Guerra aperta in Sicilia tra il Pdl e l'Mpa di Raffaele Lombardo. Il Comitato di coordinamento nazionale del Pdl, composto da Sandro Bondi, Ignazio La Russa e Denis Verdini, ha sospeso in via cautelativa dal partito i deputati siciliani Gianfranco Bufardeci, Michele Cimino e Luigi Gentile, causa l'adesione dei tre alla nuova giunta regionale siciliana.
La nuova giunta. Mercoledì scorso in un vertice a Roma a cui hanno partecipato i coordinatori nazionali e quelli regionali del Pdl, si era stabilito che chi avrebbe fatto parte della nuova giunta regionale guidata dal leader dell'Mpa Raffaele Lombardo sarebbe stato uscito dal partito ai sensi dell'articolo 48 dello statuto del Pdl.
Il comunicato. La sospensione è stata giustificata con un comunicato:"Vista la nota dei Coordinatori regionali della Sicilia, on. Giuseppe Castiglione e sen. Domenico Nania, in cui si segnala l'adesione dei tre deputati siciliani alla nuova Giunta regionale siciliana, contrariamente all'invito proveniente dalla sede nazionale e da quella regionale del partito di non aderire e di rinviare ogni decisione a dopo le elezioni europee; Considerata la particolare delicatezza del momento, la gravità del loro comportamento e l'urgenza di dare una risposta anche per il disorientamento provocato nel partito a pochi giorni dalle elezioni; Considerato che anche dopo l'adesione i tre deputati non hanno dato risposta all'invito del partito di sciogliere ogni eventuale riserva e di rinunciare di far parte dell'annunciata giunta dell'on. Lombardo; Preso atto che i tre deputati non seguono le direttive provenienti sia dal Comitato di Coordinamento Nazionale, sia dai coordinatori regionali".
Un ddl di riforma dello statuto. E' stato presentato dal gruppo del Popolo della Libertà al Senato un disegno di legge di riforma costituzionale che modifica l'articolo 10 dello statuto della Regione Sicilia, a firma del presidente del gruppo, Maurizio Gasparri, del vicepresidente vicario, Gaetano Quagliariello, e del presidente della commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini. Il disegno di legge costituzionale - si legge in una nota - vuole rafforzare la logica che ha ispirato la riforma dello statuto siciliano del 2001, eliminandone quegli aspetti che hanno dimostrato di essere incoerenti rispetto al modello. Il ddl prevede che, in caso di violazione del patto programmatico con gli elettori o di trasformazione della maggioranza che sostiene il governo, quest'ultimo possa essere sfiduciato e sostituito con un nuovo presidente eletto dall'Assemblea, nell'ambito della coalizione che ha ottenuto la maggioranza alle elezioni.
"Inaudita gravità". Non si sono fatte attendere le prime reazioni al ddl presentato al Senato. "E' un ddl di gravità inaudita - ha detto il senatore dell'Mpa Giovanni Pistorio -, una cosa indegna in termini di logica e buon senso". Francesco Storace, leader della Destra ha affermato che "presto verrà depenalizzato l'omicidio del presidente della Regione". Arturo Iannaccone, responsabile del dipartimento Welfare e Sanità dell'Mpa, ha criticato il ddl: "La presentazione del ddl anti-Lombardo segnala una scarsa sensibilità istituzionale da parte del Pdl ed è un inquietante avvertimento per cui chiediamo l'intervento del capo dello Stato".
(30 maggio 2009)
La nuova giunta. Mercoledì scorso in un vertice a Roma a cui hanno partecipato i coordinatori nazionali e quelli regionali del Pdl, si era stabilito che chi avrebbe fatto parte della nuova giunta regionale guidata dal leader dell'Mpa Raffaele Lombardo sarebbe stato uscito dal partito ai sensi dell'articolo 48 dello statuto del Pdl.
Il comunicato. La sospensione è stata giustificata con un comunicato:"Vista la nota dei Coordinatori regionali della Sicilia, on. Giuseppe Castiglione e sen. Domenico Nania, in cui si segnala l'adesione dei tre deputati siciliani alla nuova Giunta regionale siciliana, contrariamente all'invito proveniente dalla sede nazionale e da quella regionale del partito di non aderire e di rinviare ogni decisione a dopo le elezioni europee; Considerata la particolare delicatezza del momento, la gravità del loro comportamento e l'urgenza di dare una risposta anche per il disorientamento provocato nel partito a pochi giorni dalle elezioni; Considerato che anche dopo l'adesione i tre deputati non hanno dato risposta all'invito del partito di sciogliere ogni eventuale riserva e di rinunciare di far parte dell'annunciata giunta dell'on. Lombardo; Preso atto che i tre deputati non seguono le direttive provenienti sia dal Comitato di Coordinamento Nazionale, sia dai coordinatori regionali".
Un ddl di riforma dello statuto. E' stato presentato dal gruppo del Popolo della Libertà al Senato un disegno di legge di riforma costituzionale che modifica l'articolo 10 dello statuto della Regione Sicilia, a firma del presidente del gruppo, Maurizio Gasparri, del vicepresidente vicario, Gaetano Quagliariello, e del presidente della commissione Affari costituzionali, Carlo Vizzini. Il disegno di legge costituzionale - si legge in una nota - vuole rafforzare la logica che ha ispirato la riforma dello statuto siciliano del 2001, eliminandone quegli aspetti che hanno dimostrato di essere incoerenti rispetto al modello. Il ddl prevede che, in caso di violazione del patto programmatico con gli elettori o di trasformazione della maggioranza che sostiene il governo, quest'ultimo possa essere sfiduciato e sostituito con un nuovo presidente eletto dall'Assemblea, nell'ambito della coalizione che ha ottenuto la maggioranza alle elezioni.
"Inaudita gravità". Non si sono fatte attendere le prime reazioni al ddl presentato al Senato. "E' un ddl di gravità inaudita - ha detto il senatore dell'Mpa Giovanni Pistorio -, una cosa indegna in termini di logica e buon senso". Francesco Storace, leader della Destra ha affermato che "presto verrà depenalizzato l'omicidio del presidente della Regione". Arturo Iannaccone, responsabile del dipartimento Welfare e Sanità dell'Mpa, ha criticato il ddl: "La presentazione del ddl anti-Lombardo segnala una scarsa sensibilità istituzionale da parte del Pdl ed è un inquietante avvertimento per cui chiediamo l'intervento del capo dello Stato".
(30 maggio 2009)
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