di Guido Quaranta
Chi pensava che uno degli uomini in passato più potenti d'Italia avesse detto addio alla politica, dovrà ricredersi. A 81 anni suonati l'ex segretario Dc ed ex premier si prepara a una stressante campagna elettorale per assicurarsi uno scranno a Strasburgo
Ciriaco De Mita, già onorevole, ha annunciato, alcuni giorni fa, di voler concorrere per l'Udc (il partito di Pier Ferdinando Casini), alle elezioni europee, in programma domenica 7 giugno. De Mita, chi? L'ex segretario della Democrazia cristiana ed ex presidente del Consiglio? Certo. Il politico che per otto anni ha guidato il più importante partito italiano e, alla fine degli anni Ottanta, ha retto contemporanemente anche il 51 governo della Repubblica? Proprio lui. L'uomo che più di vent'anni fa fu considerato, a ragione, il personaggio più potente d'Italia? Ma sì. Strano, quasi incredibile: molti, infatti, ritenevano che De Mita avesse ormai una certa età e, dopo aver fatto per ben 11 volte il deputato e varie volte il ministro, avesse detto addio alla politica, ne avesse abbandonato definitivamente la ribalta e, da pensionato con un vitalizio d'oro, si fosse ritirato nel suo bell'attico di via del Tritone a Roma, o nell'eremo paterno della sua Avellino in Irpinia, a curare le rose e a leggere qualche libro, come s'addice a un intellettuale della Magna Grecia (così l'aveva battezzato l'avvocato Gianni Agnelli). E, invece, macché rose, macché libri. A 81 anni suonati, quest'uomo dimenticato, questo potente d'altri tempi, si accinge a scarpinare su e giù per l'Italia, per fare comizi, mostrarsi in spot, affrontare elettori, cercare voti, affrontare la stressante incertezza del risultato elettorale, come tutti gli altri candidati. E tutto questo perché? Per andare a sedersi su uno dei 785, anonimi, scranni del Parlamento di Strasburgo. Che malinconia.
(01 maggio 2009)
Ciriaco De Mita, già onorevole, ha annunciato, alcuni giorni fa, di voler concorrere per l'Udc (il partito di Pier Ferdinando Casini), alle elezioni europee, in programma domenica 7 giugno. De Mita, chi? L'ex segretario della Democrazia cristiana ed ex presidente del Consiglio? Certo. Il politico che per otto anni ha guidato il più importante partito italiano e, alla fine degli anni Ottanta, ha retto contemporanemente anche il 51 governo della Repubblica? Proprio lui. L'uomo che più di vent'anni fa fu considerato, a ragione, il personaggio più potente d'Italia? Ma sì. Strano, quasi incredibile: molti, infatti, ritenevano che De Mita avesse ormai una certa età e, dopo aver fatto per ben 11 volte il deputato e varie volte il ministro, avesse detto addio alla politica, ne avesse abbandonato definitivamente la ribalta e, da pensionato con un vitalizio d'oro, si fosse ritirato nel suo bell'attico di via del Tritone a Roma, o nell'eremo paterno della sua Avellino in Irpinia, a curare le rose e a leggere qualche libro, come s'addice a un intellettuale della Magna Grecia (così l'aveva battezzato l'avvocato Gianni Agnelli). E, invece, macché rose, macché libri. A 81 anni suonati, quest'uomo dimenticato, questo potente d'altri tempi, si accinge a scarpinare su e giù per l'Italia, per fare comizi, mostrarsi in spot, affrontare elettori, cercare voti, affrontare la stressante incertezza del risultato elettorale, come tutti gli altri candidati. E tutto questo perché? Per andare a sedersi su uno dei 785, anonimi, scranni del Parlamento di Strasburgo. Che malinconia.
(01 maggio 2009)
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