. Si consolida invece il ruolo dell'Udc come polo di attrazione dell'elettorato moderato, perplesso sul nuovo corso del partito democratico e incline alla rivendicazione di una più netta collocazione al centro rispetto alla linea politica del Pdl.
* direttore Ipr Marketing
(20 aprile 2009)
Tutto ciò avviene in un momento di autentica emergenza del Paese. Se la crisi economica aveva aperto una faglia tra i cittadini e il governo, suggerendo un'incrinatura della leadership carismatica del presidente del consiglio, la crisi umanitaria dell'Abruzzo ha prodotto un riavvicinamento tra le parti. La differente performance del premier, orientato nella circostanza a rimboccarsi le maniche piuttosto che a sollecitare gli italiani a "darsi una mossa", ne ha probabilmente riallineato l'immagine a quella originaria di "uomo del fare" dalle molteplici vesti, offerta con successo all'elettorato.
Il dettaglio dei singoli ministri non rivela invece mutamenti significativi. Degno di nota forse l'inossidabile primato del ministro degli interni, passato indenne alle intemperie parlamentari e al parziale naufragio del decreto sicurezza, unico leghista a crescere in una fase in cui tanto il movimento quanto la sua rappresentanza governativa perdono una quota non irrilevante di consensi. Da notare anche il trend in positivo dei ministri Alfano e Sacconi che, con il capo degli interni, sono gli unici a superare la soglia del 60%.
La Lega, infatti, è il partito che cala di più nella rilevazione di questo mese: la fiducia subisce un netto ridimensionamento, probabilmente da ricondurre ai colpi subiti nel corso della polemica referendaria. Guadagna invece il Pdl, premiato dal battesimo del congresso oltre che dal generale consenso attorno al governo.
Significativi cambiamenti si verificano nel quadro delle opposizioni. La linea Franceschini pare accrescere - in misura tuttavia ancora limitata - la fiducia nel partito democratico, anche a spese di un'Italia dei valori insidiata probabilmente, nel medesimo tempo, dalla riorganizzazione delle forze della sinistra antagonista. Si consolida invece il ruolo dell'Udc come polo di attrazione dell'elettorato moderato, perplesso sul nuovo corso del partito democratico e incline alla rivendicazione di una più netta collocazione al centro rispetto alla linea politica del Pdl.
* direttore Ipr Marketing
(20 aprile 2009)
1 commento:
LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIOTI (ITALIANI IDIOTI) SI ACCORGERA' CHE AL RISVEGLIO IL SOGNO A OCCHI APERTI SI SARA' TRASFORMATO NEL PEGGIORE DEGLI INCUBI.
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