sabato 9 maggio 2009

Caso Lario, Berlusconi sul Colle. "Sul divorzio montatura politica"


di CLAUDIO TITO

"Presidente, posso assicurare che è tutta una montatura". L'affaire Veronica Lario è arrivato anche al Quirinale. Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi non si vedevano faccia a faccia da quasi due mesi. E ieri sono stati un'ora fare il punto della situazione sul governo, sull'emergenza in Abruzzo e sulla preparazione del prossimo G8. Ma soprattutto il Cavaliere si è lasciato andare ad un lungo sfogo proprio sul caso Veronica-Noemi. Il premier ha riproposto punto per punto al capo dello Stato tutte le argomentazioni utilizzate in questi giorni.

Napolitano ha ascoltato. Non lo ha mai interrotto. E soprattutto non ha detto una sola parola sull'argomento. Il presidente del Consiglio, invece, ha provato a sondare le opinioni della prima carica dello Stato. Ha cercato di cogliere un cenno di assenso nel suo interlocutore. Ma l'inquilino del Quirinale ha evitato con cura di esprimere valutazioni o giudizi. "Mi hanno anche accusato di frequentare minorenni - si è lamentato il capo del governo - una vera menzogna". Berlusconi è convinto che si tratti di un "disegno", di una "montatura" per colpire la sua persona. "Una trappola - ha detto - in cui è caduta anche Veronica". Come ha fatto nei giorni scorsi, anche ieri pomeriggio ha ribadito di essere amico del padre di Noemi. "Siamo amici di famiglia e sono andato a festeggiare la festa dei 18 anni di una ragazza. Che c'è di male? Se non facessi queste cose, non sarei più io". Stesso discorso sulle "veline" candidate alle europee. "Anche lì è stata tutta una macchinazione. Si trattava di giovani e laureate. Una scelta che ogni partito dovrebbe fare per innovare la politica. Non è assolutamente vero che il Pdl le avrebbe candidate tutte se non ci fosse stato l'intervento di mia moglie. Un'altra menzogna".

In quasi un'ora di incontro, però, il capo dello Stato non ha solo ascoltato lo sfogo del premier sulle vicende familiari. Oggi, infatti, il presidente del consiglio metterà mano ad un'ampia "riorganizzazione" del suo esecutivo. Ha preannunciato l'intenzione di proporre la nomina a ministro di Michela Vittoria Brambilla. L'attuale sottosegretario giurerà oggi al Quirinale per assumere la guida del dicastero senza portafoglio del Turismo. In più ci dovrebbe essere altre 4-5 "promozioni": uno per ogni partito della coalizione. Si tratta di sottosegretari che avanzerebbero al ruolo di viceministri. Paolo Romani (Fi) alla Comunicazione, Adolfo Urso (An) al Commercio Estero, Roberto Castelli (Lega) ai Trasporti, Ferruccio Fazio alla Sanità. Tutte caselle, queste, che il premier ha concordato nei giorni scorsi con gli alleati. Ieri, però, dal cilindro ha fatto uscire un altro nome: quello del forzista Giuseppe Vegas come viceministro all'Economia. Una candidatura di cui il consiglio dei ministri discuterà stamattina. Ma sulla quale sia gli uomini della Lega sia quelli di An stanno montando una decisa reazione. Il Carroccio e il partito di Gianfranco Fini hanno fatto sapere che la "promozione" Vegas sarebbe un elemento di squilibrio rispetto agli attuali assetti della maggioranza.

Novità anche per quanto riguarda la gestione dell'emergenza terremoto. Napolitano e Berlusconi hanno esaminato le richieste provenienti dagli enti locali abruzzesi. Il presidente del consiglio ha assicurato al capo dello Stato che l'esecutivo valuterà le proposte dei sindaci: "abbiamo già deciso di presentare alcuni emendamenti in Parlamento".

Infine il G8. L'organizzazione del summit dei "grandi" della terra a L'Aquila desta più di una preoccupazione. Lo stesso Berlusconi ha ammesso con l'inquilino del Colle l'esistenza di alcuni "problemi logistici". Che, però, sono "assolutamente affrontabili".

(8 maggio 2009)

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