Il lutto per le vittime del terremoto dell'Aquila è finito al centro di una vertenza del lavoro attraverso una denuncia-shock della Cgil: 120 lavoratori sarebbero stati licenziati nell'aquilano solo perché hanno fermato la produzione per un'ora durante i funerali di Stato di tre settimane fa. L'accusa viene respinta dalla società che considera l'annunciato licenziamento collettivo come la reazione al «disegno criminoso» di potentati economici locali che avrebbero affossato la fabbrica anche con sabotaggi e picchettaggi violenti fomentati proprio dal sindacato.
Al centro della vertenza c'è uno stabilimento di acque minerali abbastanza noto: la Sorgente Santa Croce spa, che da Canistro Terme vanta (dati 2007) il 15% del mercato nel Centro-Sud d'Italia. La Flai, la Federazione lavoratori agro industria della Cgil, in una nota ha sostenuto che quattro giorni dopo il terremoto che il 6 aprile ha causato quasi 300 morti, gli operai della Santa Croce avevano chiesto «di fermare per un'ora la produzione in occasione dei funerali di Stato e del lutto nazionale». La richiesta avrebbe «scatenato le ire del datore di lavoro»: pur senza permesso, i lavoratori abbandonarono la fabbrica «per rendere ugualmente omaggio alle vittime» e «per questo sono stati licenziati».
Fonti del gruppo Colella, che controlla al 100% la Santa Croce, hanno definito l'accusa «assolutamente falsa» e rimandano ad una lettera in cui, proprio ieri, era stato spiegato l'annuncio di licenziamento collettivo. Camillo Colella, capo del gruppo con sede a Monteroduni (Isernia), aveva denunciato il «disegno criminoso» di «alcune note famiglie del luogo» che, con un l'appoggio del sindacato, vorrebbero «riappropriarsi della gestione dell'azienda». Colella cita «atti di sabotaggio» («tentativi di inquinamento dell'acqua») e lanci di pietre durante picchettaggi.
La segretaria generale della Flai-Cgil, Stefania Crogi, ha invitato «tutte le istituzioni nazionali e abruzzesi ad adoperarsi» contro Colella perché, invece di «puntare alla ricostruzione del tessuto sociale ed economico di un territorio messo così a dura prova dal terremoto, ha pensato fosse lecito licenziare chi aveva semplicemente chiesto che fosse rispettato il lutto». Inoltre ha rivelato che Colella ha denunciato il responsabile aquilano dell'organizzazione, Luigi Fiammata, con l'accusa di «associazione a delinquere».
Al centro della vertenza c'è uno stabilimento di acque minerali abbastanza noto: la Sorgente Santa Croce spa, che da Canistro Terme vanta (dati 2007) il 15% del mercato nel Centro-Sud d'Italia. La Flai, la Federazione lavoratori agro industria della Cgil, in una nota ha sostenuto che quattro giorni dopo il terremoto che il 6 aprile ha causato quasi 300 morti, gli operai della Santa Croce avevano chiesto «di fermare per un'ora la produzione in occasione dei funerali di Stato e del lutto nazionale». La richiesta avrebbe «scatenato le ire del datore di lavoro»: pur senza permesso, i lavoratori abbandonarono la fabbrica «per rendere ugualmente omaggio alle vittime» e «per questo sono stati licenziati».
Fonti del gruppo Colella, che controlla al 100% la Santa Croce, hanno definito l'accusa «assolutamente falsa» e rimandano ad una lettera in cui, proprio ieri, era stato spiegato l'annuncio di licenziamento collettivo. Camillo Colella, capo del gruppo con sede a Monteroduni (Isernia), aveva denunciato il «disegno criminoso» di «alcune note famiglie del luogo» che, con un l'appoggio del sindacato, vorrebbero «riappropriarsi della gestione dell'azienda». Colella cita «atti di sabotaggio» («tentativi di inquinamento dell'acqua») e lanci di pietre durante picchettaggi.
La segretaria generale della Flai-Cgil, Stefania Crogi, ha invitato «tutte le istituzioni nazionali e abruzzesi ad adoperarsi» contro Colella perché, invece di «puntare alla ricostruzione del tessuto sociale ed economico di un territorio messo così a dura prova dal terremoto, ha pensato fosse lecito licenziare chi aveva semplicemente chiesto che fosse rispettato il lutto». Inoltre ha rivelato che Colella ha denunciato il responsabile aquilano dell'organizzazione, Luigi Fiammata, con l'accusa di «associazione a delinquere».
L'imprenditore peraltro ha esperienza di vicende giudiziarie: fu arrestato per una quindicina di giorni nel giugno 2007 per riciclaggio di denaro nell'ambito di un'inchiesta su una truffa alla Banca di Roma. È in attesa di processo ma si considera vittima di un raggiro.
01 maggio 2009
01 maggio 2009
3 commenti:
Come dire: un'etichetta, un programma.
Che vergogna!!!
Sai, hai usato una frase che usa spesso mia moglie !
Che dire ancora ? Che l'era Berlusconi produce questi frutti avvelenati ? Che le entrate fiscali hanno di nuovo iniziato a scendere e, conseguentemente, l'evasione e l'elusione fiacale a salire ? Che andrà avanti così a peggiorare ? Che non c'è più nè pubblica opinione nè coscienza nazionale - vi sono mai state ?
E che fine ha fatto il popolo dei blog che a ridosso del terremoto e delle sue mosse gridavano allo scandalo e che avrebbero vigilato sui comportamenti governativi e che invece lasciano passare sotto silenzio un comportamento di tipo delinquenziale così pesante, una intimidazione di un lavoratore, licenziato e denunciato alla magistratura aquilana (che se ne farà un baffo, vedrai, altro che sanzionare il malcapitato) e il licenziamento di 120 persone non per mancanza di lavoro ma per un'ora di sospensione del lavoro (solo un'ora !) in una Italia e il mondo intero depresso dgli scandali finanziari e dal loro inesorabile tradursi in depressione economica ?
Potrei continuare all'infinito, ma mi fermo. Sono solo un po' nauseato, solo un pochino, meglio non esagerare con la nausea, riserviamocela per il futuro.
Grazie per il commento.
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