
Con l'Election-day il quorum del referendum è pressoché assicurato, se si vota il 21 giugno probabilmente no. Un sondaggio di Ipr Marketing per "Repubblica" rivela che il 51% degli elettori andrebbe "certamente" a votare il 7 giugno, percentuale che cala al 37 per cento due domeniche dopo. Tre italiani su quattro (74%) sanno che c'è un referendum a giugno, ma solo il 7 per cento conosce i quesiti.
"Il primo dato si spiega con il dibattito politico di questi giorni, che ha fatto lievitare l'interesse per la consultazione; e tuttavia la percentuale di chi veramente sa è troppo bassa" osserva Antonio Noto, direttore di Ipr. E fra questi i più informati sono quelli di centrosinistra. Accorpare amministrative (al voto 4mila Comuni, 63 Province), referendum ed Europee, è visto con favore dal 74 per cento degli elettori. Piace anche al 71 per cento degli elettori pdl.
Entrando nel merito dei quesiti il 50 per cento è a favore dell'abrogazione del collegamento fra le liste, e quindi per un'Italia bipartitica. Una percentuale che fa dire a Noto "che gli italiani credono ancora al valore delle coalizioni".
Anche Nando Pagnoncelli, sondaggista Ipsos, ritiene il quorum assicurato con l'Election Day e incerto in caso di voto il 21 giugno: "Le ragioni del referendum si sono attenuate rispetto agli inizi, poiché, dopo le elezioni 2008, il quadro politico si è semplificato da sé e la maggioranza è coesa, al contrario di quel che era accaduto nel 2001 e nel 2006". Oggi alla Camera ci sono sei partiti.
Quindi zero chance per i referendari? Si dice possibilista sul raggiungimento del quorum il 21 giugno Nicola Piepoli, che prevede un Pdl al 42 per cento alle Europee, "52 per cento con Lega e Mpa". "Almeno 30 centri andranno al ballottaggio: non sono pochi. È una buona base".
"Il primo dato si spiega con il dibattito politico di questi giorni, che ha fatto lievitare l'interesse per la consultazione; e tuttavia la percentuale di chi veramente sa è troppo bassa" osserva Antonio Noto, direttore di Ipr. E fra questi i più informati sono quelli di centrosinistra. Accorpare amministrative (al voto 4mila Comuni, 63 Province), referendum ed Europee, è visto con favore dal 74 per cento degli elettori. Piace anche al 71 per cento degli elettori pdl.
Entrando nel merito dei quesiti il 50 per cento è a favore dell'abrogazione del collegamento fra le liste, e quindi per un'Italia bipartitica. Una percentuale che fa dire a Noto "che gli italiani credono ancora al valore delle coalizioni".
Anche Nando Pagnoncelli, sondaggista Ipsos, ritiene il quorum assicurato con l'Election Day e incerto in caso di voto il 21 giugno: "Le ragioni del referendum si sono attenuate rispetto agli inizi, poiché, dopo le elezioni 2008, il quadro politico si è semplificato da sé e la maggioranza è coesa, al contrario di quel che era accaduto nel 2001 e nel 2006". Oggi alla Camera ci sono sei partiti.
Quindi zero chance per i referendari? Si dice possibilista sul raggiungimento del quorum il 21 giugno Nicola Piepoli, che prevede un Pdl al 42 per cento alle Europee, "52 per cento con Lega e Mpa". "Almeno 30 centri andranno al ballottaggio: non sono pochi. È una buona base".
17 aprile 2009


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