martedì 26 maggio 2009

Tribunale di Roma: «Mentana deve essere reintegrato a Matrix»



ROMA - Enrico Mentana deve essere reintegrato alla conduzione di Matrix. Lo ha disposto il Tribunale di Roma ordinando il reintegro del giornalista alla guida del programma di Canale 5.

LA DECISIONE - Il giudice del lavoro Guido Rosa ha infatti dichiarato illegittimo il licenziamento di Mentana e ha ordinato alla RTI di reintegrarlo nel posto di lavoro con le mansioni di realizzatore e conduttore del programma, condannando inoltre l'azienda al risarcimento del danno. Il giornalista, difeso dagli avvocati Domenico e Giovanni d'Amati, che si era dimesso dal ruolo di direttore editoriale, aveva sostenuto di essere stato «dimissionato» anche da giornalista e conduttore di Matrix e pertanto illegittimamente licenziato, per avere criticato la decisione editoriale di mantenere inalterata la programmazione di Canale 5 (vale a dire la messa in onda del Grande Fratello) in occasione della morte di Eluana Englaro.

REPLICA - Immediata la reazione dell'azienda: «Mediaset prende atto della sentenza, a nostro avviso sorprendente, nella causa intentata da Enrico Mentana contro il nostro Gruppo - si legge in una nota. - Attendiamo di conoscere nel dettaglio le motivazioni della stessa, non ancora depositate dai magistrati, ma fin d'ora rendiamo noto che appelleremo questa decisione in tutte le sedi competenti».

LEGALE MENTANA - «La sentenza che obbliga Mediaset al reintegro di Mentana è tutt'altro che sorprendente. I fatti sono noti. Non c'è stato bisogno di istruttoria. È di tutta evidenza che Mentana è stato privato del suo lavoro dopo avere espresso il suo dissenso dalla linea editoriale in occasione del caso Englaro». Lo afferma l'avvocato difensore di Enrico Mentana Domenico D'Amati, intervistato dal direttore di Articolo21 Stefano Corradino. «Pur essendo necessario attendere il deposito della motivazione per esprimere una compiuta valutazione - sostiene il legale - si può affermare sin d'ora che il Tribunale ha accolto in pieno la nostra impostazione della controversia in quanto ha ravvisato l'esistenza di un licenziamento, mentre la Rti sosteneva la tesi delle dimissioni, ed ha applicato l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori». È anche un problema di negazione della libertà di espressione? domanda Corradino. «Il lavoro del giornalista - risponde D'Amati - è particolare perchè consiste nell'esercitare professionalmente il diritto tutelato dall'art. 21 della Costituzione. Per questo quando un giornalista viene licenziato, il problema della libertà di informazione si pone sempre». L'avvocato di Mentana è stato anche il legale di Michele Santoro. «Cos'ha in comune questa sentenza con quella di Santoro?» gli chiede Art.21 nell'intervista? «Si tratta di due bravi giornalisti - conclude D'Amati - messi al bando nonostante abbiano sempre svolto correttamente e con successo la loro professione».

26 maggio 2009

2 commenti:

Chiara ha detto...

Detto alla romana: nun me pò fregà de meno!
Aò e tutti i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro per l'arroganza dei padroni?

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Chiara, perchè non leggi i commenti ad un altro post sullo stesso argomento?