LA VIA LATTEA sa di lampone e profuma di rum. Un po' come ne "La fabbrica di cioccolato" di Roald Dhal, dove anche le pietre sanno di cannella, la polvere di stelle che fluttua dello spazio ha sapore e odore, per di più familiari. L'insolita scoperta è il frutto di anni di lavoro di un gruppo di astronomi del Max Planck Institute per la Radioastronomia di Bonn, che hanno portato il loro maxi telescopio su un'enorme palla di polvere e gas stellare, nella speranza di intercettare le molecole complesse capaci di dare origine alla vita. Scoprire degli amminoacidi nello spazio interstellare sarebbe stato per loro un po' come trovare il Sacro Graal, ma l'ultima ricerca li ha condotti a sorpresa su una strada diversa. I residui della nuvola di polvere Sagittarius B2, al centro della nostra galassia, contenevano infatti una sostanza chiamata etile formiato, chimicamente responsabile del gusto al lampone. In pratica gli scienziati sono risaliti dalla composizione della sostanza al suo sapore, stabilendo che la Via Lattea, se solo potessimo sfiorare un po' della sua polvere con un dito e assaggiarla, alle nostre papille gustative ricorderebbe il lampone. "Occorrono molte altre molecole per ottenere questo gusto particolare - spiega l'astronomo Arnaud Belloche, del Max Planck Institute - ma l'etile formiato è una delle componenti fondamentali".
E non è finita qui: i manuali di chimica spiegano che questa sostanza non solo sa di lampone ma profuma di rum. Gli astronomi hanno utilizzato in Spagna un radiotelescopio IRAM (Institut de Radio Astronomie Millimetrique) per analizzare le radiazioni elettromagnetiche emesse da una zona particolarmente densa del Sagittarius B2, che circondava una stella appena nata. Dalla radiazione proveniente, il team tedesco ha riscontrato le caratteristiche di emissione tipiche dell'etile formiato, un composto organico fatto di carbonio, ossigeno e idrogeno, che sono gli stessi elementi che servono per fare gli amminoacidi. Nella stessa nuvola è stata intercettata anche la presenza di propil cianuro, una sostanza letale, e le due molecole sono le più grandi finora mai trovate nello spazio.
"E' abbastanza usuale trovare tracce di emissione radio da molecole organiche - spiega Alberto Buzzoni, professore associato presso l'Istituto Nazionale di Astrofisica dell'università di Bologna - il problema semmai è riuscire a capire di che composto si tratta, tra le migliaia possibili. Molti di questi, compreso l'etile formiato, sono parenti degli zuccheri e, nel caso specifico, dell'alcol etilico. Da qui il paragone con il rum e il gusto al lampone".
Il dottor Belloche e il suo collega Robin Garrod della Cornell University di New York hanno raccolto e studiato circa quattromila diversi segnali provenienti dalla nuvola di polvere e gas, ma finora ne hanno analizzati solo la metà. "Per il momento abbiamo identificato 50 molecole nel corso della nostra ricerca, e due di queste non erano mai state individuate prima". I risultati dello studio sono stati presentati nel corso della Settimana Europea dell'Astronomia e della Scienza Spaziale all'università di Hertfordshire e verranno pubblicati sul prossimo numero di Astronomy & Astrophysics, la maggiore rivista di astronomia professionale europea.
Buzzone conferma che la rilevanza della notizia sta nella possibile connessione con la ricerca degli aminoacidi nello spazio interstellare. Gli aminoacidi sono i costituenti di base delle molecole organiche della vita (specialmente del DNA) e questa scoperta va proprio in tale direzione. "Da notare - conclude l'esperto - che gli aminoacidi in materiale extra-terrestre sono stati trovati già negli anni '70, facendo l'analisi di meteoriti caduti sulla Terra".
Questo studio è coerente l'idea della Panspermia, secondo la quale la vita sulla Terra non è nata qui ma è "germinata" da fuori. La teoria è stata introdotta da Fred Hoyle e Chandra Wickramasinghe negli anni '60 e da allora è stata spesso osteggiata dalla scienza ufficiale, più vicina alle posizioni cattoliche "ortodosse".
(22 aprile 2009)
E non è finita qui: i manuali di chimica spiegano che questa sostanza non solo sa di lampone ma profuma di rum. Gli astronomi hanno utilizzato in Spagna un radiotelescopio IRAM (Institut de Radio Astronomie Millimetrique) per analizzare le radiazioni elettromagnetiche emesse da una zona particolarmente densa del Sagittarius B2, che circondava una stella appena nata. Dalla radiazione proveniente, il team tedesco ha riscontrato le caratteristiche di emissione tipiche dell'etile formiato, un composto organico fatto di carbonio, ossigeno e idrogeno, che sono gli stessi elementi che servono per fare gli amminoacidi. Nella stessa nuvola è stata intercettata anche la presenza di propil cianuro, una sostanza letale, e le due molecole sono le più grandi finora mai trovate nello spazio.
"E' abbastanza usuale trovare tracce di emissione radio da molecole organiche - spiega Alberto Buzzoni, professore associato presso l'Istituto Nazionale di Astrofisica dell'università di Bologna - il problema semmai è riuscire a capire di che composto si tratta, tra le migliaia possibili. Molti di questi, compreso l'etile formiato, sono parenti degli zuccheri e, nel caso specifico, dell'alcol etilico. Da qui il paragone con il rum e il gusto al lampone".
Il dottor Belloche e il suo collega Robin Garrod della Cornell University di New York hanno raccolto e studiato circa quattromila diversi segnali provenienti dalla nuvola di polvere e gas, ma finora ne hanno analizzati solo la metà. "Per il momento abbiamo identificato 50 molecole nel corso della nostra ricerca, e due di queste non erano mai state individuate prima". I risultati dello studio sono stati presentati nel corso della Settimana Europea dell'Astronomia e della Scienza Spaziale all'università di Hertfordshire e verranno pubblicati sul prossimo numero di Astronomy & Astrophysics, la maggiore rivista di astronomia professionale europea.
Buzzone conferma che la rilevanza della notizia sta nella possibile connessione con la ricerca degli aminoacidi nello spazio interstellare. Gli aminoacidi sono i costituenti di base delle molecole organiche della vita (specialmente del DNA) e questa scoperta va proprio in tale direzione. "Da notare - conclude l'esperto - che gli aminoacidi in materiale extra-terrestre sono stati trovati già negli anni '70, facendo l'analisi di meteoriti caduti sulla Terra".
Questo studio è coerente l'idea della Panspermia, secondo la quale la vita sulla Terra non è nata qui ma è "germinata" da fuori. La teoria è stata introdotta da Fred Hoyle e Chandra Wickramasinghe negli anni '60 e da allora è stata spesso osteggiata dalla scienza ufficiale, più vicina alle posizioni cattoliche "ortodosse".
(22 aprile 2009)
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