sabato 18 aprile 2009

Rai, nomine a casa del premier tornano Mimun e Vigorelli


di GOFFREDO DE MARCHIS

Clemente Mimun dal Tg5 al Tg1. Mauro Mazza dal Tg2 a Raiuno. "Su questi nomi non ci piove", racconta uno dei partecipanti al megavertice di Palazzo Grazioli, la residenza privata di Silvio Berlusconi. Dunque, si è parlato di nomine, eccome, nella lunghissima riunione di ieri pomeriggio. Cioè, della nuova Rai targata Cavaliere che già mercoledì, giorno della prossima riunione del Cda, vorrebbe imprimere il suo marchio sull'azienda varando un pacchetto-monstre di promozioni.

L'anomalia di una discussione sulla tv pubblica svolta nell'abitazione del premier ha scatenato le opposizioni: "Ennesima ferita della democrazia, un'indecente conferma del conflitto d'interessi".

C'erano veramente tutti gli attori della partita Rai a Via del Plebiscito ieri. I leghisti Maroni e Calderoli, i capigruppo e i vice di Camera e Senato Cicchitto, Bocchino, Gasparri e Quagliariello, il ministro Andrea Ronchi per conto di An anche se è nato il Pdl, il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani, il "mediatore" del Nord Aldo Brancher. È stata esaminata una griglia completa di nomi, casella per casella, con le eventuali alternative. Mancava, nell'elenco, la rete Tre, fortilizio residuale dell'opposizione. Ma per il resto è quasi tutto pronto.

Tanto che Berlusconi ha concluso così il vertice: "Adesso andate da Franceschini e fatevi dare i loro candidati". Il segretario del Pd però ha smentito la voce di una telefonata ricevuta già ieri sera da Gianni Letta proprio per chiudere il cerchio.

Cambia poco. Il centrodestra si avvia a definire la sua "squadra" per Viale Mazzini. Con diramazioni nell'azienda concorrente. Al posto di Mimun, al Tg5 ammiraglia Mediaset, dovrebbe andare Maurizio Belpietro, oggi direttore di Panorama, che è in corsa anche per il Tg2, lasciato da Mazza. Ma per il telegiornale della rete Due lo sprint è piuttosto affollato. In pole position resta Mario Orfeo, numero uno del Mattino, dietro di lui Augusto Minzolini, editorialista della Stampa, e spunta anche l'ipotesi Roberto Napoletano, oggi direttore del Messaggero.

Per Minzolini, in alternativa, si aprirebbero le porte di Panorama. Verso Raidue corrono Susanna Petruni alla direzione e come condirettore Ida Colucci, inviate rispettivamente del Tg1 e del Tg2 al seguito del premier. Ma Berlusconi ha in mente una "sorpresa", ha detto ieri, un capostruttura che conosce bene la macchina: Massimo Liofredi che ora gestisce Domenica In su Raiuno.

Petruni e Colucci sarebbero comunque promosse vice dei rispettivi tg. Al Giornaleradio Antonio Preziosi, vicino al portavoce di Palazzo Chigi Paolo Bonaiuti, contende il posto a Andrea Buonocore, vicino a Letta. Quasi scontato il ritorno di Piero Vigorelli ai Tg regionali dove la Lega strapperebbe una vicedirezione vicaria per Simonetta Faverio. Bruno Socillo va a fare il capo della reti radiofoniche.

La Rai è zeppa di casellE da riempire, molte forse verranno rinviate alla settimana successiva. Ma già mercoledì si delineeranno le vicedirezioni generali, a cominciare dal leghista Antonio Marano deciso da tempo. Gli altri vice di Mauro Masi saranno Lorenza Lei (con delega alle risorse artistiche), Gianfranco Comanducci (commerciale) e Giancarlo Leone (new media). La delega più importante va a Marano: offerta e prodotto. Probabile l'ascesa di Guido Paglia alla direzione Risorse umane. Il capo dello staff di Masi sarà il dirigente Rai Sassano.

A Raitre praticamente certa la conferma di Paolo Ruffini e probabile quella di Antonio Di Bella al Tg3, insidiato da Antonio Caprarica e Bianca Berlinguer. Ma ieri il Pd, più che delle "sue" nomine, ha parlato del vertice tenuto a Palazzo Grazioli per condannare metodo, stile e scelte su nomine che spettano al cda della Rai e al direttore generale. "È un'indecente esibizione del conflitto di interessi", attacca Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione dei democratici. "Masi intervenga a difesa dell'autonomia", dice il consigliere Nino Rizzo Nervo. L'udc Roberto Rao osserva: "Ora il Cda, dopo il vertice di ieri, sulle nomine si gioca la sua credibilità". Di Pietro parla di "ennesima ferita alla democrazia. Il Pd deve svegliarsi". Per Italo Bocchino non c'è alcuno scandalo: "Ma quale Rai, abbiamo parlato dell'Abruzzo".

(18 aprile 2009)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

L'OCCUPAZIONE DELLA RAI E' STATA COMPLETATA. L'INFORMAZIONE TELEVISIVA, DOPO QUELLA DELLA CARTA STAMPATA, SALVE RARISSIME ECCEZIONI, VA A PUTTANE